E’
proprio lei, dicono alcuni senza aggiungere altro. Dentro al supermercato, tra
gli scaffali, in due o tre poi si voltano con curiosità al suo passaggio, ed
uno dice subito a bassa voce, con espressione sincera ma con un tono vagamente
canzonatorio, che si stenta perfino a crederci. La donna col suo carrello
prosegue impassibile, anche se si è accorta benissimo di attrarre per qualche
motivo l’interesse su di sé. Le attività del giorno proseguono per alcuni minuti
senza troppe incertezze, fino a quando qualcuno, casualmente accanto a lei,
sorride al suo indirizzo, anche in modo vagamente sforzato, come a mostrare in
una certa evidenza che forse al suo posto ci sarebbe da sentirsi un po’ in
imbarazzo. Lei si ferma, lo squadra, gli concede appena un secondo del suo
tempo, forse due, poi riprende a camminare con piena normalità.
Quando
esce è da sola dentro al parcheggio subito di fronte; carica sulla sua auto le
borse della spesa, e poi sistema il carrello nella rastrelliera, infine però
chiude la macchina, e torna sui suoi passi, con andatura calma, fino alle porte
scorrevoli del supermercato. Adesso le pare non ci sia più nessuno delle
persone che la tenevano d’occhio poco prima, ma lei si accorge come al loro posto
una signora, dall’interno delle vetrate, si sia voltata proprio per osservarla,
come se già si aspettasse di vederla là fuori. Lei sostiene quello sguardo, ma
quella subito mostra forzata indifferenza, pur iniziando a parlottare di
qualcosa con le persone che le stanno vicino.
Lei rientra
dentro, ed una cassiera sembra subito la guardi, così scorre lungo il corridoio
nell'attesa di affrontare la prima persona che, esattamente come poco fa,
mostri dipinta sopra il viso quell'espressione giudicante che ha notato in
tutti gli altri. Un ragazzo ride mentre si muove rapidamente e quasi di fretta
vicino a lei, e lei lo ferma, senza incertezze, prendendolo per un braccio con
la mano, senza neanche stringere, ma con un gesto più che eloquente. Quello si
ferma, subito si rannuvola, assume di colpo un'espressione seria, quasi
preoccupata. Cosa sai di me, gli chiede lei, guardandolo negli occhi con
estrema decisione. Non so, fa lui, però dicono tutti che sei una strega, o una
donna senza morale, forse una persona completamente diversa da noi; ma a me non
importa, lo giuro, mi diverto così, a dare retta a chi ha soltanto voglia di
chiacchierare, e dopo basta, non so altro. Lei lo lascia, senza smettere di
guardarlo attentamente. Però, dice ancora lui, forse non c’è niente di vero in
quanto dicono, non saprei proprio giudicare. Comunque a me in fondo non
interessa niente di tutta questa storia.
Lei si volta
mentre il ragazzo se ne va, qualcuno la sta ancora osservando, ma non è
possibile fare nulla, qualsiasi cosa avvalorerebbe probabilmente quelle
dicerie, e poi lei si metterebbe in una luce ridicola dando peso a cose di quel
genere. Così esce, mentre qualcuno continua ad osservarla con uno sguardo nascosto.
Dovrei smettere di frequentare questo posto, e probabilmente sarebbe la cosa
più sensata da fare, ma così sarei esattamente la persona che vogliono
dipingere; perciò mi comporterò esattamente come sempre ho fatto, in modo da
non dare alcun seguito a quanto viene millantato. E poi che cosa importa: chi
vive appresso a cose del genere, con certezza è qualcuno estremamente distante
da ogni mio pensiero.
Bruno
Magnolfi
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