giovedì 10 maggio 2018

Fissazioni.




Prosegue in genere per tutto il giorno a correre da ogni parte e ad occuparsi di tutte quelle cose minute che sente dentro di sé come attività per lei non rinviabili proprio mentre le passano vorticosamente come sprazzi di colore davanti agli occhi o dentro la testa. E’ come se addirittura l’occuparsi senza fermezza di quelle semplici quotidianità, mettendole una dietro l’altra in maniera spesso nervosa però molto attenta, le procurasse quasi la salvezza dell’anima, concedendole forse almeno nei suoi pensieri e nelle speranze un futuro di qualità superiore rispetto a questo presente che adesso le scorre davanti; e proprio mentre sta in mezzo a tutti quei piccoli impegni che forse per gli altri potrebbero apparire magari delle sciocchezze qualsiasi, lei sente con le sue mani come si stesse dedicando ai fondamenti stessi di tutto il suo esistere, composto da minuti elementi a suo giudizio però importantissimi.
Quando rientra nel suo piccolo appartamento dove abita ovviamente da sola, dopo una mattinata monotona trascorsa in ufficio, è come se lei fosse perfettamente cosciente di avere soltanto perso del tempo fino a quel momento, e di avere di fronte improvvisamente l’ambita possibilità di recuperarne almeno una parte dedicandosi con tutta se stessa alle pulizie della casa, al lavaggio accurato dei panni, e alle tante piccole cose che chiunque al suo posto troverebbe del tutto naturali, ma che lei affronta con una dedizione ed una accuratezza persino maniacali. Qui sta tutta la grande differenza: scandagliare ogni angolo nascosto alla ricerca ulteriore di polvere, lavare più volte cose che appaiono già più che pulite, spostare tutti i soprammobili ricollocandoli perfettamente in dei punti esatti, e così via, fino a dedicarsi minuziosamente anche al suo corpo davanti allo specchio: le mani, il viso, i corti capelli. 
Quando torna ad uscire di casa, lo fa per andare a girellare negli stessi negozi che di solito frequenta: acquista una cosa qui, un’altra lì, e così via, convinta che ciascuna bottega abbia una sua propria specialità da offrirle, e non altre. Qualcuna tra quelle poche conoscenze che la frequentano, sorride con garbo alle sue fissazioni, evitando comunque di dirle in maniera diretta che il suo comportamento appare spesso del tutto incomprensibile. Non c’è niente di male, le sue attività non coinvolgono nessuno, la sua solitudine va a disvelarsi ogni giorno in quello che a suo parere è l’elemento fondamentale della realtà: rendere tutto migliore.
Certe volte però si abbandona al niente assoluto; pur sapendo che molte cose intorno a lei non sono adeguate al suo pensiero, lascia per qualche momento che tutto rimanga com’è, cercando di ritrovare le energie che in quei casi sembra le vengano a mancare. Poi tutto ritorna con naturalezza ad essere come ogni giorno, e spinta da un profondo senso di colpa lei ancora riprende ad occuparsi di tutte quelle cose che forse nei suoi pensieri ha tralasciato per un tempo quasi infinito. Così prosegue da un anno all’altro in questa maniera, ed affrontando con monotonia ogni suo impegno alla fine di ogni giornata si sente meglio, in pace con se stessa, più tranquilla insomma. Visto soprattutto che forse i suoi interessi più profondi non potrebbero riversarsi su nient’altro, e che lei non riuscirebbe mai ad essere diversa.

Bruno Magnolfi   

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