<<Non capisco per
quale motivo, qualunque cosa io trovi da dire, tu debba subito fare quel tuo
solito sorrisetto un po’ ironico; come se le mie parole non fossero per nulla
credibili>>, fa Lina improvvisamente, senza comunque mostrarsi neppure
troppo irritata. Sandra resta in silenzio mentre prosegue a manovrare la
forchetta nel proprio piatto, nonostante avverta arrossire leggermente il
colore della faccia. Forse c’è qualcosa di vero nei propri atteggiamenti, pensa
così quasi di colpo, anche se non si era mai resa conto fino adesso che
un’espressione del genere, quasi del tutto automatica, potesse essere annotata
dagli altri tra i loro fastidi possibili. Perciò lascia in aria quella
lunghissima pausa, evitando anche di alzare lo sguardo dal piccolo tavolino
dentro al camper, mentre persino gli altri due, seduti con tranquillità proprio
accanto, sembrano praticamente indifferenti a tutto, anche se, dopo un paio di
minuti, le viene spontaneo di dire: <<Non volevo certo offendere;
soltanto mi pare che la tua insistenza per occuparti della cucina su questo
camper, alla lunga sia un po' fuori luogo>>. Lina prosegue a guardarla,
poi si versa un ultimo goccio di vino rosso dentro al bicchiere, ed infine dice
spudoratamente: <<Non credo che togliere delle incombenze possa essere
dannoso. Piuttosto il tuo punto di vista sembra quasi nascondere altro>>.
Sandra si sente
ulteriormente punta nel vivo, costretta immediatamente a nascondere la faccia
in un piatto da spostare dal piano del tavolo, e in una minuscola porzione di
cena avanzata, mentre riflette rapidamente ad una maniera per poter sistemare
questa faccenda, magari alleggerendo i sentimenti di tutti, che le pare
potrebbero come infiammarsi da un attimo all’altro. Sceglie di non dare alcun
seguito a quelle parole, anche se comprende benissimo che qualcosa si sta
lacerando, e che si sta ritrovando di colpo sulla graticola, proprio lei che in
questi primi giorni di viaggio ha cercato in ogni momento di favorire la calma,
la comprensione, e l’equilibrio tra i diversi caratteri. Non se la sente di
alzarsi dal tavolo per prima, così lascia trascorrere ancora qualche interminabile
momento, fino a quando è Lina stessa ad alzarsi ed iniziare a sistemare nel
lavello alcune stoviglie sporche, ripetendo esattamente anche adesso i gesti di
ogni fine pasto, a dimostrazione del fatto di non credere alle turnazioni dei
compiti.
Infine anche Renato si
alza, appoggia il suo piatto sul piccolo piano della cucina, e poi si occupa del
suo cane, preparandosi per portarlo a fare un piccolo giro lì intorno.
Antonio prosegue a consultare con visibile impegno la mappa dettagliata di
quella zona, e Sandra si ritrova in bilico tra aiutare in qualche modo a
sparecchiare, e magari anche a lavare le stoviglie, oppure lasciar fare a lei
tutto quanto, come richiesto, proprio per non intromettersi in compiti che appaiono
sempre più stabiliti in modo definitivo. Riflette profondamente su cosa stia
nascondendo, o meglio, a che cosa Lina potesse mai alludere, ma non riesce a
trovare niente di particolare. <<Posso asciugare i piatti>>, dice
alla fine decidendo di mostrarsi subito arrendevole, incapace di tenere una
posizione più dura. L’altra non risponde niente, ma le lascia fare quello che
vuole, come non la riguardasse.
<<Si potrebbe
passare da Cherbourg>>, dice
Toni parlando a voce alta ma come tra sé, senza togliere gli occhi dalla mappa;
<<e così visitare il porto, oppure la Trinitè,
sempre che sia di nostro interesse>>. Nessuno trova niente da dire,
ma Sandra si avvicina a lui per osservare la distanza, sopra la cartina della Normandia, ed alla fine dice che per lei
va benissimo, anche se già domani le piacerebbe visitare qualcosa del nord
della Bretagna. Lina annuisce, Renato
però non sembra ancora di ritorno, così è Antonio che si alza, indossa il
giaccone, ed esce dal camper per raggiungerlo e dirgli quali siano le nuove
proposte. Dentro di sé Sandra sa che potrebbe fare di tutto per ritrovare un
minimo di armonia con i compagni di viaggio, e soprattutto con Lina, anche se
il suo imbarazzo improvviso è dato esattamente dalla propria evidente
incapacità nel comprendere in modo esaustivo quali siano le cose migliori da
fare e da dire per non irritare nessuno.
Da ultimo si siede, mentre
Lina sistema ancora le ultime cose della cucina, e gli altri due ancora non
tornano, e forse vorrebbe dire qualcosa che renda evidente la sua volontà di
non dare disturbo, ma oramai si sente come paralizzata, bloccata in un silenzio
inusuale, incapace di trovare anche una sola parola che non si mostri, ormai persino
ai propri occhi, proprio quella sbagliata.
Bruno Magnolfi
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