Lei adesso siede al suo
tavolo cercando di conservare una certa tranquillità, ed almeno in apparenza sembra non avere al momento dei grandi pensieri dentro la testa, anche se
tra qualche minuto dovrà per forza rimettersi in moto per le cose ordinarie di
cui deve assolutamente occuparsi, ed affrontare tutti quei piccoli problemi che
oramai costituiscono la maggior parte di tutto il suo tempo. Suo figlio alla
fine si è addormentato nel proprio lettino dopo la giornata trascorsa come
sempre nella scuola materna. A volte il bambino sembra nervoso, dice di avere
male alla testa, in qualche caso si comporta con gli altri compagni in maniera leggermente
aggressiva, così le hanno spiegato in fretta
le sue maestre quando è andato a prenderlo la scorsa settimana. Il pediatra non
ha poi dato molta importanza alla cosa, ma lei
si, anche se adesso vorrebbe proprio non avere anche questa preoccupazione.
Deve controllarsi al massimo, questo
è il punto, ed almeno in casa riuscire a non dare mai alcuna possibilità al suo
bambino di respirare un’atmosfera tesa, nervosa, priva di quella calma
fondamentale alla sua crescita sana, e che in questo momento soprattutto deve
avvenire in maniera il più possibile naturale, senza alcuno strappo possibile.
Che suo padre se ne sia andato da qualche tempo sembra adesso un dettaglio quasi
lasciato alle spalle, ma se fino a poco fa lei credeva di essere riuscita a
tenere assolutamente sotto controllo anche questo, negli ultimi giorni non le
sembra più un elemento di cui essere così tanto sicura.
Poi c’è il suo lavoro, e con tutti i
permessi che ha dovuto prendere ultimamente per stare proprio dietro a suo
figlio, non sa spiegarsi neppure lei come i dirigenti della sua azienda
riescono ancora a conservarla al suo posto. Continua a ripetersi come per convincersi
che le cose uno di questi giorni miglioreranno, e che tutto andrà bene, che ci
sarà dietro l’angolo una notizia positiva anche per lei. Perché deve tenere
alto il morale, guardare in avanti, cercare di cogliere tutti gli aspetti
migliori che ogni giornata le può presentare, e poi posare sempre i piedi per
terra, farsi aiutare da tutti coloro che le ruotano intorno, essere sempre
cortese con le poche amiche rimaste, con i colleghi sul posto di lavoro, con la
sua vicina di casa che a volte le tiene anche il bambino, quando lei magari
deve uscire anche solo per comperare qualcosa.
Non è facile, lei lo sa bene, ed è
consapevole di tutto, perciò si alza improvvisamente da quel tavolo, va ad
osservare ancora una volta suo figlio che in questo momento sembra proprio
tranquillo, che crescerà bene nonostante tutte le difficoltà, lei ne è più che
sicura, e che non ricorderà mai l’apprensione sprecata dalla sua mamma durante
questi suoi anni d’infanzia. Vorrebbe quasi con un colpo di spugna allontanare
da sé ogni brutto pensiero, tutte le preoccupazioni che spesso sembrano
attanagliarla, il senso di disperazione che a volte la prende, ma non sempre
riesce a mostrare al bambino quella serenità che lei vorrebbe e che sente
utile, necessaria, quasi un ingrediente fondamentale per tutti questi giorni
difficili.
Poi lui però si sveglia, si guarda
attorno come fa sempre, muove la manine per cercare l’appiglio di cui forse
sente profonda necessità; così lei lo prende, lo stringe a sé come la cosa più
preziosa che ha, ed il bambino sorride: va tutto bene, è tutto già superato.
Bruno Magnolfi