lunedì 3 agosto 2009

Le scelte.

            

            Sapeva di avere dentro di sé una fragilità innata, delle incertezze profonde, una insicurezza invalicabile, e per questo motivo aveva sempre cercato di mascherare questa sua caratteristica con delle pause, quando affrontava qualche argomento, con dei silenzi, con certe espressioni cariche di dubbi, che lasciassero trasparire la sua profonda ricerca del pensiero e della definizione migliore.  A lui non importava affatto decidere, gli bastava fare le cose con il massimo dell’accordo e della tranquillità con tutti gli altri, senza mai arrivare a discussioni sterili e rancorose. Con il tempo aveva imparato ad evitare certi argomenti, girare attorno a dei pareri spigolosi, sfumare le opinioni che potevano apparire maggiormente ostiche. Molto era dato dalla maniera come si affrontavano le cose, anzi, secondo lui quasi tutto era stabilito dalla forma e dalle espressioni con cui le proprie ragioni venivano sostenute: se si evitavano sparate decise su argomenti opinabili, e si riusciva a portare avanti un comportamento morbido e aperto, anche se le sue convinzioni non erano così ferree e definite, trovava in questo modo la maniera per apparire più persuaso di ciò che sosteneva. Alla fine, tramite quel suo comportamento, e fin da quando era più piccolo, lui rimaneva in disparte, come poco interessato agli argomenti in discussione, limitandosi in genere a metter giù soltanto cose vaghe, ma che generalmente davano fuoco alle persone maggiormente impulsive, le quali raccoglievano lo stimolo portandolo avanti e concludendolo. Ecco, questo era il suo scopo principale, indipendentemente dal contenuto della discussione, arrivare al punto che qualcuno decidesse anche per lui, con convinzione, con determinazione, tirando fuori l’ultimo anello conclusivo di una catena alla quale anche lui aveva sicuramente dato il suo apporto, e quasi sempre gli veniva riconosciuto, in modo che la sua figura non appariva quasi mai di secondo piano, ma anzi sembrava quello che sa lavorare nell’ombra, portando le persone ad un punto che per magia di ambiguità sembrava da lui già previsto. Con lei le cose erano state anche più complicate, tanto da fargli intavolare, in molte occasioni, delle vere e proprie strategie di manovra, maniere pensate e studiate per riuscire a far emergere, nelle scelte che prendevano in due, anche una sua evidente opinione, anche se, di fatto, era solo il suo modo dubbioso, poco chiaro, esageratamente riflessivo, che riusciva a far scaturire con positivo risalto le decisioni di lei. Infine, dopo che si erano finalmente sposati, lui aveva deciso di smettere con quel suo comportamento che molte volte gli era pesato: aveva lasciato che lei decidesse senza problemi tutto quello che riguardava anche lui, sedendosi una volta per tutte e smettendo di preoccuparsi dei rapporti con gli altri. 


            Bruno Magnolfi

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