Forse
ci sarebbe stato ancora qualcosa da dire sulla nostra faccenda, pensavo tra me
ormai da solo nel mio piccolo appartamento di due stanze al terzo piano, dopo
che lei era rimasta davanti a me in piedi per pochi minuti, sufficienti soltanto
per comunicarmi le sue ragioni, e senza neppure appoggiare la sua borsetta, ma
adesso se n’era ormai andata, chiudendo definitivamente la nostra timida
storia. Avevo pensato molte altre cose mentre lei mi parlava e affiancava
velocemente l’una con l’altra tutte le sue buone ragioni per cui aveva deciso
che era meglio non proseguire a vederci, ma quasi per una sorta di pigrizia, o
di incantamento, ero rimasto per quasi tutto quel tempo in silenzio, ascoltando
le sue opinioni mentre osservavo un bicchiere trasparente che tenevo tra le
mani sul tavolo, e mi sentivo come un bambino che non crede fino in fondo al
rimprovero che gli viene rivolto, e si attende da un attimo all’altro un gesto
simpatico, forse un sorriso, una parola distensiva, qualcosa che di colpo
spazzi via tutto il resto.
Invece lei alla fine aveva aperto leggermente la porta, ed
era rimasta per un attimo lì, senza guardarmi, lo sguardo nel vuoto, e infine
aveva varcato la soglia richiudendo alla svelta quello spiraglio dietro le
spalle, con un unico gesto. Ero tornato con lo sguardo su quel mio bicchiere
già vuoto, senza muovermi neppure di un millimetro, e poi, dopo un bel po’, mi
ero alzato dal tavolo, ma quasi svogliatamente, giusto per andare ad appoggiare
gli avambracci sul davanzale della finestra. Lei era là, sul marciapiede, l’avevo
notata immediatamente, si era fermata ed aveva girato lo sguardo in alto verso il
mio appartamento, rimanendo in piedi ed immobile, proprio come me, ma ormai forse
molto più lontana di come appariva.
Dopo pochi secondi avevo accostato la tenda, incapace di
avere un pensiero che non fosse dettato da quel senso di vuoto e
quell’indifferenza improvvisa che saliva dentro di me: avrei forse voluto
disperarmi, oppure correrle dietro, o ancora cercare in qualche modo di fermare
quei pochi minuti che inesorabili continuavano a scorrere con menefreghismo, ma
sentivo che era impossibile, ciò che stava avvenendo era quanto probabilmente
già maturato in quegli ultimi tempi, non ci poteva essere un ripensamento, era
così, senza nessuna variazione possibile.
Bruno Magnolfi
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