17 settembre
Non so cosa succede. Io
mi sento bene, come sempre; però la signora Martini al negozio mi guarda con
un’aria strana, come se avesse qualcosa in mente che vuole assolutamente tenere
nascosta
18 settembre
Sono andata al negozio
alla stessa ora di tutti i giorni, e la signora Martini ha detto con
un’espressione di rimprovero che qualche volta potrei arrivare anche un po’
prima, come se non avesse stabilito lei i miei orari. Sono due giorni che non parlo
con la mamma, e non ricordo neanche più il motivo per cui proseguiamo a tenerci
il broncio in questo modo. Per delle sciocchezze forse, come sempre.
19 settembre
Ci sono dei giorni in
cui mi sento giù. Non sono le risposte sgarbate che certe volte mi danno le
clienti del negozio, e neppure mia madre con i suoi modi sempre un po’
scostanti. È qualcosa che sento dentro di me, come un bisogno di spezzare in una volta sola tutti questi comportamenti
abitudinari. Un ragazzo oggi mi ha fermato simpaticamente
con una scusa per la strada. Lo conosco di vista, credo abbia almeno un paio d’anni meno dei miei, però mi ha
chiesto se non volessi farmi vedere qualche volta alle panchine davanti al bar
Soldini, tanto per stare insieme alla combriccola di paese che si ritrova
sempre lì, specialmente al sabato. Forse sono troppo grande per queste cose da
ragazzi ho pensato, però gli ho sorriso ed ho detto ringraziandolo che andava
bene, e che ci avrei riflettuto. Però non è facile per una come me che è sempre
stata a casa con sua madre, farmi vedere all’improvviso in un posto come quello
dove so che tutti stanno sempre a ridere e a prendersi in giro. Mi pare un
salto troppo grande, troppo frettoloso. Ma tutto questo non l’ho detto a
nessuno, me lo sono tenuto soltanto per me.
20 settembre
La signora Martini ha detto che le
piacerebbe parlare con la mamma, ma non mi ha spiegato perché. Non ho fatto
niente di diverso da sempre in questi giorni, sono tranquilla. Però la signora
Martini appare sempre più strana, ed un paio di volte l’ho sorpresa a guardarmi
di nascosto, cosa che non era mai successa, almeno mai che io ricordi.
21 settembre
Due ragazzi sono venuti a guardare
la vetrina del negozio, senza interessarsi d’altro se non del fatto che io
fossi dentro a lavorare. Quando alla fine del pomeriggio io e la signora
Martini abbiamo chiuso, loro erano lì, come ad aspettarmi. Mi sono venuti
vicino, mi hanno chiamata per nome, ed hanno detto senza ridere che mi
aspetterannoo, al bar Soldini, appena sarò pronta.
22 settembre
Ogni volta che scendo dalla macchina
per entrare nel negozio, o quando apro la macchina per mettere in moto e
tornarmene a casa, ho sempre l’impressione che ci sia qualcuno ad osservarmi.
Non ho paura, tutt’altro. Improvvisamente mi sento importante, e questo quasi
mi piace.
Bruno
Magnolfi
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