martedì 28 gennaio 2025

Rispetto dei programmi.


            Dentro la saletta del Circolo Culturale che straordinariamente ospita la riunione di stasera, come riporta il cartello affisso sulla porta spalancata, ci sono già diverse persone sedute che proseguono a conversare tra di loro in gruppetti di due o tre. Monica volutamente è arrivata leggermente in ritardo rispetto all’orario previsto, ma si è subito resa conto che l’assemblea, in questo preciso momento, non è ancora iniziata, e non conoscendo nessuno oltre Mauro che adesso peraltro sembra molto impegnato a discutere qualcosa con altri al tavolo dei relatori, ha tentato di prendere tempo osservandosi attorno e trattenendosi lungo il vasto corridoio, anche se quasi in procinto di entrare. Quando lui, infine, si è accorto della sua presenza, le è andato subito incontro, l’ha salutata con un certo calore, e le ha regalato un piccolo abbraccio come si fa normalmente tra individui solidali. Lei ovviamente non ha opposto alcuna resistenza e gli ha rivolto anche un sorriso, ma senza mostrarsi troppo incline a condividere l’entusiasmo dell’altro. <<Accomodati>>, le ha detto poi Mauro; <<Si comincia subito>>, e le ha indicato una poltroncina di prima fila, come per non tenerla affatto a distanza, cosa che Monica, potendo scegliere, forse avrebbe volentieri evitato, soprattutto per non mettersi troppo in mostra con gli altri presenti. Si è tolta la giacca, si è seduta, ha tirato fuori dalla borsa una penna e un quaderno, e appena sistemata si è guardata attorno, tanto per vedere se ci fosse stata qualche faccia nota, cosa che non le è sembrata.

            <<Buonasera e benvenuti. Stasera abbiamo con noi anche dei nuovi soci>>, ha detto Mauro Anselmi rivolgendosi a tutti. <<Per cui cercherò di essere il più semplice e chiaro possibile>>. Poi ha cominciato ad elencare le cose fatte o almeno tentate fino ad oggi, da parte dell’Associazione, sottolineando i progetti rimasti provvisoriamente insoluti, e quelli su cui insistere, ed ha ribadito l’importanza di fare rete con altre associazioni simili ad “Oltretutto”, seguendo sempre la strada del perseguire gli scopi alleandosi ad altri. Infine, come ciliegia sulla torta, ha evidenziato il suo entusiasmo per aver trovato una persona gentile che lo ha aiutato a partecipare al bando Comunale per far avere ad “Oltretutto” una donazione a fondo perduto, indicando Monica e presentandola agli altri come nuova preziosa acquisizione tra i soci. Si è dichiarato ottimista circa il sostegno da parte dell’Amministrazione Comunale, ed ha dichiarato alla fine di non poter comunque ricevere notizie certe prima del mese a seguire. Gli altri, una quindicina in tutto, hanno sorriso osservando Monica, e lei ha segnato qualcosa sul suo taccuino, anche per nascondersi leggermente a quegli sguardi. A seguito sono intervenuti due o tre soci parlando di cose più tecniche e sollevando problemi che sono sembrati al momento insolvibili, e dopo un’oretta di scambio delle varie opinioni, Mauro Anselmi ha dichiarato che la riunione mensile si poteva dichiarare terminata, se non c’erano altre domande da porre. Una signora, la stessa che inizialmente aveva presentato a tutti l’ordine del giorno, ha con rapidità fatto un sunto scritto della riunione, e del foglio su cui erano annotati i vari punti ha fatto subito le fotocopie distribuendole ai presenti.

            Monica si è alzata dalla sua poltroncina, ha messo via le sue cose, è tornata ad indossare la giacca, ed un paio di persone le sono andate vicino per stringerle la mano e fare le loro cortesi presentazioni. Quindi lei si è avviata all’uscita, trattenendosi leggermente nell’attesa che Mauro Anselmi le facesse un qualche cenno di saluto, e nel momento in cui lui ha notato le sue intenzioni, le si è subito avvicinato, sorridendole e tornando ad abbracciarla, come per una definitiva accoglienza nella sua Associazione. <<Tutto molto bene>>, ha detto Monica riferendosi alla riunione; <<Appena avrò delle notizie sicure sulle aggiudicazioni del bando di gara a cui hai partecipato ti chiamerò per dirti il risultato>>, gli ha fatto presente. Lui ha ringraziato a lungo per questi dettagli, ma le ha anche spiegato che uno di quei giorni a seguire le avrebbe inviato un messaggio in modo da fissare un appuntamento per chiarire alcune cose di una certa importanza, secondo lui, per la vita dell’Associazione. Poi sono tornati a salutarsi e lei è uscita da sola dal Circolo Culturale, incamminandosi verso la sua automobile parcheggiata poco distante.

