Certe
volte provo una certa tristezza, anche se credo sia piuttosto immotivata, ma
trascorrendo tutto il pomeriggio in casa mi sembra facile almeno in qualche
caso sentirmi un poco a terra. Così esco quasi sempre in questi casi, e vado in
giro nel quartiere, lo faccio proprio per svagarmi, anche se poi naturalmente entro
nei soliti negozi che conosco per acquistare le cose che mi servono, così
saluto tutti sia nella macelleria di sempre che dall’ortolano e dal panettiere,
e in certi casi mi fermo a fare quattro chiacchiere con chi provo maggiore
confidenza e che incontro da più tempo. Poi rientro in casa con le buste della
spesa, sistemo tutto dentro la dispensa e sui ripiani del nostro frigorifero,
ed infine inizio a preparare con calma qualcosa per la cena, nell’attesa che
mio marito torni dal lavoro. Lo so che lui non fa mai gli straordinari anche se
usa questa come scusa; tira tardi da qualche parte, in qualche bettola, mi
immagino, e quando poi rientra il suo alito sa di alcol da lontano, ma io lo
lascio fare, come sempre cerco soltanto di lasciarlo tranquillo, di non oppormi
troppo ai suoi modi e ai suoi pensieri.
Certe
volte ho avuto paura del suo carattere, di quell’improvviso scattare di nervi,
del suo guardarmi storto con gli occhi spiritati, ed alzare la voce in modo
assurdo quasi senza averne un buon motivo vero. Ma poi lo lascio perdere, mi
piego sulle cose che ci sono da fare nel nostro appartamento, e mi dimentico
subito di tutto: mio figlio in fondo cresce bene, i risultati scolastici ci
sono, ed anche se spesso sta un po’ troppo per conto proprio, non mi preoccupo
per niente; tutto normale, mi ripeto, le cose vanno come devono andare. La
mattina usciamo tutti insieme, io vado a sistemare i conti e le fatture di una
carrozzeria poco lontano, ma giusto per qualche ora, e dopo basta. Non so cosa
mi manchi, forse non sono mai riuscita ad essere in perfetta sintonia con la
mia famiglia, ma credo che questo sia solo un piccolo problema.
Certe volte
vorrei essere altrove, perdermi da qualche parte magari dove nessuno mi
conosce, e ricominciare da capo, come se tutto quanto sono riuscita ad essere
fino a questo momento fosse soltanto l’apprendistato ad una vita vera, magari
più libera, piena di sorrisi e di cose soprattutto allegre. Però c'è mio figlio
da crescere bene in questo momento, ed anche se in qualche caso non comprendo
del tutto quali siano i suoi comportamenti, però sono sicura che sarò sempre
con lui, dalla sua parte. Mi piace la mattina andarmene al lavoro, perché mi
sento utile, benvoluta, e quelle poche ore che trascorro nel piccolo ufficio della
carrozzeria mi passano in un soffio liberandomi la mente dai pensieri più
antipatici.
Certe volte
poi sono da sola in casa al pomeriggio e sento d’improvviso che sto bene, che sono
serena, e che vorrei sempre rimanesse tutto come lo avverto quelle volte. Mi
pare di aver sbagliato in qualche occasione, ma i miei errori secondo me non
sono mai state cose gravi. La serata da trascorrere in casa senza alcun
programma rimane forse la porzione del giorno che mi piace di meno in assoluto.
Sembra soltanto una parata di musi lunghi, come se qualcosa non andasse affatto
come dovrebbe: entro nella cameretta di mio figlio e lui è lì, con i suoi
disegni che non vuol mai farmi vedere, ed io mi sento quasi un’intrusa nella
vita di persone che forse non avrebbero neppure bisogno di una come me. Ma
subito mi passa: le cose andranno bene penso, non c’è neppure da dubitarne, e
tutto andrà al suo posto appena superate queste piccole divergenze che presto
ci dimenticheremo in fretta e soprattutto in una maniera che sarà definitiva.
Bruno Magnolfi
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