mercoledì 1 ottobre 2025

Proprie decisioni.


            D’improvviso mi sento la testa che vaga dappertutto senza trovare una certezza a cui minimamente appigliarsi, ed anche se cerco di guardarmi attorno e capire da qualche dettaglio che cosa sia meglio per me in questo momento, nessun particolare che scorro con gli occhi mi è in qualche modo d’aiuto, lasciandomi confuso e perplesso, incapace di decidere cosa mai devo fare. Mi suonano nelle orecchie le voci di tutti quando chiamano il mio nome con quel mezzo sorriso sopra la faccia che oramai conosco da sempre, e ripetono: <<Toni, Toni, come va? Hai trovato la fidanzata?>> Oppure: <<Toni Boi, stai qua con noi che ti spieghiamo come si fa a trovare una bella ragazza e a parlare con lei, fino a convincerla che può tenerti la mano e passeggiare per il paese con te>>. Li ho sempre lasciati perdere quei loro discorsi insensati, ho sempre tirato dritto per la mia strada senza rispondere, senza parlare mai con nessuno, solo qualche volta urlando per coprire quelle parole così fastidiose, quelle frasi mortificanti, lasciando tutti questi perditempo alla loro puerilità. Mi giudicano ancora un pazzo, uno svitato, uno di cui non è proprio possibile fidarsi, ed io non ho mai fatto niente per dimostrare che oramai sono guarito da un pezzo dalla mia depressione, e che adesso sto bene, che non ho più neppure la voglia di stare ai loro scherzetti.

            Però in questo momento c’è da mettere a punto delle scelte precise, c’è da mostrare da quale parte schierarsi, ed io adesso non sto più tanto bene, avrei bisogno di aiuto, di qualcuno che fermi questa realtà che si muove incessantemente senza darmi la possibilità di comprendere appieno come stiano effettivamente le cose. Cammino per il paese, ascolto gli altri che parlano, che mi salutano come sempre hanno fatto, e proseguono a fare gli spiritosi con me, per il mio mutismo, per la mia necessità di rimanere in silenzio, spesso scambiata per incapacità a comprendere le cose che vengono dette, quegli argomenti che riempiono le bocche di tutti. Potrei arrivare facilmente fino all’officina dove Niocke ora sta lavorando, chiedergli di dirmi qualcosa, di chiarire il suo pensiero con me, di soccorrermi nel comprendere che cosa davvero abbiamo di fronte, ma neanche lui, mi rendo sempre più conto, può davvero aiutarmi. Sono più solo che mai, questo è il punto, alla vigilia di qualcosa che aleggia nell’aria e che dovrà pur accadere, mentre io ancora non ho preso alcuna decisione, e probabilmente non riuscirò neppure a prenderla nei tempi giusti. Vorrei tanto ci fosse ancora mia madre a consigliarmi quale sia la scelta giusta da fare, e forse riesco ancora a sentirla vicina ogni tanto, ma non dice niente, non mi chiarisce per nulla quale sia la strada migliore per me.  

            Affondo lo sguardo nelle parole di qualche libro meraviglioso mentre sto seduto nella piccola biblioteca comunale, ma non riesco più neppure a leggere con serenità, sentendomi come sballottato dalle onde di un mare in burrasca, con dei frangenti che si muovono incessantemente, confondendo qualsiasi pensiero, ed imbrogliando continuamente le parole del libro che vorrei scorrere, che si mescolano continuamente tra loro, come piccoli galleggianti a pelo d’acqua spostati in ogni direzione dalla forza del vento e di questi marosi. Vorrei piangere, urlare, disperarmi, ma fortunatamente, come dice mia sorella quando insiste perché mi ricordi di prenderle, ci sono quelle pasticche che mi prescrive il medico, che mi lasciano rilassato, più calmo, e non mi permettono di lasciarmi andare al nervosismo e all’isteria. Non so quale sia il mio futuro, ho sempre immaginato di potermene disinteressare, e vivere giorno per giorno senza preoccuparmi di niente, ma ora le cose si sono fatte più complicate, e questo schema non è più adatto alla realtà che si profila all’orizzonte. Poi trovo un testo, scorrendo lo scaffale da cui scelgo di solito i libri da leggere, che parla di passato storico, di torture inflitte agli avversari, di disprezzo nei confronti di gente che per qualche motivo appare diversa da chi detiene il potere, e poi di arroganza, di cattiveria, di barbarie usate per reprimere qualsiasi legittimo istinto di rivolta, e ancora di prigionie intollerabili, di situazioni al limite di ogni umana sopportazione, e allora mi sembra che io possa ancora resistere di fronte a qualcosa che in fondo sta solamente dentro di me, e non viene da una costrizione di altri individui nei miei confronti.

            Decido che la mia risoluzione finale sarà una non scelta, un restare in equilibrio tra le cose forse da fare e quelle da cui non sentirmi coinvolto, e pur rendendomi conto in questa maniera di essere soltanto uno qualsiasi tra tutti coloro che stanno in silenzio senza prendere mai una direzione precisa verso cui muoversi, ugualmente credo che non sia il momento più adatto per me di uscire allo scoperto e di mostrarmi a tutti gli abitanti di questo paese come uno sciocco, una bandiera che si muove col vento, influenzato semplicemente dalle voci dei più forti e dalle posizioni più nette nelle proprie decisioni. Forse non sarà giusto comportarmi così, ma almeno tutto questo mi permetterà di essere libero di avere anche in seguito la mia personale opinione.

 

            Bruno Magnolfi

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