  <<Devo proprio dire che è rispettato e stimato, questo Mauro>>, ha pensato Monica allontanandosi in macchina da quel quartiere. <<Già dalla volta scorsa però ho avuto l’impressione che nella sua vita ci fosse già una donna, forse una moglie, oppure soltanto una fidanzata; ma questo in fondo non ha troppa importanza, visto che il mio intento non è certo quello di sottrarlo ai suoi precedenti affetti. Sarà sufficiente frequentarlo un po’, usando l'ottima scusa dell’associazione, visto che il resto, in ogni caso, non è quasi di alcun interesse per me>>. Poi ha sorriso guardandosi un attimo nello specchietto retrovisore una volta ferma ad un semaforo rosso, e subito si è sentita piuttosto soddisfatta, di ottimo umore, a posto con i propri programmi.

 

Bruno Magnolfi

sabato 25 gennaio 2025

Passi in avanti.


            Lei certe volte tenta di darsi delle arie da signora, soprattutto quando va in qualche negozio dove è conosciuta, sempre nei pressi dello studio di suo marito, anche se, con una maggiore sincerità, sarebbe probabilmente la prima a ridere delle sue espressioni e delle sue pose leggermente studiate. Il fatto è che nel quartiere dove si trova il suo ufficio, il ragionier Carletti è conosciuto da molte persone, ed il suo potere in ambito fiscale e tributario è piuttosto noto, anche se fino ad oggi non tutti hanno avuto bisogno dei suoi servigi. Per molti però l’immagine primaria di tutto l’ufficio è data da quella segretaria che in pochi sanno sia la vera consorte del commercialista. A Caterina piace restare nell’ombra dell’attività di suo marito, ritiene che riesca a concederle un’aura di rispetto che le torna anche piuttosto comoda nei rapporti con tutte le persone che conosce. In fondo si ritiene una persona semplice, persino senza grandi aspettative, a parte quelle brevi vacanze in qualche luogo esotico o in qualche lontana città che lei e il ragioniere riescono a permettersi praticamente ogni anno. Non reputa quasi mai di aver lasciato qualcosa alle proprie spalle, e in fondo le va bene così, quasi per un adattamento progressivo alla sua situazione, cioè tirando avanti in questo modo senza mai concedersi alcun rimpianto per un passato forse poco brillante, e bruciando praticamente ogni energia possibile nell’ambito di un deciso e sentito presente.

            Caterina si sente molto diversa dalla sua amica più preziosa, e ritiene che sia proprio Monica la persona più strana ed introversa tra loro due, anche se le torna sempre più difficile comprendere i motivi precisi che costituiscono queste evidenti differenze. In ogni caso apprezza sempre le chiacchiere che si scambiano piuttosto spesso sia di persona che al telefono, ed anche se non sempre si trova d’accordo con le opinioni che l’altra insinua o le propone direttamente, comunque crede quasi sempre che le piccole scelte che via via si presentano, e che prima o dopo dovranno essere affrontate da ognuna delle due, possano essere frutto anche di quello che molte volte si rivelano tra loro. Per questo motivo la doppia simpatia maschile che ultimamente Monica pare del tutto decisa a coltivare, le risulta un elemento che stride quasi più di tutto il resto nell’andamento complessivamente un po' monotono e lineare dell’amica, volto, almeno negli ultimi anni dopo il suo definitivo divorzio da suo marito, a conservare sempre una robusta distanza di sicurezza dall’altro sesso. Lei non si azzarda a porle delle domande dirette quando si vedono, ma è evidente come la sua curiosità stia crescendo ogni volta di più, forse in parte anche volta a colmare l'ordinarietà di quel proprio andamento quotidiano spartito tra lo studio del commercialista e le tante e identiche attività di donna di casa.

<<Sono preoccupata per te>>, le dice sbottando Caterina senza utilizzare alla fine dei mezzi termini; <<Mi pare che ultimamente tu abbia perso almeno una parte del tuo proverbiale equilibrio, e che i tuoi comportamenti abbiano preso una rotta che è del tutto differente da quello che avevi mostrato fino adesso>>. Monica sorride. <<Non preoccuparti; non succede niente di particolare; però se ultimamente provo una rinnovata simpatia per qualcuno che fino a poco fa tendevo a scansare o a non prendere minimamente in considerazione, non credo ci sia niente di male: sta nei termini di quanto possa accadere a chiunque, e quindi anche ad una donna, come sostieni tu, piuttosto riservata come me>>. L’altra annuisce, vorrebbe tanto conoscere qualche dettaglio in più su tutte queste novità, ma sa che non è il caso di fare delle domande, anche perché l’altra non le risponderebbe nemmeno, se non in modo vago, e poi sa che se si mostra poco curiosa, prima o dopo la sua stessa amica sarà incoraggiata ad aprirsi e a rivelarle qualcosa che adesso lei riesce solamente ad immaginare.

