Tutto era
pronto. Luca era già andato a prendere confidenza col palco, e assieme agli
altri aveva calcolato le postazioni, si era preparato i fogli con i testi e con
i pezzi per la serata. Non era il primo concerto che faceva assieme a quel
coro, tutti ragazzi e ragazze dai dodici ai quindi anni, ma anche se alle
serate che la scuola di musica organizzava per loro, intervenivano sempre poche
persone, giusto qualche decina, stavolta qualcosa di diverso lo faceva tremare.
Elisa gli aveva preso una mano, durante quel pomeriggio, e lo aveva guardato
negli occhi con uno sguardo che lui non aveva mai visto, e anche se lei
probabilmente aveva fatto così come per fare una cosa qualsiasi, quasi come
sembrasse annoiata delle prove o degli altri ragazzi, per Luca non era stata
nella stessa maniera. Un brivido gli si era inserito nel profondo dell’animo,
come se all’improvviso non avesse più avuto coscienza di sé, persino di ciò che
doveva cantare, della sua partitura provata e riprovata con gli altri chissà
quante volte. Era assurdo, aveva pensato subito dopo. Non era possibile perdere
così la ragione, eppure si era sentito come completamente perduto, lontano
mille chilometri dal modello che aveva sempre seguito. Mentalmente aveva
cercato dei punti fermi che lo riportassero il più velocemente possibile a
sentirsi di nuovo esattamente se stesso, ma i suoi pensieri avevano cominciato,
come per autonomo moto, ad andare tutti verso di lei, verso Elisa, a pensare
alle cose che forse stava facendo, con chi stava parlando, a quello che poteva
dire o pensare, e soprattutto al motivo che l’aveva portata a quel gesto
d’affetto improvviso che Luca in cuor suo aveva desiderato da mesi. Adesso lui
era lì, con i suoi vorticosi pensieri, questa era la cosa importante, anche se
si sentiva la febbre, e lei più tardi sarebbe stata accanto a lui sopra al
palco, mentre stava nascendo la loro storia d’amore, mentre già fermentava il
loro sentimento più bello e più nobile, e tutti i loro pensieri, i gesti, gli
sguardi, sarebbero stati in funzioni di quello, e chissà dove li avrebbe
portati quell’intesa profonda, lui già immaginava il futuro, proiettandosi in
avanti nei mesi e negli anni. Luca girò tutto quanto il piccolo teatro
all’aperto pieno di gente dell’organizzazione e di parenti dei ragazzi del
coro, fino a che vide Elisa intenta a ridere e parlare assieme a due o tre
ragazzi. Le andò vicino con il cuore in subbuglio, e lei, con impercettibile
gesto, gli fece cenno di seguirla di là, dentro alla Casa della Cultura. Quando
infine furono soli, lei lo tirò a sé, contro una parete dipinta di bianco, e
gli stampò un bacio sopra la bocca che Luca non avrebbe dimenticato mai più.
Poi, gli dette come una piccola spinta ed uscì, quasi di corsa, lasciandosi
dietro alle spalle una dolce risata armoniosa. Il maestro di musica non capì
assolutamente le ragioni di Luca, pur chiedendo e domandando di nuovo, anche se
dovette rendersi conto che per quella serata, il coro e il concerto avrebbero
dovuto fare a meno di lui.
Bruno Magnolfi
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