Non ho voglia di
niente. Inutile che qualcuno prosegua a dire che devo sforzarmi di sollevare il
mio morale, non posso farcela, questo è il punto, e non vedo proprio alcun
motivo per compiere uno sforzo di questo genere. Ci sono degli sprazzi di
memoria che a volte mi aiutano a tirare avanti, perciò mi trovo ancora a
sorridere di qualcosa accaduto anche parecchio tempo addietro se solo ci penso,
ma oltre questo non trovo niente di buono nel mio presente.
C'è stata una volta in cui ho incontrato una
persona, una ragazza straniera, che mi ha detto fermandomi per strada di
conoscermi, ed io naturalmente ci ho subito creduto, anche se per essere
sincero al momento non ricordavo niente di lei. Dopo un po’ mi ha detto di
provare un certo disagio, e che non stava bene in quel periodo, per questo mi
sono offerto di accompagnarla lungo la strada, per parlarne un po’ e magari
instaurare meglio la nostra amicizia.
Le ho spiegato che avevo un lavoro precario, ma che
soprattutto stavo cercando una nuova sistemazione perché al momento c’erano dei
dissidi con i miei coabitanti di un piccolo appartamento del centro. Lei ha
detto che potevo tranquillamente trasferirmi nella casa sua, che era molto
spaziosa e dove al momento abitava da sola, anche se soltanto per un periodo di
qualche mese. Va bene, ho detto subito quasi d’istinto, senza però informarmi
su altri particolari, e ci siamo salutati dandoci appuntamento alla sua
abitazione per quella sera stessa.
La casa era davvero favolosa, sistemata lungo la
strada praticamente più significativa di tutta quanta la città; lei mi ha fatto
vedere una stanza enorme della quale potevo prendere possesso anche
immediatamente, poi mi ha comunicato senza dettagliarle troppo le sue attività
ed anche i suoi orari, ed alla fine mi ha spiegato che utilizzava una
camera-studio anch’essa molto vasta sistemata dall’altro lato del corridoio.
Così mi ha consegnato le chiavi per entrare quando volevo nell’appartamento, e
mi ha consigliato di portare subito la mia roba, senza soffermarsi sulle mie
decisioni che naturalmente erano quelle da lei previste.
Nella serata ho caricato tutto sulla mia vecchia
macchina, ho parcheggiato con due ruote sopra al marciapiede, ed ho iniziato a
scaricare i miei bagagli. In casa lei non c’era, e tutto sommato me la sono
cavata abbastanza in fretta a sistemare le mie cose. Poi sono andato a
parcheggiare la mia auto poco lontano e quindi sono tornato. Ho visto che
alcune stanze erano chiuse a chiave, ed ho immaginato fossero anche le più
belle dell’immenso appartamento. Poi mi sono sdraiato sopra al letto, ho
ringraziato il cielo della mia buona fortuna ed ho respirato a pieni polmoni
l’aria dolce che passava dal finestrone socchiuso di quella stanza. Quindi sono
uscito.
Quando sono tornato ormai era tardi ed ho
immaginato che la ragazza fosse dentro la sua stanza. Difatti è uscita dopo un
po’, mi ha salutato pur senza enfasi, mostrando dei buffi occhiali sopra al
naso, e mi spiegato che quella sera aveva semplicemente da lavorare su un
progetto. Io ho preso pieno possesso con calma della mia stanza, sistemando le
cose poco per volta e studiando caso per caso le migliori soluzioni. Poi sono
andato a letto, ho scorso qualche articolo di una rivista che avevo con me
acclimatandomi lentamente con ogni novità della mia sistemazione, ed infine ho
dormito magnificamente fino a metà della mattina. Quando sono andato in cucina
per la colazione lei era già uscita di casa. Tutto è durato qualche mese, così
come previsto. Adesso in quell’appartamento, passati tanti anni, ci sono gli
uffici consolari di una importante nazione straniera, anche se a me pare
impossibile.
Bruno Magnolfi
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