C’è di fatto che il signor Mauro Anselmi, presidente e fondatore dell’organizzazione di volontariato “Oltretutto”, ha preso un appuntamento preciso con il suo ragioniere per la settimana seguente, e che quindi lei riuscirà sicuramente a trovarselo di fronte allo studio, e quindi a scambiare con lui qualche parola, e per nessuna cosa al mondo lei potrà mancare a quel momento; e se poi riesce ad essere scaltra in maniera sufficiente, magari potrà capire o intuire qualcosa di più esauriente della sua conoscenza con Monica. Non le pare quasi possibile che una persona come la sua amica sia capace di intessere una tresca con due uomini contemporaneamente, ma non si sa mai, eppoi Caterina è convinta da sempre che al giorno d’oggi ormai se ne vedono di ogni colore. Forse vuole frequentarli ambedue soltanto per capire bene quale sia il tipo di persona che le interessa di più, riflette; oppure semplicemente non desidera lasciare qualcosa di intentato, e così cerca di tenere aperte due vie che siano capaci di far compiere, alla sconfitta della solitudine, almeno qualche passo in avanti.

 

Bruno Magnolfi

lunedì 20 gennaio 2025

Soltanto ad assentire.


<<Con le donne non è facile intendersi>>, dice Sergio mentre mastica lentamente seduto al tavolo della cucina, di fronte ad un perplesso Renato che ha appena tentato di spiegargli il carattere piuttosto sfuggente di Monica, e di come lui provi una certa apprensione di fronte al fatto che lei abitualmente non si mostri mai troppo entusiasta del loro incontrarsi e del trascorrere insieme qualche ora, visto che poi anche quel tempo risulta sempre molto di meno rispetto a quello che Renato desidererebbe dedicarle. <<Sorride, quando le dico qualcosa di divertente, ma non ride quasi mai; e certe volte mentre le parlo di me, si ferma a guardare qualcos’altro, come se avesse la mente piena di altri pensieri>>. Sergio prosegue a mangiare: in fondo non si meraviglia neanche troppo delle rivelazioni di Renato; è come se fosse in grado di immaginarselo, seduto ad un tavolo di un caffè, davanti ad una donna con alcune esperienze alle spalle, mentre cerca di abbozzare un qualche dialogo adoperando le sue solite maniere impacciate e spesso approssimative. La mancanza di un vero e proprio entusiasmo, da parte di chi lo ascolta, nel sostenere con interesse la conversazione di un individuo come Renato Nesti, è quanto di peggio possa accadere per lui, che in un attimo si sente smontato anche nelle sue già scarse sicurezze, e non trova appigli essenziali per dire delle cose capaci di attirare l’attenzione di chiunque sui propri argomenti. Ma tutto questo certo non può dirglielo.

<<Con le donne bisogna anche farsi desiderare, piuttosto che mostrarsi troppo disponibili e incapaci di fare qualcosa di diverso che non aspirare in qualsiasi momento alla loro presenza vicino>>. Renato riflette, si sente mortificato nel pensare all’improvviso che forse è proprio quello il suo vero problema: essersi mostrato subito innamorato di Monica, anche se aveva pensato fin dall’inizio che fosse quella la spinta maggiore per costruire una relazione stabile e duratura con lei. <<Ma una donna dovrebbe capirlo quando qualcuno fa sul serio piuttosto che giocare alla relazione superficiale, che ovviamente non porta da alcuna parte, e poi si esaurisce così, come una bolla di sapone nell’aria>>, sbotta Renato alzandosi dal tavolo. <<Io non conosco questa donna, e quindi giudico male>>, si spiega Sergio. <<Però da quello che ho capito tu le stai troppo addosso a questa Monica, le togli il respiro comportandoti in questa maniera, e tutto ciò, per una persona che è già stata sposata, è forse quanto di peggio possa accaderle. Non c’entrano niente i sentimenti, si tratta di opportunità, e di bisogno di proseguire, per una donna matura, ad essere quello che in fondo desidera essere, indipendentemente dal fatto di aver conosciuto un Renato Nesti oppure no>>.     

