Lei ha sempre avuto qualcosa da
fare in tutto questo tempo. Forse potrebbe essere accaduto così soltanto perché
è tipico del suo carattere essere persino troppo disponibile nell’occuparsi di
tutto ciò che le capita di avere sotto gli occhi; oppure, bisogna anche
aggiungere, semplicemente per una serie ineguagliabile di combinazioni
particolarmente sfortunate per lei, delle quali in ogni caso neppure si è mai
resa conto, visto che ci si è sempre trovata nel mezzo a doverle affrontare. Se
non avessi di che cosa occuparmi, ha pensato sorridendo tra sé qualche volta,
probabilmente starei qui ad inventarmi di sana pianta qualche nuovo impegno, e come
sempre senza minimamente preoccuparmi del tempo per me stessa che viene costantemente
a mancarmi. I suoi giorni in questa maniera scorrono spesso in modo nevrotico,
saltando da un’attività all’altra, quasi senza possibilità di tirare un vero
respiro tranquillo, soffocati da tante piccole operazioni che riescono a
riempire tutto quanto il tempo a sua disposizione.
E forse, magari proprio per
questo, in una giornata qualsiasi come quella di oggi, attraversata dalla
coscienza improvvisa di come stiano andando veramente le cose per lei, oppure
per chissà quale altro motivo, all’improvviso, contravvenendo ai suoi ordinari
comportamenti, di colpo si mette seduta nella sua stanza, restando per qualche
minuto quasi immobile; e giusto dopo avere appoggiato le sue borse sul tavolo,
una volta rientrata a casa dal lavoro, e sentendosi esausta da tutto ciò di cui
si è dovuta occupare, si concentra, come mai le è capitato, ad osservare di
fronte a sé qualcosa di apparentemente ordinario, come la pioggia fine di
primavera di questo pomeriggio, o anche le nuove foglie verdi di una pianta
sopra ad un balcone di fronte, tenendo le mani a riposo distese sul tavolo,
senza avere più né la volontà e neppure la forza di occuparsi di altro.
Allo stipite della finestra una
piccola sconnessione dell'intonaco, mai notata prima, pare improvvisamente il
profilo di qualcosa che tende verso l'aria; o che magari sembra un elemento che
stia lì ad indicare qualcosa di significativo ed anche sfuggente. Lei apre i
vetri, guarda l'aria fresca e pulita del pomeriggio, ascolta il rumore leggero
del traffico lungo il viale poco più avanti. Qualcuno allora sembra chiamarla
dalla strada giù in basso, così lei si volta, guarda verso un lato del suo
campo visivo, ma non stanno cercando di lei, sono soltanto dei ragazzi che
giocano, qualcosa che appare del tutto normale, ma anche un elemento del quale
lei forse non si sarebbe mai accorta.
Rientra, e di colpo sente di
avere perduto qualcosa, sicuramente qualcosa di una certa importanza, così
torna ad affacciarsi a quella finestra, ed a sorridere a tutto ciò che riesce a
vedere. Un uomo da un terrazzino la nota: buonasera le dice, e lei gli risponde
con tutta l’allegria che riesce ad avere. Poi torna ad osservare lo stipite,
che adesso sembra quasi cambiato, come fosse un’orma scolpita nella muratura di
un palazzetto anonimo come quello, a mostrare qualcosa di impalpabile ed
insieme necessario. C’è da mettere a posto le cose, pensa di seguito; ci
sarebbe da preparare la cena, naturalmente dopo essermi lavata accuratamente le
mani, ed indossare qualcosa di comodo, poi il grembiule per evitare le macchie,
e dare una ravviata all’appartamento rimasto deserto da stamattina; ci sarebbe
da pulire anche il bagno, vuotare la lavastoviglie, controllare che la
lavatrice abbia completato il suo ciclo, tendere i panni sopra al balcone,
controllare che tutto sia in ordine, che non abbia dimenticato qualcosa, ed
infine decidere che cosa mettermi a cucinare.
Torna a sedersi: nessuno si
occuperà mai di quelle minime cose al suo posto, riflette; tanto vale
affrontarle come assolutamente necessarie, come cose da fare, e basta così. Magari
potrebbe fare tutto quanto solo con un po’ più di calma del solito, apprezzando
qualche passaggio, e forse tornando a guardare lo stipite che adesso lei non
riesce proprio a capire che cosa mai le ricordi. Forse non le rammenta un bel
niente, se ci pensa davvero; o forse addita tutto ciò a cui lei sostanzialmente
ha già rinunciato da tanto.
Bruno Magnolfi
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