Ho provato,
lo giuro, ho provato con tutte le mie forze, e così mi sono spinto fuori da
casa proprio come facevo un tempo, percorrendo da solo con calma quasi tutto il
corso del paese a piedi, per poi andare a fermarmi al solito circolino, giusto per
scambiare due chiacchiere con qualche conoscente, come ho sempre fatto nel
passato. Ed in questi giorni in cui il peggio sembra ormai alle nostre spalle,
ho ritrovato ancora là dentro i soliti figuri, le medesime persone, gli stessi
tizi di sempre, a bere e a ridere proprio come facevano qualche mese fa, con
qualsiasi tempo ed in qualsiasi stagione, esattamente come prima che si
diventasse tutti dei soggetti ad alto rischio. Però a me è preso subito il
tremore, la paura, il terrore folle di essere contagiato, di ritrovarmi senza
respiro dentro il reparto dei soggetti gravi, senza neppure troppe possibilità
di cavarmela; allora mi sono guardato attorno ed ho visto che ero l’unico a
provare questa sensazione, e che non pensavo affatto le stesse cose di tanti
altri che hanno già preso a comportarsi con grande indifferenza per quello che
è accaduto, battendosi delle gran pacche sulle spalle e parlandosi l’un l’altro
anche da vicino, spesso persino senza niente sulla bocca per proteggersi.
E poi non vorrei mai diventare anche una
cinghia di trasmissione per chissà quant'altra gente che neppure conosco, ho
riflettuto: parenti, amici, vicini di casa, sconosciuti qualsiasi; così ho
preso e sono tornato a rinchiudermi da solo nel mio appartamento, senza
attardarmi neanche un momento insieme agli altri, ed anzi evitando perfino quei
saluti amichevoli di tutti i tiratardi del circolino, e poi le loro chiacchiere
e anche le bevute senza freni. Adesso sto male però. Non so se sia la
suggestione che mi è stata provocata da quegli sconsiderati che non si
preoccupano mai di nulla, o se effettivamente la malattia abbia già iniziato il
suo corso dentro al mio organismo. Però respiro male, ho la fronte sudata,
forse ho la febbre, e non so neppure se sia il caso di rivolgermi a qualcuno che
se ne intende, oppure rimanere in casa da solo nell’attesa che le cose vadano
avanti in modo naturale, senza minimamente ostacolarle. Se ho sbagliato
qualcosa, adesso devo pagare, questo è ciò che penso. Anzi, inizio a credere
sempre di più che il male sia ciò che meritiamo tutti, dopo esserci
approfittati in ogni dettaglio di ciò che la nostra umanità ci ha permesso fino
ad ora.
Siamo indeboliti, questo è il punto, prede
di qualsiasi microrganismo voglia attaccarci, incapaci di opporre alla forza della
malattia una resistenza adeguata. Perciò adesso mi sdraio sopra al mio letto,
osservo il soffitto per qualche attimo ed infine chiudo gli occhi, ad aspettare
con pazienza che tutto lentamente si compia. Ma ad un tratto suonano alla
porta, e mi scuoto rapidamente dal torpore che mi è preso, rimettendomi in
piedi ed andando velocemente ad aprire. Davanti a me ci sono ora delle persone
che non conosco, vestiti completamente di tute e maschere protettive, e dicono
che devono campionare tutti gli appartamenti della zona, per cui indagare, analizzare,
fare degli esami, prelevare saggi, tutto ciò che serve per comprendere meglio
quello che sta accadendo. Li faccio accomodare, dico che sto male, che forse se
ci fosse una cura per me sarebbe assolutamente ciò che ci vorrebbe: “altrimenti
sono spacciato”, dico loro, “senza possibilità di andare avanti”. Mi fanno
stendere, girano nel mio appartamento, uno mi osserva anche se non troppo da
vicino, dice che ci vuole un intervento specifico per il mio caso, ed è proprio
una fortuna che siano capitati loro con le strumentazioni giuste. Fanno anche
qualche telefonata, mi impongono di stare fermo e di chiudere gli occhi senza
affaticare nessun muscolo, fino a quando dicono che se ne vanno, e che tra poco
comunque arriveranno i medici, c’è da stare più che tranquilli.
Dopo un paio d’ore senza che niente sia
successo, mi alzo per fare due passi e bere un bicchiere d’acqua, e mi accorgo
subito che il mio piccolo appartamento è stato completamente svaligiato,
ripassato da mani esperte da cima fino in fondo, portando via qualsiasi oggetto
di valore. Siamo tutti spacciati, penso adesso, non posso proprio avere altro
che mi gira nella mente.
Bruno Magnolfi
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