Renato intanto inizia a sparecchiare la tavola, come provasse il desiderio di arrivare in fretta alla conclusione di quell’argomento che forse lo rende nervoso e sofferente. Trascorre qualche minuto in silenzio, poi sottovoce riprende: <<Probabilmente hai ragione, anche se mi riesce difficile ammetterlo; in ogni caso posso cercare di fare qualche tentativo di comportamento come hai detto tu, e magari nei prossimi tempi dedicarmi di più al mio lavoro invece di pensare a lei continuamente>>. Sergio finalmente sorride: <<Ma certo>>, gli dice; <<Lasciati cercare da lei, in fondo trascorrete la maggior parte delle vostre giornate quasi gomito a gomito sul luogo di lavoro. Non sarà così difficile per lei inviarti un segnale se desidera incontrarti anche semplicemente per parlare un po’ con te. E tu a quel punto non essere troppo disponibile, falle capire che comunque hai la tua vita, i tuoi passatempi, le tue amicizie, non puoi essere sempre pronto nel reagire ad ogni suo cenno verso di te>>. Poi parlano d’altro loro due, dell’organizzazione della loro casa soprattutto, e alla fine Sergio dichiara che è stanco e se ne andrà subito a dormire, mentre Renato resta in cucina a mettere a posto le stoviglie e a rigirare nella sua mente le cose che si sono appena detti. <<La faccenda importante adesso è tenere in funzione il mio radar>>, pensa adesso con calma; <<Ed essere capace di leggere in modo adeguato ogni segnale che il mio sistema possa captare, cercando di tradurre un po’ meglio quello che Monica sta forse tentando di farmi comprendere della sua maniera di vedere le cose>>.  

Quindi apre la sua agenda professionale, che in effetti non usa quasi mai e risulta così ancora intatta, ed inizia a scrivere quasi per gioco le date salienti del suo vedersi con Monica, cercando di ricordare i giorni esatti e anche i luoghi che hanno visitato insieme, e di che cosa hanno parlato, e di come si sono sviluppati gli argomenti tra loro. Soprattutto indica con un piccolo simbolo gli inviti che lui le ha fatto in tutti quei casi, e le occasioni in cui è stato lui e solo lui a cercarla, scoprendo così che in fondo ha ragione Sergio, e la loro relazione, almeno fino adesso, è stata frutto quasi esclusivamente della propria volontà, e non quella di Monica, che si è limitata quasi soltanto ad assentire.

 

Bruno Magnolfi

mercoledì 15 gennaio 2025

Come le ha desiderate.


            Forse la zia già da parecchio tempo aveva intuito qualcosa in più della personalità leggermente sfuggente di Monica. Da giovane si era mostrata un po’ estroversa e disordinata nei rapporti con gli altri, ma quando infine si era messa a fare sul serio con quel ragazzo ben più grande di lei, aveva mostrato una calma che precedentemente non le si sarebbe neppure riconosciuta. Ad un certo punto poi, quasi di fretta, aveva deciso di sposarsi con quell’uomo, ma non tanto rivelando con questo gesto un sentimento che con determinazione l’aveva portata fino a quella decisione, quanto per tenere fede ad una presa d’atto che probabilmente aveva maturato dentro sé stessa già in precedenza, quasi come per rispondere ad una sceneggiatura ben scritta, corretta e adottata in mezzo ai propri desideri, accettata e accarezzata da chissà quanto tempo all’interno della sua più segreta personalità, e perciò alla prima occasione indirizzata verso quella immancabile conclusione. Chissà poi se le era passato per la testa almeno qualche volta il fatto che un matrimonio posto in opera con tale fretta e con questi rapidi preliminari avrebbe facilmente mostrato in seguito qualche crepa. In effetti però, già dopo pochi mesi, le cose tra lei e suo marito avevano iniziato vistosamente a scricchiolare, e dopo un anno appena di convivenza coniugale nello spazioso appartamento dove erano andati a vivere, loro due avevano cominciato a parlare apertamente, anche con la famiglia di lei, di una inevitabile separazione da affrontare di lì a poco, soprattutto dovuta a degli attriti di carattere non meglio precisati, o almeno così, con queste banali parole e senza addentrarsi in altre ulteriori spiegazioni, era stato tentato da parte di Monica di chiarirne l’epilogo.

