<<Caro
Diario, oggi, per la prima volta, mi sono resa conto, senza che l’avessi mai
riflettuto in precedenza, che dentro di me vive una ragazza rivoluzionaria.
Sarà anche per il fatto che mio padre e mio zio incarnano una visione molto
maschile del mondo, e considerando le loro attività (uno, è il commercialista
del nostro paese, e l’altro svolge addirittura il ruolo di Sindaco),
probabilmente non potrebbe essere altro che così, visto che loro conoscono
tutti gli abitanti del luogo, e da tutti sono tenuti in gran conto, ma
all’improvviso sento di provare una volontà di riscatto femminile, nonostante
abbia solo sedici anni. La mia amica Laura dice che sono fuori di testa, che
non sarà mai possibile cambiare lo stato delle cose, e che se credo di poter
mettermi contro l’andamento corrente delle cose, sarò destinata ad un futuro
composto soltanto da dispiaceri. Io le ho sorriso quando lei ha tirato fuori
questo argomento, e le ho fatto subito presente che anche mio cugino Marco
(figlio del Sindaco), ha un atteggiamento di indubbia superiorità nei miei
confronti, qualcosa che inizialmente pensavo fosse soltanto dovuto al fatto che
lui ha un’età, anche se di poco, superiore alla mia, ma che ripensandoci meglio
mi ha fatto rendere conto che è soltanto per via del fatto che lui è un
maschio, ed io no. Eppoi c’è anche un’altra ragione: è arrivato in paese (credo
da poco) un ragazzo di colore a mio parere bellissimo, di cui naturalmente
tutti parlano male, tirando fuori i soliti triti argomenti (ruba il lavoro ai ragazzi
del posto, spianerà presto la strada ad altri africani, importerà usi e costumi
a noi del tutto estranei, ecc.), ed improvvisamente io ho visto in lui semplicemente
la persona dei miei sogni. I suoi modi sono gentili, attenti, giudiziosi, ed
anche se non gli ho mai parlato, ho notato già diverse cose standogli di fronte
ieri pomeriggio ai tavoli della biblioteca pubblica.
Niocke, mi
hanno detto si chiama; e se soltanto diventassi sua amica, e mi facessi vedere
in giro in paese insieme ad un ragazzo del genere, sono sicura che chiunque
avrebbe da dire che mi sto mettendo su una strada sbagliata. Per questo mi
sento rivoluzionaria, perché non ho alcuna voglia di assoggettarmi ai giudizi
della gente di questa borgata, e se sarò capace di incontrarlo di nuovo e
magari di parlare con lui, sono sicura che non mi porrò alcun problema nel
trattarlo come qualsiasi altro ragazzo. Essendo la mia famiglia molto in vista
nel nostro piccolo paese, va da sé che la presenza costante di mio padre e mio
zio nei discorsi di tutti (anche riferiti a me, certe volte), alla lunga divenga
asfissiante, ed io nel prossimo futuro sento tutta la necessità di affermare
una personalità tutta mia. Non che desideri usare un immigrato per tirare fuori
ciò che coltivo forse da sempre dentro di me, ma se scoprissi che questo
ragazzo è esattamente come me lo sono immaginata, non avrò alcun problema nel
mostrarmi in contrasto con l’opinione di tutti. Per questo ho deciso che
tornerò presto nella nostra biblioteca, proprio per cercare l’occasione
propizia per parlare con Niocke, sempre che lui frequenti ancora quel luogo; per
capire quello che pensa, che cosa ha in mente di fare, come si pone nei
confronti degli abitanti di questa cittadina tanto provinciale. Ancora non ne
ho parlato con la mia amica Laura, e credo che non lo farò, proprio per non
sentirmi dire ciò che già immagino.
Così, uno
di questi pomeriggi, tanto identici uno all’altro, andrò in biblioteca, e
magari chiederò all’impiegata se sa dirmi in quali giorni Niocke si reca in
quelle sale. Ho visto che lui si faceva impartire delle lezioni di scrittura da
quel Toni Boi che tutti qui dicono pazzo, ma che sembrava completamente a suo
agio nella funzione di insegnante, forse tirando fuori con una persona giunta
da poco, delle attitudini che nessuno ha mai riconosciuto in lui. Caro Diario,
mi è piaciuto molto questo connubio tra loro due, forse perché del tutto
inedito, e cercando di ascoltare quello che loro si dicevano, ho capito
rapidamente che il desiderio più forte di Niocke è soltanto quello di imparare
a leggere correttamente la lingua italiana, così da poter scorrere e interpretare
i testi, e in seguito forse studiare qualcosa di cui è interessato. Mi pare un
programma perfetto per uno come lui, e devo proprio dire che se fossi nelle sue
condizioni farei esattamente la medesima cosa: trovare qualcuno in grado di
traghettare la propria curiosità e i propri desideri verso orizzonti più alti di
quelli a cui vengono normalmente destinati i migranti. Dare ali ai propri
pensieri, impegnarsi nel dimostrare di essere qualcosa di diverso da quello che
tutti possono e vogliono sempre pensare di una persona di colore. Con queste
premesse, credo che avrò prima o dopo degli scontri sicuri in famiglia e soprattutto
con mio cugino, ma questo non ha per me alcuna importanza: adesso è come se
fosse arrivato il momento di dire a tutti il mio sincero parere, e quello di
confrontarmi con dei modi di essere e di ragionare forse un po’ diversi dai miei,
ma anche proprio per questo assolutamente affascinanti>>.
Bruno
Magnolfi
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