mercoledì 16 luglio 2025

Argomenti non attinenti.


            Durante tutta la giornata ci sono delle ore in cui all’interno del mio locale generalmente non si fa vedere nessuno, o comunque è difficile che qualcuno entri. Sono i momenti morti, quelli in cui controllo i conti, preparo gli ordini, o lascio volentieri a mia moglie il compito di darmi il cambio dietro al bancone. Noi abitiamo l’appartamentino sopra l’osteria, e praticamente oramai non facciamo alcuna differenza tra la vita privata e il nostro lavoro. Serviamo soprattutto dei quarti di vino ai pensionati che trascorrono il pomeriggio sui tavoli a giocare alle carte, ma riempiamo con gli affettati anche qualche panino, e poi c’è sempre qualcuno che si ferma volentieri a parlare con me del più e del meno, magari mentre lavo i bicchieri e li ripongo sugli scaffali. Anche mio figlio ogni tanto viene giù a dare una mano durante le serate, ma io preferirei che non aspirasse a fare il lavoro dei suoi genitori quando sarà più grande. Lui intanto studia, frequenta al mattino un istituto tecnico nella cittadina vicina, ed ogni giorno prende la corriera insieme a diversi altri ragazzi del paese con gli zaini pieni di libri. Naturalmente è difficile che non veniamo messi al corrente di ciò che succede o che si mormora nel nostro paese. Così la novità di questo ragazzo senegalese giunto fin qui a lavorare nell’officina di Aldo, pare continui a tenere banco tra i nostri compaesani.

            Per un altro lungo periodo di tempo invece si era parlato in tutte le maniere di quel Toni Boi, cognato di Carlo, rinchiuso per anni in una clinica psichiatrica, perenne depresso e giudicato matto da tutti quanti, fino a quando non è tornato all’improvviso a girare per le strade del borgo, anche se nessuno di noi da quel momento in avanti è mai stato capace di scambiarci una sola parola, visto che stava sempre da solo, silenzioso, per conto suo, semplicemente emettendo ogni tanto degli strani versi con la bocca, ma senza una vera ragione. Però ultimamente anche lui sembra migliorato, almeno a detta di tutti. Ancora non parla, gira per la piazza, lo noto a volte mentre servo qualche cliente dietro al mio bancone, e poi sta lì, ascolta gli altri quando fanno un capannello a parlare di calcio o di politica, ma sembra adesso che segua perfettamente quello che dicono, e in tanti sono convinti che prima o dopo aprirà la bocca e tirerà fuori la propria opinione su tutto quanto. Intanto legge i libri, e quello sono tutti sicuri che lo sa fare bene, visto che frequenta continuamente la biblioteca comunale.

            Ieri poi, a detta di diverse persone, sembra che Barbara, la nostra instancabile bibliotecaria, abbia accolto nei suoi locali Toni Boi insieme proprio a questo ragazzo di colore, e i due si sono messi seduti davanti ad un tavolo, a studiare i rudimenti della nostra lingua. Cioè, Toni faceva l’insegnante, e l’altro ascoltava senza perdere una sola sillaba. Qualcuno è venuto a dirmi che stando così le cose sarebbe bene che se ne stessero per conto loro quei due, visto che non sono molto utili in paese, però sembra che sia stato addirittura il nostro Sindaco Rimonti ad incoraggiare tutta la faccenda. Naturalmente non si parla quasi d’altro nella mia osteria, anche perché il ragazzo senegalese sembra che in officina ci sappia fare, anche se in molti ancora si raccomandano con Aldo di non lasciare a lui i lavori da fare sulla propria macchina. Mio figlio dice che questo migrante sa anche giocare al calcio, e la domenica pare lo abbiano inserito nella squadra locale, dove sembra cavarsela piuttosto bene.

            Si sono aperte discussioni di ogni genere su tutto questo, ed ovviamente c’è chi sta persino dalla parte del senegalese, anche se la maggior parte lo vorrebbe al più presto fuori dai confini del nostro piccolo Comune; in ogni caso la colpa di tutto viene sempre più attribuita al Sindaco, e stando a quello che si dice sembra proprio che per questo motivo non riuscirà ad essere rieletto quando andremo tutti al voto. Il Rimonti, quando passa qua davanti, si limita a sorridere alla gente e a stringere tutte le mani che gli porgono, ma qualcuno sospetta che in qualche maniera abbia il suo tornaconto nell’incoraggiare certe operazioni. Comunque, la cosa che fa più paura è che a seguito di questo ragazzo di colore ne arrivino degli altri, oppure tutta la sua famiglia, e che in capo a poco tempo si perdano le caratteristiche umane del nostro paese, costituite da famiglie residenti in queste case e per queste strade da numerose generazioni. Per mio conto, io mi guardo bene dal prendere posizione su  argomenti di tal genere, e continuo semplicemente a mescere il vino sia a quelli che a quegli altri, e con mia moglie e anche mio figlio mi raccomando quasi ogni giorno di comportarsi assolutamente nella medesima maniera. Ci vuole poco a perdere la clientela, lo so perfettamente, e questo non deve proprio accadere per argomenti che in fondo neppure ci riguardano.

 

            Bruno Magnolfi   

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