            La zia, a quell’epoca, non aveva provato neppure il desiderio di porre troppe domande, limitandosi ad accettare senza alcuna rimostranza quelle decisioni ormai prese, ma da quel momento in poi aveva iniziato ad incuriosirsi di più per i comportamenti di lei, forse nel tentativo di comprendere meglio quali fossero i reali desideri di questa ragazza a suo parere un po’ instabile. Poi era trascorso un tempo piuttosto lungo, ed in quel periodo erano venuti a mancare sua sorella e suo cognato, i genitori di Monica, anche se il cataclisma accaduto non sembrava poi aver troppo scomposto le abitudini assodate nella vita dell’orfana, rimasta a vivere da sola nel proprio appartamento. Però lei aveva mostrato di andarsi lentamente ad accostare quasi con un moto progressivo e spontaneo agli zii, peraltro in maniera del tutto comprensibile, iniziando a frequentarli maggiormente e a parlare spesso con loro delle proprie giornate, del proprio lavoro, di qualche pensiero che le attraversava la mente, pur restando spesso nel vago, ogni volta che l’argomentare andava a sfiorare i suoi desideri, o i propri diretti progetti per il futuro. Qualche volta la zia aveva persino suggerito a Monica di cambiare qualcosa nella sua quotidianità, addirittura di lasciare il proprio posto di impiegata comunale, considerata la buona eredità lasciatale dai suoi genitori, ma lei, pur sorridendo ad ogni riferimento del genere, non aveva mai accettato alcun consiglio.

            Adesso, sia alla zia che a suo marito, pare quasi che le giornate di Monica si vadano sprecando in un tedio e in una monotonia non avversate dalla volontà di contrastarle, al punto che, anche in considerazione della mente in fondo brillante e curiosa della nipote, appare quasi impossibile il mantenimento di questa specie di rassegnazione che lei pare sfoderare continuamente, affiancata ad uno scarso interesse, per non dire distanza, da ogni altro uomo sulla terra. Sembra quasi che il desiderio di costruirsi una propria famiglia, una volta naufragato il precoce matrimonio, sia diventato per Monica il pretesto per allontanare ogni possibilità di provare di nuovo quello stesso percorso. Per cui, venire adesso a sapere dalla sua viva voce di come all’improvviso lei abbia iniziato insperatamente a frequentare un collega di lavoro per di più scapolo e della stessa età sua, è una notizia che sembra voler allargare il cuore, anche se non è certo prodotta con quell’enfasi che ci si attenderebbe in un caso del genere, ma al contrario sibilata al telefono giusto per parlare di qualcosa e chiedere qualche delucidazione su una ricetta di un piatto da cucinare per due. Neppure il nome di battesimo di questo impiegato viene chiarito in questa conversazione, e considerata la riservatezza della zia in cose del genere, nessuna domanda le viene formulata al momento, lasciando solo al tempo la possibilità di evidenziare il risultato, nel caso se ne delineasse qualcuno degno di nota.      

            <<Non ha importanza>>, dice poi la zia a suo marito, una volta riagganciato l’apparecchio telefonico. <<Monica è sempre stata una ragazza particolare: probabilmente non sarà possibile saperne di più sulle sue decisioni, ma sono convinta che prima o dopo ci farà ancora qualche sorpresa, nella speranza che le cose per lei si rivelino esattamente così come le ha sempre desiderate>>.

 

            Bruno Magnolfi

domenica 12 gennaio 2025

Impegno culturale.


            Lungo la via molta gente cammina indifferente, in certi casi scambiando tra gruppetti di due o tre persone qualche animata parola, ma soprattutto mostrandosi composta dai tanti individui che procedono in solitudine, concentrandosi nell’osservazione del semplice marciapiede davanti alla propria visuale, e spesso rispettando un passo affrettato, senza alcuna curiosità, come a togliersi rapidamente quel tempo inutile che ognuno di loro sta perdendo, destinato soltanto al proprio univoco spostamento. Mauro Anselmi si sente uno tra tutti, senza particolari differenze, però certe volte quasi si imbambola ad osservare qualcuno davanti a sé, nel momento esatto in cui cerca di mettersi nei panni proprio di quello sconosciuto, interpretandolo a seconda dell’abbigliamento che indossa, della velocità con cui procede, o ad esempio calcolando se quello si muove con le mani sprofondate nelle tasche, oppure no. A suo parere esiste senz’altro un modo per arrivare al cuore di tante persone che spandono noncuranza attorno a loro, ma la conoscenza del metodo per parlare un linguaggio riconoscibile da tutti, e che sia capace di stimolare certe sensibilità, immaginate spesso come quasi atrofizzate, è talmente difficile da ottenere e mettere a fuoco da rendere ogni tentativo, pur teoricamente possibile, un vero rompicapo. Certe volte gli pare incredibile che i cittadini che incontra dimostrino con grande naturalezza una vera e propria indifferenza verso quasi tutto ciò che non faccia parte del proprio mondo di interessi definiti, come fossero infastiditi da ciò che non li riguarda, eppure difficilmente trova qualcuno che mostri la volontà di sapere delle cose che non appartengono direttamente a quel mondo. Ma lui è fiducioso, e con l’impegno che desidera infondere è convinto che si possa riuscire a venire in contatto con altre persone.

