Io vedo i fantasmi. Loro si dimostrano sempre molto timidi,
sfuggenti: tu volti lo sguardo e quelli escono subito di scena. Inizialmente
pensavo addirittura fossero soltanto dei riflessi prodotti dai miei occhiali,
sfumature di luce al bordo del mio campo visivo. Immaginavo anche qualcosa ai
miei occhi, un’infiammazione alla retina, oppure un altro problema del genere.
Ma poi mi sono dovuto arrendere all’evidenza, ed eccole là, quelle figure
chiare e leggere che hanno iniziato poco per volta a dar conto di sé, forse
rompendo definitivamente quegli indugi che mi era parso avessero avuto agli
inizi. Da ormai qualche giorno io mi volto di scatto, e quando meno me lo
aspetto loro, queste figure semitrasparenti, con tutta la tranquillità del
mondo si lasciano quasi osservare da me, magari soltanto sulla soglia di una
porta proprio quando stanno rientrando dentro una stanza, oppure mentre sembra
stiano addirittura sfuggendo dietro qualche angolo. Le vedo giusto un attimo,
per un solo istante, e poi quasi più niente, se non una debole luce nell’aria, ma
loro sanno benissimo ogni volta che sono stato capace di avvistarle, e di
distinguerle a volte persino con una certa chiarezza, anche se giocano
continuamente a nascondersi. Le sento addirittura ridere un po’ sottovoce, in
certi casi, come si stessero divertendo forse proprio del mio stupore, ma
subito dopo lasciano sempre dietro al loro apparire soltanto il silenzio.
Poi cammino lungo il solito corridoio, guardo qualcosa davanti a
me senza chiedermi niente, ed uno di questi fantasmi vestito di azzurro pare
improvvisamente aspettarmi appoggiato ad una parete, voltato di fianco. Mi
fermo, a poca distanza, attendo per un momento che se ne vada come ogni volta,
però questo fatto adesso sembra proprio non voglia accadere: il fantasma
continua a starsene li, e pare quasi sfidarmi ad andargli maggiormente vicino,
forse per mostrarmi tutta la sua incorporeità, oppure per chiarire una volta
per tutte che lui può fare tutto quello che in questo momento gli vada. Cosa
vuoi, gli chiedo a voce un po’ alta, nascondendo un certo timore che
improvvisamente mi sta quasi condizionando. Quello allora si gira completamente
verso la mia posizione, mi guarda dritto negli occhi e in un attimo io mi sento
praticamente quasi un'altra persona, come se all'improvviso qualcosa mi avesse
cambiato: un fluido, una radiazione, non saprei; forse soltanto l’effetto di un
momento talmente forte e suggestivo da togliere il fiato.
Poi il
fantasma allarga le braccia, sembra quasi voglia che io vada da lui, che mi
perda nella sua trasparenza, in questa sua assurda immaterialità, ma io non mi
muovo, non voglio affatto confondermi con cose che alla fine neppure comprendo.
Allora è lui che viene verso di me, si muove lentamente, pare quasi sfidarmi,
mi tiene fermo con il suo sguardo magnetico, sicuramente è convinto di poter
fare di me ciò che vuole. Ma io resto fermo e non cedo, e infine mi volto, lo
ignoro, gli indico in qualche maniera di rimanermi lontano. Quando torno a
girarmi quel fantasma ormai non c'è più. Mi guardo attorno, osservo ogni
angolo, scruto qualsiasi possibilità, ma di lui non è rimasta più alcuna
traccia. Mi dispiace, rifletto allontanandomi; forse non dovevo essere così
sprezzante come mi sono dimostrato. In fondo non c’era niente di male in quello
che cercava di fare, sicuramente se in tutto questo c'è una colpa è la mia, che
non ho saputo apprezzare adeguatamente il suo gesto. Non so, rifletto ancora, forse
si verificheranno delle altre possibilità, probabilmente ci sarà da affrontare anche
altri casi, e magari riuscirò a comportarmi in modo estremamente diverso, e ad
essere migliore di così come sono stato quest’oggi; adesso che ci penso con
calma, poi, ne sono praticamente quasi sicuro.
Bruno
Magnolfi
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