Sono solo, penso mentre guido. Solo
con le mie mani dure, callose, capaci persino di torcere anche il ferro se
occorresse. Non è certo questo ciò che voglio, o quello che volevo, ma in ogni
caso so che è doveroso adattarsi, piegare la testa alle esigenze del momento.
Dobbiamo essere solidali, condividere le nostre esperienze, stare assieme con
gusto, senza mai fingere, ed io penso che in questo viaggio, personalmente, io stia
dando il massimo delle mie possibilità. Non critico gli altri, non ho niente da
dire sul loro comportamento, anche se oramai avverto una notevole distanza tra
tutti, quasi uno spiccato individualismo che ben caratterizza ognuno di noi. I
pranzi e le cene nel camper si susseguono ogni giorno, e si cerca di mostrarci
sempre capaci di apprezzare questa nostra piccola compagnia. Ma non abbiamo più
quell’entusiasmo che doveva sorreggere il progetto, e siamo disposti ad
accendere delle polemiche anche per le cose più stupide e meno importanti.
Non so, non sono capace di cambiare
le cose. Preferirei dover combattere contro qualcosa di definito, piuttosto che
assistere a dei malumori che spesso neanche comprendo. Vado avanti, mi
piacerebbe gridare forte che non possiamo arrenderci in questo modo, lasciare
che tutto si sgretoli come se non fosse mai esistita l’amicizia tra di noi. Poi
lascio perdere, tengo d’occhio la lancetta del carburante, controllo sempre la
cisterna dell’acqua, cerco di stare attento in modo che non ci accada niente di
spiacevole, e che non manchi mai nulla di quello che ci serve.
Oggi abbiamo deciso di fare un salto
fino a Guingamp prima di tornare
sulla costa, giusto per fermarsi in un supermercato a fare acquisti, e poi da
un benzinaio per rifornirsi d’acqua, bene primario dentro un camper come il
nostro. <<Sembra che il centro storico sia proprio da vedere>>,
dice Sandra che sta scrutando come al solito una guida turistica della Bretagna. <<Non è una cittadina
molto grande>>, aggiunge, <<basta un giro a piedi per riuscire a
vedere rapidamente gli edifici più antichi e interessanti>>. Lina e
Renato intanto sembra che non abbiano opinioni in merito, ma comunque sia,
naturalmente possiamo tutti dire la nostra opinione al momento in cui saremo
giunti sul posto. Però non capisco come mai sia ormai più facile trovare un
rapido accordo tra me e Sandra, in merito a delle semplici decisioni, piuttosto
che con mia moglie e con Renato, che appaiono sempre distaccati, assenti, poco
interessati a tutto.
<<C’è anche il bel castello di
Lizandré, lungo la strada che ci riporta verso la costa>>, dice
ancora Sandra; <<potremmo fare
anche una piccola sosta da quelle parti, e poi cercare un posto adatto per
fermarci davanti alla spiaggia di Palus, che
dovrebbe essere incantevole>>. Nessuno risponde, come se le sue
congetture fossero qualcosa che non riguarda minimamente gli altri. Attendo un
attimo, ed infine, mentre mi lascio sorpassare da una Renault grigia frettolosa, dico a voce alta: <<ma
certo>>, tanto per far vedere che almeno qualcuno sul nostro camper ha
ancora voglia di visitare questa benedetta Bretagna, ed anche di cercare dei
bei posti. Mia moglie Lina allora,
forse per non passare come una persona troppo scostante, dice che le piacerebbe
cucinare per questa sera qualcosa di tradizionale per il luogo, come i famosi gamberi
e le capesante. Tutti noi sembriamo d’accordo, anche senza dare un minimo
accenno positivo alla proposta. Solo Renato, dopo un po’, dice che a lui
piacerebbe anche mangiare della carne, prima o dopo. Nessuno gli dà retta,
tanto dobbiamo ancora fermarci al supermercato, e poi vediamo che cosa hanno
disponibile.
C’è un grande parcheggio nella
piazza principale di Guingamp, e
intorno anche parecchi edifici storici, oltre ad un Carrefour subito dietro, piuttosto ben fornito. Va tutto bene,
penso in fretta mentre spengo il motore del nostro mezzo, appena trovato il
parcheggio giusto che ci indica il navigatore. In fondo stiamo portando avanti esattamente
tutto quello che avevamo stabilito. Forse non abbiamo trovato fino adesso un
grande accordo tra di noi, ma alla fine dobbiamo pur accontentarci: abbiamo
tutti e quattro dei caratteri diversi, non possiamo certo farci la guerra solo
per questo stupido motivo. Abbiamo soltanto bisogno di una maggiore serenità
probabilmente; ma io confido nel fatto che prima o dopo riusciremo a trovare il
giusto equilibrio tra tutte le cose.
Bruno Magnolfi
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