            Per questo si impegna in ambito culturale, perché a suo parere è soltanto quello il terreno di scambio sul quale è giusto operare. Se molti individui riflettessero che la conoscenza è lo strumento più utile per scuotere di dosso l’apatia, probabilmente troverebbero facilmente in questo ambito un piano di confronto con la collettività da cui sono circondati, rendendo loro stessi migliori e più positivi. Lui adesso ha raccolto tutta la documentazione che serve per iscrivere la piccola associazione che lui presiede a quel bando comunale istituito per fornire dei fondi alle attività senza scopo di lucro come la loro. L’impiegata a cui si è riferito è stata brava e disponibile, tanto che Mauro si è sentito in dovere di portarle, l’ultima volta che è andata da lei, un piccolo mazzolino di fiori, e poi invitarla a fare una pausa per un semplice caffè nel locale di fronte al palazzo degli uffici comunali. Lei ha accettato, ha spiegato il suo ruolo in ufficio, e quindi molto rapidamente sono passati a comportamenti più amichevoli tra loro, tanto che lei si è subito interessata circa le attività dell’associazione di Mauro, fino a proporre la propria iscrizione al gruppo come socia sostenitrice, anche se ha spiegato subito di non avere conoscenze e abilità particolari in nessun campo.

            Mauro Anselmi si è schernito quando ha dovuto spiegare come, secondo lui, non sia richiesta necessità di grandi doti per impegnarsi in qualità di volontari in quel campo, e Monica però gli ha sorriso senza ribattere niente, ed hanno poi ripreso con scioltezza a parlare ancora di quegli argomenti, tanto che al momento in cui loro due si sono salutati, pareva quasi si conoscessero da sempre. Più tardi, quando al telefono lei si è trovata a spiegare a Caterina di aver conosciuto un tipo piuttosto interessante, così particolare da averla quasi stregata, si è resa conto di non essere in grado di dire all’amica che cosa di lui l’avesse colpita di più, considerato che oltre al nome di battesimo di quella persona non era stata capace di memorizzarne neppure il cognome, anche se ricordava perfettamente che l’associazione che Mauro presiede era nominata “Oltretutto”, nome che ha fatto subito sobbalzare Caterina sulla sedia, considerato che l’aveva visto scritto sulle carte dei clienti di suo marito. <<Si stanno scatenando molte grandi novità dalle tue parti>>, le ha poi detto ironicamente senza assolutamente accennare però al fatto di conoscere già quel nome, e quindi anche il presidente dell’associazione, e di aver indirizzato proprio lei quel Mauro verso gli uffici comunali. <<Non so>>, le ha detto alla fine Monica, <<E non capisco neppure come sia possibile che accada senza una precisa volontà; però ci sono delle rare volte in cui ti trovi davanti una persona che ti sembra di conoscere da sempre, e come per incanto, appena quella se ne va, provi il desiderio di rivederla al più presto possibile>>. Caterina lascia una pausa di silenzio, poi dice. <<Quindi avete stabilito di rivedervi, suppongo>>. Monica sorride, poi fa: <<Non è come credi, comunque; andrò probabilmente alla prossima riunione dei soci di “Oltretutto”, e cercherò di farmi un’idea più precisa di quanto quei volontari cercano di costruire. E, naturalmente, in questo modo avrò la possibilità di vedere questo Mauro come si comporta con le altre persone, e cosa intende quando parla di impegno culturale>>.

 

            Bruno Magnolfi    

mercoledì 8 gennaio 2025

Imbastire vita assieme


            I suoi genitori sono sempre molto contenti quando Renato passa da casa loro per salutarli. Quando sono assieme lui generalmente tratta soltanto di argomenti piuttosto banali, senza addentrarsi mai a spiegare troppo i suoi propositi oppure i propri reali desideri, giusto ad evitare che loro sfoderino consigli non richiesti o ricomincino con le solite risapute raccomandazioni, ma stavolta Renato non riesce a trattenersi, e rivela a sua madre, mentre lei in piedi in cucina sta preparando un semplice caffè per tutti, che c’è una sua brava collega di ufficio che ha iniziato a frequentare fuori orario di lavoro. <<Non è niente di particolarmente importante, almeno per il momento>>, dice lui; <<Poco più di un’amicizia. Però potrebbe divenire qualcosa in più, ed il fatto che nessuno di noi due ormai è più un ragazzo, impone un comportamento sicuramente serio ma contemporaneamente anche poco blando. Ciò significa che se le cose, proprio come spero, proseguono ad andare bene tra di noi, con una certa probabilità potremmo prendere delle importanti decisioni nel giro anche di poco tempo>>. La mamma lo abbraccia quasi commossa, si capisce che sia felice di quanto va accadendo a suo figlio, ma poi si ricompone e va subito a dare la notizia anche a suo marito. Loro non erano molto d’accordo quando Renato decise di andare ad abitare per conto proprio, ormai qualche anno fa; però adesso che le cose per il loro unico figlio stanno prendendo questa piega, si rendono subito conto che è soltanto un processo naturale e inevitabile quello che sta coinvolgendo il loro ragazzone.   

            <<Appena sarà possibile, dovresti presentarcela>>, dice il padre di Renato con una certa serietà. <<Almeno potremo formarci un’idea più precisa sulla tua collega>>. Il fatto che questa Monica svolga lo stesso lavoro di suo figlio, per sua opinione, è già comunque un piccolo elemento positivo da non sottovalutare nel proseguo delle cose, pensa ancora suo padre; e in ogni caso dimostra che ambedue hanno già un piano in comune su cui basarsi. <<Era ora che tu iniziassi a fare qualcosa di serio e ad imbastire la tua vita>>, dice ancora suo padre stringendogli una mano, come se gli concedesse già il suo appoggio incondizionato nella costruzione della propria esistenza. Poi Renato se ne va, dice che ha da fare delle cose, ma il fatto è che si sente imbarazzato nel parlare di quell’argomento, anche se non riusciva più a tenersi per sé una notizia di quel genere. Il problema è che con Monica non sono state introdotte molte certezze, e forse lui, nel desiderio di spianare qualche punto che per il momento resta insoluto tra loro due, tende a spingere tutto in avanti, nella speranza che poi tutte le cose tra di loro trovino presto una propria positiva soluzione.

            <<Non posso essere che soddisfatto per come tutto sta procedendo>>, riflette mentre percorre la strada verso casa; <<Anche se la soddisfazione che provo nell’immediato, quando sono con lei, si stempra rapidamente al momento in cui ci salutiamo, cioè appena mi affiorano nella testa dei dubbi che non so e che non riesco a risolvere da solo. Vorrei farle un mucchio di domande, sapere molte più cose su di lei e sul suo passato, ma riconosco sia da deboli chiedere delle cose personali, così cerco di interpretare la sua personalità tramite le poche cose che riesco a tradurre dai gesti, dalle espressioni, dalle poche frasi che Monica adopera per parlare di sé e delle proprie opinioni. Non dico che lei sia una sfinge incomprensibile, ma non sono neppure troppo chiari certi suoi comportamenti. In ogni caso devo accettare ciò che mi concede, e accontentarmi di quel poco che mi lascia comprendere, anche se vorrei già sapere molto più di lei. Mi piacerebbe poter parlare con chi la conosce più di me, ad esempio, ma anche tra i colleghi che lavorano al suo piano nessuno sembra abbia molte notizie, ed anche con tutti loro lei sembra sia stata sempre estremamente riservata. È stata sposata, pur per poco tempo, ma anche di questa esperienza sembra proprio non abbia mai desiderio di parlare>>.

            <<Forse tutto ciò non ha alcuna importanza: dovrei evitare di preoccuparmi di cose di questo genere, anche se i miei sentimenti verso Monica sono così forti che vorrei stare con lei per la maggior parte del tempo che abbiamo a disposizione, e poi condividere tutto con lei, fino alle cose più minute. Certo è che se il nostro rapporto potesse mettersi bene come spero, in seguito potrei trasferirmi addirittura nel suo grande appartamento, se non in pianta stabile almeno nel corso di qualche giorno alla settimana, anche per provare l’equilibrio di una nostra futura convivenza. Ma forse sto correndo troppo, e in fondo è meglio tenere i piedi per terra e cercare di non compiere dei passi falsi. Ciò non toglie che non vedo l’ora di fare insieme a Monica un sacco di cose: dei viaggi, ad esempio, delle scelte per il futuro, e forse iniziare poco per volta ad imbastire un’esistenza assieme.

 

            Bruno Magnolfi    

venerdì 3 gennaio 2025

Lato migliore della vita.


