I suoi
genitori sono sempre molto contenti quando Renato passa da casa loro per
salutarli. Quando sono assieme lui generalmente tratta soltanto di argomenti
piuttosto banali, senza addentrarsi mai a spiegare troppo i suoi propositi
oppure i propri reali desideri, giusto ad evitare che loro sfoderino consigli
non richiesti o ricomincino con le solite risapute raccomandazioni, ma stavolta
Renato non riesce a trattenersi, e rivela a sua madre, mentre lei in piedi in
cucina sta preparando un semplice caffè per tutti, che c’è una sua brava collega
di ufficio che ha iniziato a frequentare fuori orario di lavoro. <<Non è
niente di particolarmente importante, almeno per il momento>>, dice lui; <<Poco
più di un’amicizia. Però potrebbe divenire qualcosa in più, ed il fatto che
nessuno di noi due ormai è più un ragazzo, impone un comportamento sicuramente
serio ma contemporaneamente anche poco blando. Ciò significa che se le cose,
proprio come spero, proseguono ad andare bene tra di noi, con una certa
probabilità potremmo prendere delle importanti decisioni nel giro anche di poco
tempo>>. La mamma lo abbraccia quasi commossa, si capisce che sia felice
di quanto va accadendo a suo figlio, ma poi si ricompone e va subito a dare la
notizia anche a suo marito. Loro non erano molto d’accordo quando Renato decise
di andare ad abitare per conto proprio, ormai qualche anno fa; però adesso che
le cose per il loro unico figlio stanno prendendo questa piega, si rendono
subito conto che è soltanto un processo naturale e inevitabile quello che sta
coinvolgendo il loro ragazzone.
<<Appena
sarà possibile, dovresti presentarcela>>, dice il padre di Renato con una
certa serietà. <<Almeno potremo formarci un’idea più precisa sulla tua
collega>>. Il fatto che questa Monica svolga lo stesso lavoro di suo
figlio, per sua opinione, è già comunque un piccolo elemento positivo da non
sottovalutare nel proseguo delle cose, pensa ancora suo padre; e in ogni caso
dimostra che ambedue hanno già un piano in comune su cui basarsi. <<Era
ora che tu iniziassi a fare qualcosa di serio e ad imbastire la tua
vita>>, dice ancora suo padre stringendogli una mano, come se gli concedesse
già il suo appoggio incondizionato nella costruzione della propria esistenza. Poi
Renato se ne va, dice che ha da fare delle cose, ma il fatto è che si sente
imbarazzato nel parlare di quell’argomento, anche se non riusciva più a tenersi
per sé una notizia di quel genere. Il problema è che con Monica non sono state introdotte
molte certezze, e forse lui, nel desiderio di spianare qualche punto che per il
momento resta insoluto tra loro due, tende a spingere tutto in avanti, nella
speranza che poi tutte le cose tra di loro trovino presto una propria positiva
soluzione.
<<Non
posso essere che soddisfatto per come tutto sta procedendo>>, riflette
mentre percorre la strada verso casa; <<Anche se la soddisfazione che provo
nell’immediato, quando sono con lei, si stempra rapidamente al momento in cui
ci salutiamo, cioè appena mi affiorano nella testa dei dubbi che non so e che non
riesco a risolvere da solo. Vorrei farle un mucchio di domande, sapere molte
più cose su di lei e sul suo passato, ma riconosco sia da deboli chiedere delle
cose personali, così cerco di interpretare la sua personalità tramite le poche
cose che riesco a tradurre dai gesti, dalle espressioni, dalle poche frasi che Monica
adopera per parlare di sé e delle proprie opinioni. Non dico che lei sia una
sfinge incomprensibile, ma non sono neppure troppo chiari certi suoi
comportamenti. In ogni caso devo accettare ciò che mi concede, e accontentarmi
di quel poco che mi lascia comprendere, anche se vorrei già sapere molto più di
lei. Mi piacerebbe poter parlare con chi la conosce più di me, ad esempio, ma
anche tra i colleghi che lavorano al suo piano nessuno sembra abbia molte
notizie, ed anche con tutti loro lei sembra sia stata sempre estremamente
riservata. È stata sposata, pur per poco tempo, ma anche di questa esperienza
sembra proprio non abbia mai desiderio di parlare>>.
<<Forse
tutto ciò non ha alcuna importanza: dovrei evitare di preoccuparmi di cose di
questo genere, anche se i miei sentimenti verso Monica sono così forti che vorrei
stare con lei per la maggior parte del tempo che abbiamo a disposizione, e poi condividere
tutto con lei, fino alle cose più minute. Certo è che se il nostro rapporto potesse
mettersi bene come spero, in seguito potrei trasferirmi addirittura nel suo
grande appartamento, se non in pianta stabile almeno nel corso di qualche
giorno alla settimana, anche per provare l’equilibrio di una nostra futura convivenza.
Ma forse sto correndo troppo, e in fondo è meglio tenere i piedi per terra e
cercare di non compiere dei passi falsi. Ciò non toglie che non vedo l’ora di
fare insieme a Monica un sacco di cose: dei viaggi, ad esempio, delle scelte
per il futuro, e forse iniziare poco per volta ad imbastire un’esistenza
assieme.
Bruno
Magnolfi
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