Già da diversi minuti l'uomo in
divisa sembra stazionare fuori dalla casa, restando là davanti come nell'attesa
di qualcosa o forse addirittura di qualcuno. Lei, che lo ha notato fin
dall'inizio quasi per una semplice intuizione, semplicemente scansando
d’improvviso la tendina alla finestra, vorrebbe proprio che in questo preciso
momento quel tizio sparisse alla sua vista, se ne andasse via, come se fosse
soltanto un simbolo negativo in quella posizione. L'individuo con la divisa al
contrario rimane li, sposta ogni tanto il peso sulle gambe e in ogni caso
lentamente, senza neanche muoversi troppo, e infine, quasi sentendosi
osservato, gira su se stesso e dà una lunga occhiata a tutta la facciata del
condominio alle sue spalle, soffermandosi, magari giusto per caso, a guardare
con maggiore attenzione proprio le finestre del primo piano, esattamente quelle
dell’appartamento di lei, per poi soddisfatto tornare a voltarsi di nuovo verso
la strada, riprendendo a dare con la sua presenza una specie di protezione a
tutto il caseggiato.
Lei si sente nervosa, quella strana
sentinella non la fa sentire del tutto tranquilla, è come se mostrasse che deve
succedere qualcosa, quasi ci fosse un pericolo imminente, e in ogni caso lei
non riesce proprio a comprendere che bisogno ci sia di stare là davanti, ad
osservare con curiosità qualsiasi cosa. Decide di uscire, anche se di fatto non
ce ne sarebbe affatto la necessità, così indossa il soprabito, chiude alle sue
spalle il portone condominiale, e passa accanto all'uomo, attraversando poi la
strada. Rallenta un'auto, qualcuno dietro ai vetri oscurati pare osservarla a
lungo. Lei non sa più che cosa pensare, si ferma per un attimo al negozio di
fronte, acquista delle sigarette, poi rientra nel suo appartamento, passando di
nuovo accanto all' uomo. Forse dovrebbe fermarsi a parlare con lui, chiedergli
che cosa mai stia succedendo, ed il motivo di quel suo strano comportarsi,
invece non fa niente, rispondendo al desiderio di non guardarlo neppure, se non
fosse che l’uomo in divisa la scruta dietro ai suoi occhiali scuri, come se
magari vedesse in lei proprio qualcuno da riconoscere.
La donna si chiude in casa, accende
subito nervosamente una sigaretta, e dopo resta ferma, in attesa dietro la finestra,
con le tendine abbassate quasi del tutto. Le auto transitano lungo la strada,
dei ragazzi a piedi scambiano tra loro qualche scherzo, la vita di ogni giorno
sembra scorrere con regolarità. Poi l’uomo in divisa tira fuori un taccuino da
una tasca; si volta verso di lei, anche se non può vederla, protetta com’è
dietro le cortine, e segna qualche appunto; infine riprende esattamente la sua
posizione iniziale, immobile, con le mani lungo i fianchi. Lei tenta di
analizzarne le espressioni: le sembra quasi che sorrida qualche volta, come se
apprezzasse qualcosa di quel suo starsene immobile. Ha la faccia liscia, ben
sbarbata, e la sua giacca con le mostrine sembra perfetta indosso a lui: è una
persona che ci tiene alle apparenze, riflette, uno che cerca di mostrarsi a
posto.
Infine
lei va a sedersi, cerca in qualche modo di disinteressarsi dell’uomo sulla
strada: se inizialmente avrebbe quasi voluto cancellare quella sua presenza,
adesso in fondo si sta quasi abituando. Così va in cucina, sistema alcune cose,
e si interessa d’altro mentre mette sul fuoco il bollitore. Poi pensa
sorridendo che potrebbe invitarlo per il tè, e in questo modo torna verso la
finestra, ma quando si ferma accanto ai vetri si accorge subito che l'uomo con
la divisa adesso non c'è più, probabilmente ha già compiuto il suo servizio, e
quindi semplicemente se n'è andato da quella postazione. Tornerà, pensa lei con
ottimismo, dovrà tornare: in fondo la sua presenza dava a tutti una maggiore
sicurezza.
Bruno
Magnolfi
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