            <<Si, certo, è stato pubblicato, in linea con i tempi previsti; se passa qua da me le posso rilasciare i moduli da riempire con le istruzioni e il bando generale per la partecipazione a questa gara>>, dice Monica in risposta alla telefonata di quel Mauro dell’Associazione Culturale. <<D’accordo>>, fa lui di fretta. <<Allora passerò senz’altro da lei già domani mattina>>. Poi i due si salutano con cortesia e ringraziamenti, e lei osserva per un attimo sopra al piano del tavolo le copie di quei documenti di cui ha appena parlato, ricevute direttamente dagli uffici del piano superiore non più tardi di un’ora prima. quindi si alza dalla sua scrivania, prende la chiavetta della macchina per i caffè, e con un cenno agli altri impiegati della stanza si dirige lungo il corridoio per concedersi una meritata pausa di metà mattina. Ha fissato con Renato un orario preciso in cui vedersi ogni giorno al piano terra dell’edificio, ed anche se sono passati già cinque minuti dall’appuntamento, lei è sicura di trovarlo ancora nella saletta pronto ad attenderla. <<Buongiorno>>, dice lui difatti mentre Monica lo raggiunge. <<Ci sono forse delle novità?>>. Lei sorride, preme il pulsante luminoso nella macchina ed attende in silenzio che il meccanismo compia le proprie operazioni. <<No, non direi, se non le solite cose di ogni giorno>>, spiega alla fine. Le indecisioni di Renato vanno sempre colmate con delle risposte che non generino mai dei piccoli conflitti, pensa Monica, ma anzi usando termini che siano capaci di rendere anche ogni gesto ed ogni espressione maggiormente distensive.   

            La sera precedente lui, come d’accordo, è salito per la prima volta nell’appartamento della sua collega di lavoro, ha consumato insieme a lei una cenetta senza troppe pretese preparata in fretta da Monica, ha parlato a lungo con lei scambiando delle opinioni generiche di vari argomenti su cui ambedue hanno evitato di addentrarsi troppo in dettagli, o nello spingersi verso pensieri troppo complessi, e nella sostanza hanno trascorso una piacevole serata non troppo lunga e impegnativa. Quando lui se n’è andato, alla richiesta di un non meglio specificato bisogno di riposo da parte di Monica, lei si è comunque avvicinata lentamente a lui sempre guardandolo, e mentre si trovavano ormai praticamente sulla porta già socchiusa, lei si è fatta dare un bacio leggero, non troppo passionale, però esauriente per quello che sarà forse possibile far nascere in seguito. Molto probabilmente Renato è rimasto nel dubbio se insistere un po’ in quel preciso momento, oppure al contrario se non fosse stato assolutamente il caso, ma lei lo ha subito come leggermente spinto fuori, verso l’ingresso condominiale, pur con un sorriso ed una delicatezza carica di promesse per il loro futuro di probabile coppia. Lui, uscendo dal palazzo, si è sentito quasi confuso, ma in seguito ha realizzato che a suo parere tutto quanto in fondo stava andando proprio bene, anzi benissimo, e che certo non era proprio il caso di affrettare troppo le cose.   

            Monica ha sorriso, chiudendo la porta di casa sua, poi ha sistemato i piatti nella lavastoviglie ed infine ha osservato a lungo la propria espressione nello specchio del bagno, compiacendosi di quel poco che era appena accaduto, apprezzando vivamente il comportamento tenuto ed anche il proprio coraggio, pur rendendosi conto una volta di più di quanto la sua maschera avesse già iniziato a prendere definitivamente il posto della sua faccia vera. Le cose comunque adesso dovevano andare avanti come le aveva pensate fin dall’inizio, e niente del suo atteggiamento avrebbe dovuto tradire una pur minima debolezza. Renato era sicuramente un bravo ragazzo, e in fondo lei per nessun motivo lo avrebbe mai trascinato troppo nell’affrontare un calvario di dolore e sofferenza. Certo, lo avrebbe lasciato a un certo punto della loro relazione, questo era inevitabile; ma sicuramente lei avrebbe anche trovato le parole giuste per dimostrare a lui che il loro breve fidanzamento aveva rapidamente messo in luce delle differenze di carattere tra loro due, a proprio parere del tutto incolmabili. Lui avrebbe fatto resistenza, si sarebbe forse dibattuto all’interno delle perplessità messe avanti a tutto, ma alla fine, di fronte alla ferrea volontà di Monica nel non voler dar seguito alla loro storia, Renato si sarebbe arreso, e magari non avrebbe neppure trovato materia per insistere.

            Il fine vero di tutto quanto a quel punto lei lo avrebbe sentito crescere giorno dopo giorno dentro sé stessa, e questa dolce attesa avrebbe colmato di felicità la sua individuale scelta. Forse l’ultima volta di una ricerca di chiarimento da parte di Renato, lei gli avrebbe parlato di un altro uomo giunto all’improvviso nella sua vita, e questo fatto nuovo avrebbe interrotto sicuramente ogni altra possibilità di rivendicare, per una personalità introversa come la sua, qualcosa della loro veloce relazione. Il piano era perfetto, niente si sarebbe frapposto tra Monica e suo figlio, e la nascita di questo bambino avrebbe costituito per lei tutto il meglio possibile da avere nella propria vita.

 

            Bruno Magnolfi