venerdì 1 aprile 2016

Pagine insulse, quasi interessanti.



Non me lo sarei mai immaginato, dico io approfittando di una pausa mentre tutti gli altri sembrano subito seguire con grande interesse le mie parole. Il fatto è che, per una combinazione di cose tra le quali l’essermi ritrovato del tutto casualmente in questa libreria, mi sono improvvisamente alzato in piedi in mezzo ad una ventina di persone intervenute ad ascoltare la presentazione di un nuovo libro da parte del suo autore, ed a prendere la parola come se proprio avessi da dire qualcosa di importante in merito. Invece non conosco né il libro, né chi lo ha scritto, e di questo argomento appena accennato dall'autore, so esattamente quello che ne può sapere chiunque altro. Così immagino non mi resti che giocare sull’ambiguità, azzeccare nel mio discorso qualche parola vaga magari dall’apparenza significativa, e sperare di essere forse interrotto da qualcuno, in modo da intavolare un battibecco che in certe situazioni funziona sempre. Certe volte si verificano dei fatti, riprendo a dire mentre gli altri mi ascoltano in silenzio, compreso lo scrittore del libro che mi guarda addirittura con un certo interesse. Dei fatti quasi inspiegabili, dico, tanto che si è portati a pensare che tutto quanto sia costruito ad arte per farci cadere in un tranello.
Ma no, dice lui interrompendomi, non dovete affatto pensare questo: quanto ho cercato di descrivere nel libro è soltanto frutto delle mie idee riguardo all'argomento, ma non ci sono sotterfugi, non c'è niente che ho cercato di far passare come vero pur sapendo essere falso. Silenzio. Va bene, riprendo io, eppure solo osservando i colori della copertina di questo libro se ne trae facilmente un preciso senso di ambiguità. Altro silenzio. Ma i colori non li ho certo scelti io, fa lui con un mezzo sorriso sulla faccia. Me ne compiaccio, ribatto subito, ma probabilmente chi ha operato queste scelte ha forse cercato di interpretare in qualche modo il contenuto delle pagine.
Non è possibile, fa lui alzando leggermente la voce; ho impiegato tre anni di vita per scrivere questo libro, ed adesso devo all’improvviso rendermi conto di come tutto il mio lavoro venga giudicato soltanto sulla base dei colori di una copertina? No, non è così, fa qualcuno, gli argomenti sono tanti, e questo testo è complesso, si dovrà parlarne a lungo per averne un’idea precisa. Va bene, dico ancora io alzandomi di nuovo in piedi; ma in ogni caso si percepisce velocemente che qualcosa sfugge ad una normale comprensione: è come se dentro al testo si fosse voluto in qualche modo tentare di avvalorare qualcosa di indifendibile. L’autore abbassa il capo a questo punto, poi apre una pagina a caso, e forse per troncare qualsiasi discussione a lui nefasta, inizia a leggere qualche riga con un incredibile trasporto.
Quando smette prova forse il profondo desiderio che qualcuno inizi ad applaudirlo, ma questo purtroppo non succede. Si crea perciò un’altra imbarazzante pausa di silenzio. Non lo trovo adeguato, dico io senza più neanche rivolgermi direttamente a lui, che si cerchi di dare un senso quasi epico ad un testo che non riesce neppure ad essere realistico. Mi pare che la lettura delle frasi di questo libro debba essere effettuata senza tutta questa enfasi, ma quasi come fosse un discorrere del tutto naturale. Silenzio. Va bene, dice l’autore, allora adesso lascio circolare il libro tra le mani di tutti, ed ognuno, seguendo il segno, potrà a suo piacimento e con voce alta dare alle parole l’intonazione che maggiormente desidera e che gli sembra più adeguata. Qualcuno inizia effettivamente a leggere, ma in questa fase io mi alzo dalla sedia senza fare troppo rumore, e mi sfilo via dagli altri, fino a salutare con un sorriso la commessa dietro il banco, per poi uscire definitivamente dalla libreria. In fondo non c’era niente di divertente in tutto questo, penso. In seguito però potrei addirittura tornare indietro ed acquistare il libro, immagino. Forse solo perché qualcosa di particolarmente interessante è possibile trovarlo persino in mezzo a tutte quelle pagine sicuramente curate e anche ben scritte. O magari soltanto per curiosità.


Bruno Magnolfi

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