Il ragazzo sta seduto sopra un grosso secchio per la vernice mentre smonta
la ruota posteriore della sua vecchia bicicletta. Naturalmente si è già
sporcato abbondantemente le mani togliendo la catena e anche i pedali, ma a lui
non interessa, gli basta riuscire a mettere in fila tutti i componenti
meccanici che formano quell’insieme, ripulirli e lubrificarli perfettamente uno
per uno, e poi rimontarli in maniera che tutto funzioni di nuovo ma con
maggiore scorrevolezza e precisione. Suo padre a quell’ora è ancora impegnato
con il suo lavoro, l’intero pomeriggio per lui è da sempre uno spazio piuttosto
libero, altrimenti se fosse lì accanto gli avrebbe sicuramente urlato di fare
le cose in maniera troppo superficiale, senza metterci l’impegno necessario.
Lui si alza dal suo sedile, si pulisce le mani con uno straccio, poi osserva il
cuscinetto a sfera ed il perno della ruota, come ci fosse qualcosa di segreto
da scoprire in quel semplice meccanismo. Infine appoggia tutto per terra,
rientra in casa dalla scala interna e va a lavarsi le mani con il sapone, nel
bagno al piano inferiore della villa. Adesso avrebbe voglia di lasciare la
bicicletta tutta smontata con gli attrezzi sparsi come si trovano in questo
momento dentro al garage, ma suo padre rientrando con l’auto solo a quella
vista monterebbe immediatamente su tutte le furie, e lui non se lo può proprio
permettere.
Così torna là dentro, si preoccupa di stendere al meglio le pieghe che ha
già fatto il telo di plastica sopra al pavimento, per evitare di sporcare le
piastrelle di gres dal colore sempre impeccabile, e poi inizia a lubrificare i
pezzi e a ripulirli fin nel minimo dettaglio. Da quando suo padre gli ha
proibito di uscire da casa nelle ore in cui lui non è presente, le giornate
hanno preso un andamento piuttosto diverso ogni volta, e se la scuola
fortunatamente riempie appieno tutta quanta la mattinata, il pomeriggio senza i
suoi compagni di quartiere è diventato per lui poco per volta un semplice
percorso di differente solitudine, da far trascorrere a cavallo tra i pochi
compiti scolastici e qualcos’altro sempre da inventare. Anche la mamma è via,
nella ditta con suo padre a fargli da segretaria o qualcosa di quel genere, ed
in casa c’è sempre quella signora che loro chiamano la governante, a sistemare
i panni ed a fare le pulizie, ma soprattutto a sorvegliare lui, che dopo alcune
piccole vicende negative, per tutto il mese non dovrà uscire per alcun motivo
al di fuori della recinzione del giardino.
Lubrificata e ripulita, la bicicletta una volta ricomposta torna ad essere
quello che era sempre stata, senza variazioni, anche se adesso il ragazzo è
maggiormente sicuro che non lo lascerà mai a piedi quando sarà il momento di
andarsene da lì. Già, andarsene; non che immagini una grande fuga, soltanto una
semplice scorribanda da fare con i suoi amici, uno di quei giorni, tanto per
vedere fino a che punto la governante riesce davvero ad accorgersi della sua
assenza da casa. Va organizzata bene, certo, nei minimi dettagli, in modo che
nessuno si renda davvero conto che lui non c’è per quel paio d'ore che ha
previsto. Tutto deve andare bene, pensa il ragazzo: le cose devono procedere
esattamente come me le sono immaginate, perché in fondo questa sarà soltanto
una prova generale: il resto verrà in seguito, riflette con assoluta serietà; e
sarà comunque sempre qualcosa che mi farà sentire autonomo, fuori dalla
prigionia a cui sono costretto, distante e separato anche da chi adesso non
immagina neppure di che cosa io sia mai capace, e che al momento giusto non
potrà certo fare altro che ricredersi.
Bruno Magnolfi
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