Ci sono delle volte che Cinzia sì
astrae completamente da ciò che la circonda. È come se i suoi pensieri
prendessero il sopravvento su tutto il resto, ed il momentaneo isolamento in cui si rinchiude
fosse pari ad un breve piacevole viaggio. Non è così questa mattina purtroppo,
o almeno niente del suo comportamento avuto nei confronti di Francesco le
sembra adesso paragonabile a quello che le sarebbe piaciuto veramente:
l’incontro di poco prima è stato per lei del tutto inaspettato, e la domanda
secca che lui le ha posto quando si trovavano nel corridoio è apparsa a Cinzia
talmente forte ed improvvisa, nonostante fosse assolutamente legittima, da
farla sentire quasi una bambina sciocca ed astiosa che cerca di evitare
addirittura i suoi doveri principali. Certo, soltanto ora comprende che sarebbe
stato un suo compito preciso ancor prima di farsi porre delle domande, iniziare
a dare a lui delle spiegazioni sulla sua condotta, anche perché generalmente non
è neppure nel suo carattere comportarsi in quel modo così sgarbato,
nascondendosi con falsa indifferenza e cercando addirittura di evitare il
dialogo, ma lei negli ultimi giorni si è sentita come caduta in un tranello
teso dalla situazione stessa, ed anche adesso che si reputa ancora confusa, non
si aspettava certo da Francesco una sua così forte presa di posizione, tanto da
renderla vulnerabile persino ad un suo sguardo serio e consapevole.
Quando viene suonata la campanella
che indica il termine di tutte le lezioni mattiniere, dopo aver radunato i suoi
libri ed una volta uscita dall’aula, Cinzia scorre lentamente lungo il
corridoio con la testa piena di tutti questi pensieri, e quindi scende per la
grande rampa delle scale ottocentesche, fino a ritrovarsi, quando non c'è
oramai quasi più nessuno di tutti i suoi compagni di liceo, nel grande androne
dell’ingresso principale. Francesco inaspettatamente invece è proprio lì,
davanti a lei, quasi sulla soglia dell’uscita, e senza alcun dubbio sta aspettando
proprio lei, lasciandola in questo modo del tutto meravigliata già per la
seconda volta in poco più di un’ora. Cinzia gli va incontro quasi senza
respirare, lui la guarda avvicinarsi; a lei viene quasi da piangere per la
strana situazione in cui si è venuta a trovare stupidamente, ma riesce a
trattenere quelle lacrime; ed infine dopo appena un attimo escono assieme,
senza essersi ancora detti niente.
Ed in fondo non c'è molto da dire:
per lei è stato soltanto essersi resa conto all’improvviso che suo padre
intrattiene degli affari poco chiari con il padre di Francesco, che l’ha fatta
momentaneamente rifuggire da quei profondi sentimenti che continuano a legarla
a quelli di Francesco. Spiegarlo adesso certo non è facile, e forse anche per
questo Cinzia non si è neanche provata a farlo, però improvvisamente sa che
deve affrontare l’argomento, sa che deve dire a lui con estrema sincerità ciò
che davvero le passa nella mente. Francesco l’accompagna con lo sguardo basso senza
neppure chiederle niente, e lei guarda avanti a sé mentre si prende ancora un
po’ di tempo per riflettere e per misurare le parole; infine dice solamente che
le dispiace aver tenuto un comportamento così distaccato nei suoi confronti,
soprattutto perché avrebbe voluto tanto che le loro rispettive famiglie non
avessero alcuna influenza sul quel rapporto così speciale che c’è tra loro due.
A me non interessa niente, dice subito Francesco: so che non voglio perderti,
non voglio in nessun modo che a noi due ci accada niente che sia estraneo alle
nostre volontà, o che ci ritroviamo all’interno di uno strano percorso che magari
non dipende né da me e neanche da te. Hai ragione, dice Cinzia, è assolutamente
quello che in fondo penso anche io, e ti chiedo scusa per il mio stupido tentennare,
se è questo che ti è apparso; ti voglio bene: ma dammi appena un altro briciolo
di tempo, e vedrai che riuscirò del tutto a distaccarmi da ogni mia più piccola
prevenzione che forse nei giorni scorsi mi ha sfiorato in questa nostra storia.
Bruno Magnolfi
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