Forse la
zia già da parecchio tempo aveva intuito qualcosa in più della personalità
leggermente sfuggente di Monica. Da giovane si era mostrata un po’ estroversa e
disordinata nei rapporti con gli altri, ma quando infine si era messa a fare
sul serio con quel ragazzo ben più grande di lei, aveva mostrato una calma che
precedentemente non le si sarebbe neppure riconosciuta. Ad un certo punto poi, quasi
di fretta, aveva deciso di sposarsi con quell’uomo, ma non tanto rivelando con
questo gesto un sentimento che con determinazione l’aveva portata fino a quella
decisione, quanto per tenere fede ad una presa d’atto che probabilmente aveva
maturato dentro sé stessa già in precedenza, quasi come per rispondere ad una
sceneggiatura ben scritta, corretta e adottata in mezzo ai propri desideri,
accettata e accarezzata da chissà quanto tempo all’interno della sua più segreta
personalità, e perciò alla prima occasione indirizzata verso quella immancabile
conclusione. Chissà poi se le era passato per la testa almeno qualche volta il
fatto che un matrimonio posto in opera con tale fretta e con questi rapidi preliminari
avrebbe facilmente mostrato in seguito qualche crepa. In effetti però, già dopo
pochi mesi, le cose tra lei e suo marito avevano iniziato vistosamente a
scricchiolare, e dopo un anno appena di convivenza coniugale nello spazioso
appartamento dove erano andati a vivere, loro due avevano cominciato a parlare
apertamente, anche con la famiglia di lei, di una inevitabile separazione da affrontare
di lì a poco, soprattutto dovuta a degli attriti di carattere non meglio
precisati, o almeno così, con queste banali parole e senza addentrarsi in altre
ulteriori spiegazioni, era stato tentato da parte di Monica di chiarirne
l’epilogo.
La zia, a
quell’epoca, non aveva provato neppure il desiderio di porre troppe domande,
limitandosi ad accettare senza alcuna rimostranza quelle decisioni ormai prese,
ma da quel momento in poi aveva iniziato ad incuriosirsi di più per i
comportamenti di lei, forse nel tentativo di comprendere meglio quali fossero i
reali desideri di questa ragazza a suo parere un po’ instabile. Poi era
trascorso un tempo piuttosto lungo, ed in quel periodo erano venuti a mancare sua
sorella e suo cognato, i genitori di Monica, anche se il cataclisma accaduto
non sembrava poi aver troppo scomposto le abitudini assodate nella vita
dell’orfana, rimasta a vivere da sola nel proprio appartamento. Però lei aveva
mostrato di andarsi lentamente ad accostare quasi con un moto progressivo e spontaneo
agli zii, peraltro in maniera del tutto comprensibile, iniziando a frequentarli
maggiormente e a parlare spesso con loro delle proprie giornate, del proprio
lavoro, di qualche pensiero che le attraversava la mente, pur restando spesso nel
vago, ogni volta che l’argomentare andava a sfiorare i suoi desideri, o i
propri diretti progetti per il futuro. Qualche volta la zia aveva persino
suggerito a Monica di cambiare qualcosa nella sua quotidianità, addirittura di
lasciare il proprio posto di impiegata comunale, considerata la buona eredità
lasciatale dai suoi genitori, ma lei, pur sorridendo ad ogni riferimento del
genere, non aveva mai accettato alcun consiglio.
Adesso, sia
alla zia che a suo marito, pare quasi che le giornate di Monica si vadano
sprecando in un tedio e in una monotonia non avversate dalla volontà di
contrastarle, al punto che, anche in considerazione della mente in fondo brillante
e curiosa della nipote, appare quasi impossibile il mantenimento di questa
specie di rassegnazione che lei pare sfoderare continuamente, affiancata ad uno
scarso interesse, per non dire distanza, da ogni altro uomo sulla terra. Sembra
quasi che il desiderio di costruirsi una propria famiglia, una volta naufragato
il precoce matrimonio, sia diventato per Monica il pretesto per allontanare
ogni possibilità di provare di nuovo quello stesso percorso. Per cui, venire adesso
a sapere dalla sua viva voce di come all’improvviso lei abbia iniziato insperatamente
a frequentare un collega di lavoro per di più scapolo e della stessa età sua, è
una notizia che sembra voler allargare il cuore, anche se non è certo prodotta
con quell’enfasi che ci si attenderebbe in un caso del genere, ma al contrario sibilata
al telefono giusto per parlare di qualcosa e chiedere qualche delucidazione su
una ricetta di un piatto da cucinare per due. Neppure il nome di battesimo di
questo impiegato viene chiarito in questa conversazione, e considerata la
riservatezza della zia in cose del genere, nessuna domanda le viene formulata
al momento, lasciando solo al tempo la possibilità di evidenziare il risultato,
nel caso se ne delineasse qualcuno degno di nota.
<<Non
ha importanza>>, dice poi la zia a suo marito, una volta riagganciato
l’apparecchio telefonico. <<Monica è sempre stata una ragazza
particolare: probabilmente non sarà possibile saperne di più sulle sue
decisioni, ma sono convinta che prima o dopo ci farà ancora qualche sorpresa,
nella speranza che le cose per lei si rivelino esattamente così come le ha sempre
desiderate>>.
Bruno
Magnolfi
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