Ci sono dei giorni durante i quali tutto sembra appannato, e forse anche i
pensieri e le possibilità paiono essere esattamente così. Lui si riveste
velocemente dopo una doccia essenziale, indossando con scrupolo tutti i suoi
abiti lasciati momentaneamente nell’armadietto. Trovare un'ora per venire in
questa piscina secondo me può aiutare chiunque ad avere in seguito una maggiore
carica, dice con espressione distesa ad un suo collega di lavoro che lo ha
seguito per la prima volta fino lì, dando retta a quel suo entusiasmo. È un po'
faticoso, fa l'altro: orari stretti, devi fare le cose di corsa, sembra tutto forse
troppo compresso, persino la sacrosanta possibilità di rilassarsi. Vero, fa
lui, ma se ci pensi non ci sono delle grandi alternative.
I due escono velocemente dall'impianto sportivo, salutano qualcuno che
controlla le tessere all’ingresso ed infine raggiungono il parcheggio dove sono
ferme le loro auto. In qualsiasi caso, fa lui, almeno adesso hai provato e sai
cosa significa; continuare o meno è una decisione che ora puoi prendere con
tutti i criteri. Grazie, fa l'altro stringendogli la mano, adesso ci penso, poi
ti telefono magari stasera per comunicarti con calma quello che ho deciso di
fare. Non tornerà, pensa lui subito mentre si allontana da quella sede sportiva:
mi ha guardato fare tutto quanto troppo di corsa, e si è convinto che venire
fin qui è certamente più faticoso che starsene un’ora in un bar a sorseggiare una
bella birra e leggere il giornale.
L'altro si allontana pensando al contrario che impegnarsi in una cosa del
genere può essere davvero salutare, decidendo che senza dubbio farà la tessera
per la piscina già il giorno seguente, ed inizierà anche lui come già molti altri
a frequentare quell'impianto all’ora di pranzo. In fondo non è un grande
sacrificio, pensa; forse le prime volte bisogna prendere un po' il ritmo giusto,
ma in seguito tutto può diventare normale, più semplice e anche leggero. Si
tratta di organizzarsi, dice tra sé sorridendo, controllare spesso l'orologio,
ma poi lasciarsi andare davvero quel tanto che basta tra un turno e l'altro di
quel loro lavoro.
Lui pensa che se ne trova ormai pochi che abbiano davvero voglia di impegnarsi
in una cosa del genere, ma riflettendoci bene forse c'è persino la necessità,
dopo un lungo periodo di quel genere, di interrompere per un po' quei
comportamenti che alla lunga diventano solo delle abitudini, perdendo quasi di
significato nella loro monotonia. Pensa che adesso sono già diversi mesi che lui
continua a precipitarsi nell'acqua al profumo di cloro in qualsiasi giorno
feriale che ci sia durante la sua settimana, ed affrontare continuamente quel
percorso ad ostacoli dallo spogliarsi all'asciugatura dei capelli, alla lunga
strema le forze; probabilmente è bene smettere almeno per un turno di qualche
settimana, ma forse anche di più.
L'altro lo chiama, la sera stessa, lo ringrazia, gli dice che oramai si è
convinto, inizierà fin dal giorno seguente a ritrovarsi con lui in
quell'impianto sportivo. Lui lo lascia parlare, annuisce a quell'entusiasmo che
pare esprimere adesso l'amico, poi lascia nell’aria una pausa di silenzio, come
prendendo del tempo prima di dirgli al contrario che lui ha deciso di non
frequentare più almeno per un periodo da verificare quella piscina. Cerca le giuste
parole, aspetta ancora un momento, si schiarisce la voce, ed infine dice di
fretta: allora a domani, non trovando neanche quel coraggio sufficiente per
dirgli quello che ha davvero deciso. In fondo che importa, riflette; ognuno fa
tutto ciò che può fare soltanto per un estremo se stesso; ed in queste scene
ordinarie, gli altri sono soltanto delle semplici comparse, e mai per davvero dei
comprimari.
Bruno Magnolfi
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