martedì 2 febbraio 2016

Essenzialmente.

           
            Sono fritto, pensa Enrico. In certi casi lui si va a mettere in un angolo da solo, e cerca di riflettere a lungo sopra le proprie preoccupazioni, anche se non giunge quasi mai ad una conclusione chiara e positiva. La sua fidanzata durante quelle volte lo lascia perdere, sa che è del tutto inutile cercare di interferire con la sua strana sensibilità, perché Enrico, quando si sente cosi in bilico in mezzo alle decisioni che avrebbe bisogno di prendere, è del tutto intrattabile, non ragiona, lascia che il suo organismo si gonfi di tutto ciò che è riuscito ad accantonare in precedenza, e poi rimane li, semplicemente a misurare il punto di rottura. Lei non si fida, lui in questi casi assume un’espressione cattiva, uno sguardo quasi da animale braccato che cerca soltanto di difendersi, pur neppure sapendo da cosa, ed in quelle giornate a lei pare che Enrico potrebbe fare qualsiasi sciocchezza, salvo pentirsene subito dopo.
            Già diverse volte ha cercato di allontanarsi da lui, di lasciarlo insomma, ma non è affatto facile: Enrico la ricatta tramite l’atteggiamento dimesso che talvolta riesce ad assumere, un misto tra la sofferenza di una persona sola e scacciata da tutti, e la necessità di protezione quasi infantile che mostra. Lei pensa ogni volta che lui possa cambiare, che in qualche modo sia diventato improvvisamente quel dolce ragazzone che al momento mostra di essere, proprio come quando lo ha conosciuto, e così ricasca regolarmente in quel rapporto malato, in cui periodicamente le cose precipitano, senza possibilità di salvarsi. Enrico non è mai stato violento con lei, o almeno fino adesso lo è stato soltanto con le parole, alzando la voce e qualche volta offendendola, ma ciò non esclude che un giorno o l’altro possa colpirla o anche peggio.
            Adesso però quel momento sembra proprio arrivato. Lui ha fatto un’assurda scenata cercando di dimostrare con discorsi paranoici come lei lo tradisca, ed ha chiuso completamente le orecchie a qualsiasi spiegazione riguardo le sciocchezze che è stato capace di tirar fuori, continuando così a scaldarsi ed a perdere poco per volta qualsiasi razionalità. Poi le ha dato una spinta, ad un tratto, gettandola giù dalla macchina mentre stava urlandole ancora qualcosa, e infine è ripartito come un pazzo dalla piazzola dove si erano fermati per qualche minuto. Dopo pochi metri però è tornato indietro, e nel buio del luogo isolato è passato con le ruote dell’auto sopra al corpo ancora a terra della sua fidanzata. Poi alla fine è fuggito.
Quando si vaga senza una meta, sentendosi come braccati da tutti, ci si va a nascondere dove si può e dove capita, disperandosi di tutto e inciampando continuamente  in errori e sciocchezze. Poi c'è un momento in cui si ripensa almeno con un filo di lucidità a ciò che si è fatto, ed è allora che ogni sforzo improvvisamente si fa assurdo, ed ogni pensiero che si può avere dentro la testa, riporta continuamente al fatto che non è un brutto sogno, e che niente sarà più come prima. Costituirsi in mezzo alle lacrime e al dispiacere diventa cosi l'unica via, ma che sorpresa sentirsi dire dopo qualche telefonata da parte delle forze dell’ordine che la propria fidanzata sta bene, che sotto alle ruote c'è andata soltanto la radice di un albero, anche se adesso tra tutto quanto resta vera soltanto quella cosa essenziale: niente, in ogni caso, sarà più come prima, proprio ad iniziare da quelle manette che scattano subito attorno ai suoi polsi.


Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento