sabato 5 luglio 2025

Vivace fantasia.


            Lei è una ragazza di sedici anni, cugina di Marco, e quindi nipote del Sindaco del paese. Si chiama Sara, ed ogni mattina, insieme a diversi altri ragazzi, tra cui anche Marco, sale sulla corriera per recarsi al liceo che frequenta nella città più vicina. Suo cugino non ha un grande rapporto con lei, spesso anzi tende del tutto ad ignorarla, anche se ovviamente sarebbe sempre pronto a difenderla se per qualche motivo occorresse il proprio intervento. Ha i capelli nerissimi tagliati a caschetto, ed un’espressione spesso sorridente, ed anche se non ha molte amiche, soprattutto per una certa evidente timidezza, ugualmente è capace di intessere dei rapporti abbastanza profondi tra alcuni dei suoi coetanei, che poi si dimostrano sempre gli stessi. Ha un’amica del cuore con la quale è anche vicina di banco all’interno della stessa classe, per cui tra loro due c’è uno scambio continuo di informazioni su qualsiasi argomento, studiando assieme e prestandosi vicendevolmente gli appunti delle lezioni, in maniera da confrontare regolarmente i loro diversi modi di apprendere. I suoi risultati difatti sono piuttosto apprezzabili, e lei dimostra ogni giorno di studiare volentieri e di svolgere il proprio ruolo di studentessa con una certa passione e determinazione.

            Il viaggio in corriera non è troppo lungo, ma Sara, durante il tragitto, sprofondata nel posto a sedere vicino al finestrino, invece di scambiare le solite chiacchiere svogliate, certe volte appunta qualcosa sul suo diario, elencando le proprie impressioni su tutto ciò che le accade o che lei vorrebbe accadesse. La sua scrittura è talmente piccola e sgangherata che nessuno degli altri ragazzi, anche ritrovandosi seduti accanto a lei, riuscirebbe mai a comprendere una sola parola di quelle frasi che annota velocemente sopra la carta. Il suo non è un diario segreto, ma non sarebbe troppo contenta se qualcuno in qualche maniera fosse in grado di decifrare quei suoi pensieri, fatta eccezione della sua amica, naturalmente. In ogni caso prova spesso la necessità di condividere ciò che le passa in mezzo alla testa con qualcuno di cui ha piena fiducia, ed anche se la sua compagna certe volte non la segue su questo percorso mentale, a Sara non importa poi troppo: è consapevole che non è possibile essere sempre d’accordo con tutti, e poi, conservare una propria opinione personale, resta comunque secondo il suo parere qualcosa di estremamente importante. 

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<<Me ne sono innamorato immediatamente, appena l’ho vista. I suoi modi, la sua espressione, quella luce negli occhi così particolare; non mi sono fatto accorgere di nulla, naturalmente, ma essendosi seduta di fronte a me ad un tavolo non troppo distante, mi era risultato impossibile non volgere lo sguardo almeno ogni tanto verso di lei, anche se solamente in modo sfuggente. Anche lei credo mi abbia guardato in più di una occasione: sono sicuro che era la prima volta che ci incontravamo, ed immediatamente ho pensato a quando mai sarebbe stato possibile per me rivederla di nuovo. Mentre cercavo di concentrarmi su ciò che stavo facendo, contemporaneamente tentavo di immaginare un posto in paese che quella ragazza potesse frequentare, ma alla fine non sono stato per niente capace di mettere a fuoco un luogo del genere. L’altra, insieme con lei, sembrava conoscerla bene: parlavano sottovoce tra loro, non riuscivo a comprendere niente di ciò che dicevano, ma i loro modi erano senz’altro quelli di chi si conosce e si frequenta senz’altro da molto tempo.

            Ho addirittura pensato che avrei potuto andarle vicino e chiederle qualcosa, una sciocchezza qualsiasi, ma non trovavo al momento assolutamente niente in grado di offrirmi questa possibilità, e in più non mi sentivo nelle condizioni di sciupare tutto quanto con uno stupido gesto. Perciò mi sono accontentato di fantasticare soltanto un po’ su di lei, e immaginare di accarezzare i suoi capelli, di dirle qualcosa magari a distanza ravvicinata come vedevo fare alla sua amica, e per un attimo mi è quasi parso di conoscere questa ragazza da molto tempo, come se ci avvicinasse qualcosa di sedimentato da chissà quanto dentro di me. Studiavano, le due amiche, o elaboravano qualcosa che forse era la preparazione ad un esame o qualcosa del genere, e a me sembrava che i miei pensieri fossero dolci parole che per magia potessero giungere fino alle orecchie di questa ragazza per me sicuramente bellissima. Poi mi sono scosso, ho cercato di muovere qualcosa sul piano del tavolo dove mi trovavo, in modo da mostrare che c’ero, che ero qui, di fronte a lei, e che mi stavo consumando dalla voglia di scambiare almeno una parola con lei.

            Alla fine, loro si sono alzate dalle sedie, hanno messo via i quaderni e le altre cose, e poi sono uscite da lì, lasciandomi in un estremo disordine mentale. Ho cercato di voltarmi più di una volta per capire da quale parte potessero prendere una volta fuori dall’edificio, ma non mi è stato possibile comprendere neppure questo. Quando anche io, dopo un certo tempo, ho potuto finalmente aprire la porta per andarmene, le due ragazze naturalmente non c’erano più sulla strada, svanite, come se tutto quanto fosse stato soltanto un sogno, o una semplice invenzione della mia fantasia>>.

 

            Bruno Magnolfi

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