domenica 2 agosto 2009

Il coro.

           

            Tutto era pronto. Luca era già andato a prendere confidenza col palco, e assieme agli altri aveva calcolato le postazioni, si era preparato i fogli con i testi e con i pezzi per la serata. Non era il primo concerto che faceva assieme a quel coro, tutti ragazzi e ragazze dai dodici ai quindi anni, ma anche se alle serate che la scuola di musica organizzava per loro, intervenivano sempre poche persone, giusto qualche decina, stavolta qualcosa di diverso lo faceva tremare. Elisa gli aveva preso una mano, durante quel pomeriggio, e lo aveva guardato negli occhi con uno sguardo che lui non aveva mai visto, e anche se lei probabilmente aveva fatto così come per fare una cosa qualsiasi, quasi come sembrasse annoiata delle prove o degli altri ragazzi, per Luca non era stata nella stessa maniera. Un brivido gli si era inserito nel profondo dell’animo, come se all’improvviso non avesse più avuto coscienza di sé, persino di ciò che doveva cantare, della sua partitura provata e riprovata con gli altri chissà quante volte. Era assurdo, aveva pensato subito dopo. Non era possibile perdere così la ragione, eppure si era sentito come completamente perduto, lontano mille chilometri dal modello che aveva sempre seguito. Mentalmente aveva cercato dei punti fermi che lo riportassero il più velocemente possibile a sentirsi di nuovo esattamente se stesso, ma i suoi pensieri avevano cominciato, come per autonomo moto, ad andare tutti verso di lei, verso Elisa, a pensare alle cose che forse stava facendo, con chi stava parlando, a quello che poteva dire o pensare, e soprattutto al motivo che l’aveva portata a quel gesto d’affetto improvviso che Luca in cuor suo aveva desiderato da mesi. Adesso lui era lì, con i suoi vorticosi pensieri, questa era la cosa importante, anche se si sentiva la febbre, e lei più tardi sarebbe stata accanto a lui sopra al palco, mentre stava nascendo la loro storia d’amore, mentre già fermentava il loro sentimento più bello e più nobile, e tutti i loro pensieri, i gesti, gli sguardi, sarebbero stati in funzioni di quello, e chissà dove li avrebbe portati quell’intesa profonda, lui già immaginava il futuro, proiettandosi in avanti nei mesi e negli anni. Luca girò tutto quanto il piccolo teatro all’aperto pieno di gente dell’organizzazione e di parenti dei ragazzi del coro, fino a che vide Elisa intenta a ridere e parlare assieme a due o tre ragazzi. Le andò vicino con il cuore in subbuglio, e lei, con impercettibile gesto, gli fece cenno di seguirla di là, dentro alla Casa della Cultura. Quando infine furono soli, lei lo tirò a sé, contro una parete dipinta di bianco, e gli stampò un bacio sopra la bocca che Luca non avrebbe dimenticato mai più. Poi, gli dette come una piccola spinta ed uscì, quasi di corsa, lasciandosi dietro alle spalle una dolce risata armoniosa. Il maestro di musica non capì assolutamente le ragioni di Luca, pur chiedendo e domandando di nuovo, anche se dovette rendersi conto che per quella serata, il coro e il concerto avrebbero dovuto fare a meno di lui.


            Bruno Magnolfi

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