Si dice da parecchi mesi a questa parte che le cose cambieranno
rapidamente in tutta la zona, e quindi con certezza anche in questo piccolo
paese appenninico. Già in molti tra quelli che abitano queste case di pietre,
aprono le persiane verdi ogni mattina e poi si affacciano con curiosità alle
loro finestre per rendersi conto se magari qualcosa anche minimo fosse per caso
cambiato durante la notte lungo le poche strade del borgo. Altri invece tirano
tardi alla sera, fermandosi in qualcuno dei pochi locali del centro abitato
dove si può farsi servire una birra alla spina, oppure anche un bicchiere di
vino, per poi chiacchierare
a ruota libera con tutti coloro che sono presenti, e volentieri farsi una
partita alle carte per vedere magari a chi tocca di pagare quella bevuta,
cercando di comprendere dai pochi segnali che chi arriva riesce a trasmettere,
se per caso inizi davvero a farsi sentire
qualcosa di nuovo nell'aria. C’è un’atmosfera di attesa insomma, come una
sospensione che ancora non mostra il motivo finale dell'agitazione che
serpeggia tra tutti, ma che è confermata però
dalle parole di alcuni che sostengono come sia
ormai impellente quel gran cambiamento
annunciato: “questione di pochi giorni”, dicono
alcuni, anche se poi non sanno neppure spiegare di che cosa effettivamente si
tratti.
Alcune donne poi si radunano quasi sempre a fine
mattinata vicino alle proprie abitazioni, proprio davanti a qualche portone di
casa, sistemandosi addosso ogni tanto lo scialle che indossano tutte, anche se non fa
ancora freddo, ed anche se ognuna di loro,
come sempre è successo, dice alle altre che ha già un sacco di cose di cui
preoccuparsi: la casa, la famiglia, i bambini, il marito, per cui non
avrebbe proprio tempo per altro, e la ragione
principale però che la porta ancora ad
attardarsi in questi giorni prima di rientrare giustamente nella propria
abitazione, è quella di riuscire a capire se ci siano
davvero delle notizie che riguardano il futuro di loro povera gente, o se qualcosa, come tutti ogni giorno sostengono, abbia
iniziato davvero a variare il corso delle cose che, da tempo
immemorabile, dovrebbero sorreggere il mondo. Perché
molti giurano che tutti i paesani da un attimo all’altro saranno costretti a
cambiare i propri comportamenti, ad adottare certe misure che per il momento si
fa fatica persino ad immaginare, ma che
saranno necessarie, indispensabili, e senza alcun dubbio.
Intanto si continua a mandare avanti
le proprie faccende come sempre si è fatto tra quelle contrade, ognuno badando
a svolgere bene il proprio mestiere, e a portare avanti tutte quelle attività
che gli competono e per cui è conosciuto da tutti, e poi quando alla sera ogni
famiglia si raduna come sempre al proprio domicilio, abbassando la voce ci si
interroga con preoccupazione, specialmente tra moglie e marito, su cosa mai
stia succedendo in queste giornate in tutte le case di quel loro piccolo centro
civico "Non preoccupiamoci troppo", dice già qualcuno di questi
maggiormente ottimista mentre è seduto alla tavola dove si consuma la cena;
"le cose in un modo o in un altro si aggiusteranno; ed anche se forse
dovremo cambiare per forza certi comportamenti adesso per noi abituali, nessuno
però verrà qui per imporci dei modi di essere del tutto diversi da quelli che
siamo da sempre stati abituati a tenere fino a questo momento, e addirittura il
pensiero di dovercene andare da qua per qualche motivo che adesso non riusciamo
a comprendere, sono sicuro resterà
un'idea strampalata, del tutto campata per aria".
I bambini in genere ridono, a loro
non interessa per nulla tutta questa preoccupazione che va manifestandosi tra i
loro genitori. Si corrono dietro al pomeriggio dopo la scuola, si chiamano l’un
l’altro con voce distesa, dicono direttamente con i loro sguardi vivi e frizzanti che non hanno paura del
futuro e dei suoi cambiamenti: sono ancorati al presente, giocano, ridono, fanno
tutto quello che i bambini hanno sempre fatto prima di loro, e giurano, qualsiasi
possa succedere, che non dimenticheranno mai come siano stati belli e
spensierati quegli anni.
Bruno Magnolfi
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