“Non è successo niente”, pensa Lina
mentre finge ancora di leggere il suo libro; “niente di particolarmente
significativo, comunque sia”. Il vento che ha spazzato la Bretagna fino a poco
fa sembra piuttosto calato adesso, anche se rimangono delle gigantesche onde
schiumose che sbattono sulle rocce poco distanti dal loro camper. Si sono
fermati lì, con il loro mezzo, come per apprezzare le tante sfumature di blu
scuro dell'oceano, ed anche quelle di grigio e di verde del cielo tempestoso,
con le nuvole e l'acqua salata quasi impegnati in una gara a larghe pennellate
di vernice in quell’immenso quadro dai colori foschi. “Forse”, pensa ancora, “se
si fosse stati in una diversa situazione, mi sarei anche lasciata andare
maggiormente, ma sono contenta in fondo che non sia accaduto niente di
speciale, e tutto ora si svolga esclusivamente nelle nostre fantasie. Perché in
fondo è solamente un gioco tra di noi: qualcosa che serve soltanto per riempire
il vuoto che sembra attanagliare questa strana vacanza, colma di cose da vedere
e visitare, eppure vuota di stimoli diversi. Gli ho dato un bacio, di sfuggita,
quasi vergognandomi subito dopo, e questo è tutto. E poi non ho neppure
guardato bene, sulla mappa della Bretagna, in quale luogo esatto ci troviamo
adesso”, pensa ancora Lina; “ma credo non ci sia neanche troppa differenza tra l’uno
o l’altro di questi posti lungo questa specie di costa selvaggia visitata per
scelta in pieno inverno”.
La Plage de Guendrez dove si trovano in questo momento con il loro
camper, appare a dir poco meravigliosa, e i vicini scavi archeologici nella
grotta di Menez Dregan, qualcosa di
assolutamente raro e interessante. Sandra sembra sempre curiosa di tutto quanto
la circonda, e spinge tutti e quattro a fermarsi nei vari luoghi, a visitare
tutto, ad osservare ogni dettaglio. Forse è anche proprio questo ad infastidire
leggermente Lina, che lascia ormai a lei l’intero compito di indicare a loro
quattro verso dove guardare, oppure in quale direzione procedere, o anche cosa
apprezzare, senza mai lasciare agli altri la possibilità o il desiderio di fare
qualcosa di diverso. “Però non posso mostrarmi fredda o scontrosa nei suoi
confronti”, pensa ancora Lina; “tutta questa faccenda con suo marito si è
spinta anche troppo in avanti, almeno per i miei gusti, ed è assurdo rischiare
di far venire qualcosa allo scoperto solo per delle emerite sciocchezze come
queste”. Fuori adesso non c’è proprio nessuno, esclusa una vettura di francesi
che si scattano delle fotografie, perciò, una volta parcheggiato il grosso camper
su uno spiazzo, loro quattro scendono senza fretta per farsi un giro, proprio
come richiesto ovviamente da Sandra e dal suo cane Ettore, che sembra piuttosto
stufo di stare sempre sdraiato dentro al mezzo.
Davanti a loro c’è soltanto l'acqua
dell’oceano a perdita d’occhio, che per molte miglia si chiama ancora golfo di
Biscaglia, ma che resta completamente aperto fino all’America latina, senza
quasi null’altro tra le onde. Antonio e Renato sembrano parlottare tra di loro
mentre camminano avanti lungo il sentiero sopra gli scogli, e Sandra forse
vorrebbe a sua volta dire qualcosa a Lina, ma sembra quasi cercare la
possibilità di trattenersi. “Ormai c’è una certa distanza tra noi due”, pensa
Lina mentre sembra attratta dalle caratteristiche piccole casette costiere in
lontananza. Poi si volge verso Sandra, ma per chiederle soltanto qualche
informazione su quel luogo archeologico. <<E’ molto antico>>, dice
l’altra; <<addirittura una dei primi siti al mondo dove è stato usato il
fuoco dagli uomini primitivi che abitavano la grotta>>. Lina non dice
niente, si immedesima appena per un attimo in un luogo di mezzo milione di anni
fa, e cerca di guardare tutta la zona che gli appare di fronte con gli stessi
occhi di quell’epoca. <<Forse loro erano felici>>, dice mordendosi
subito la lingua per aver toccato un tasto così spinoso. Sandra sorride, invece,
senza dire niente.
Poi i loro mariti si fermano e le
attendono: non è possibile naturalmente visitare la grotta, possono solo vedere
il dolmen accanto e alcune rocce
scavate dai primitivi; però possono spingersi in avanti fino ad arrivare al
piccolo porto per le barche, e magari fermarsi nel caffè vicino, a bere
qualcosa e chiedere maggiori informazioni. Quindi riprendono tutti a camminare
insieme ad Ettore che non si allontana mai da loro, e infine Sandra, come per
rispondere dopo una lunga ed accurata meditazione, dice a Lina d’improvviso:
<<Anche noi lo siamo>>; ma quasi più per calcare una precisa differenza
tra loro due, che per una vera e propria convinzione.
Bruno Magnolfi
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