C'è
una quinta persona che lavora da anni nell'ufficio postale di Calci, in quel
piccolo paese della provincia di Pisa. Si tratta di una donna, piccola, e un
po' grassottella, però piuttosto vivace e simpatica, di mezza età, che si
occupa a tempo pieno della parte più amministrativa di quella succursale.
Ovviamente, è l'impiegata a cui maggiormente si rivolge la direttrice, la
signora Vanni, comportandosi certe volte come se loro due fossero più che
sufficienti a mandare avanti tutto il lavoro dell’agenzia.
<<Renza>>, le dice certe volte la dirigente mentre lei sta piegata
come ogni giorno sulla sua scrivania. <<Dobbiamo predisporre nel
dettaglio un piano preciso per affrontare in modo adeguato il prossimo
periodo>>. Così, iniziano a prevedere come meglio suddividere tutto il
lavoro, parcellizzando il maggior daffare, che ciclicamente si presenta durante
alcuni precisi periodi dell'anno, tutto sugli altri impiegati, come se a loro
due non dovesse comunque cambiare una virgola di ciò che già fanno. In ogni
caso, oltre i presupposti, ognuno poi naturalmente fa la sua parte, e tutto
alla fine procede in maniera accettabile. Renza, è la moglie di un sindacalista
abbastanza conosciuto tra i lavoratori di Pisa e dintorni, e la fede politica
di lei, e soprattutto di suo marito, è quella di riferimento anche per la
direttrice Vanni, ed è per questo che il loro sodalizio nell'ufficio postale
appare agli occhi di tutti sempre notevolmente giustificato. Alberto resta
molto spesso in silenzio quando loro due parlano anche in termini piuttosto
banali del governo centrale, dei grandi ideali sociali, oppure di qualche
amministratore politico locale. Agli occhi dei suoi colleghi lui rappresenta in
qualche modo il partito di suo zio, ex-vicesindaco del centro destra, proprio
colui che gli ha dato una mano per essere accettato a lavorare in quell’ufficio
postale, e quindi avversato per questo, anche se le sue nascoste idee politiche
magari non collimano affatto con quelle della sua famiglia.
Non
è semplice rimanere a lungo in un luogo di lavoro dove si ritiene che tu sia
una persona che vive alle spalle dei propri parenti, e che per questo tramanda,
in qualche maniera, delle idee politiche che non coincidono affatto con quelle
degli altri. Lui fin da subito ha pensato di aver commesso un errore
nell'accettare proprio quel posto di lavoro, mostrando così incapacità e
debolezza. Perché il suo desiderio più forte, allora come anche adesso, era
quello di dimostrare una personalità più indipendente, delle idee che non
debbono mai essere date già per scontate, un’indole diversa da quella che
troppo facilmente forse ci si potrebbe immaginare da lui, anche se per essere
così e per fare tutto questo, occorrerebbe sicuramente molto impegno, ed una
precisa volontà messa al servizio di un carattere senz’altro più deciso del
suo. Infatti, agli occhi di tutti, si è mostrato in questo modo come un inetto,
un ragazzone senza arte né parte, disposto a farsi spianare la strada da chi lo
può fare, senza mettere in mezzo le proprie scelte, oppure un briciolo di
personalità propria.
Qualche
volta, quando il marito di Renza si è fatto vedere all’ufficio postale dove
lavora sua moglie, anche soltanto per passarla a prendere al termine del turno
di lavoro, Alberto ha pensato di scambiare con lui due parole, magari tirandolo
un poco in disparte. Gli piacerebbe poter chiarire con qualcuno che se ne
intende di queste cose, il suo pensiero più intimo, le sue idee politiche, il
proprio bisogno di riscatto dal seno di una famiglia, esattamente come la sua,
dove tutti appaiono perfettamente indottrinati. Forse gli piacerebbe anche farsi
rilasciare la tessera sindacale, ovviamente della stessa organizzazione del marito
di Renza, a dimostrazione di come davvero desidera essere considerato, e magari
in seguito tentare di rappresentare le possibili rivendicazioni di sé stesso e degli
altri impiegati postali, e sentirsi accettato nel pieno rispetto che pensa di
meritare. Però poi si perde, prosegue a smistare i pacchi e la corrispondenza,
e dimentica rapidamente i suoi auspici, fino a quando non le sente di nuovo
parlare, la direttrice insieme con Renza, mentre mostrano con le loro parole di
voler alimentare una leggera ironia di parte, anche nei suoi confronti. Alberto
aveva anche pensato di poter godere di qualche possibilità in più in ufficio
uscendo qualche volta con Laura, la ragazza che opera allo sportello del
pubblico nel loro piccolo ufficio, però ha subito compreso che non sarebbe mai
stata quella la strada per cambiare qualcosa della propria immagine.
Così,
si snodano spesso le giornate, tra dei vaghi pensieri di riscatto, ed anche
qualche piccola soddisfazione, magari quella provata nel saper portare avanti,
comunque sia, e per ognuno degli impiegati postali, almeno il proprio compito. Tutti
si osservano e si salutano, alla fine di ogni turno, prima di andarsene
dall’ufficio, ed anche se sembrano così diversi l’uno dall’altro, quegli
impiegati delle Poste di Calci, sanno perfettamente però che tutto viene semplicemente
rinviato al giorno seguente, quando ogni dettaglio sarà ancora lì, senza ombra
di dubbio.
Bruno
Magnolfi
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