Nella sostanza dobbiamo dire che, se non fosse per le
voci di corridoio che continuano a circolare intorno alla possibile chiusura
definitiva dell'Ufficio Postale di Calci nei mesi a venire, le cose là attorno
potrebbero apparire del tutto normali: i paesani frequentano la loro sede delle
Poste come sempre, gli impiegati all’interno proseguono imperterriti a
lavorare, la Direttrice seguita a dire di non aver saputo niente di nuovo, ed
il postino, forse quello meno preoccupato di tutti, continua a consegnare le
lettere come ha sempre fatto. Ma stamani, una voce maschile rauca e poco riconoscibile,
dice al telefono ad uno qualsiasi tra gli impiegati pronto a rispondere
svogliatamente all'apparecchio, che è stata collocata nascostamente una bomba,
da qualche parte, proprio dentro ad uno dei vani dell'edificio di Calci. Si
avvertono immediatamente i carabinieri, mentre tutti escono con grande rapidità
dalle Poste, senza risparmiare a chi trovano vicino dei commenti impauriti ed
increduli, fino a ritrovarsi per strada, ad una distanza di sicurezza, tenuti
calmi dalla loro Direttrice subito pronta a prendersi la responsabilità di
quella frettolosa evacuazione. Ci vogliono diverse ore prima che giunga nel
paese una squadra di artificieri esperti in cose del genere, e intanto una
piccola folla si ingrossa, pur tenendosi a diverse decine di metri, scambiando,
come è normale, tutte le opinioni possibili su quanto è stato ordito,
intavolando varie teorie su chi possa essere stato.
Nella
confusione generale, Alberto, le mani dentro le tasche, l'espressione
scocciata, la faccia di chi non intende prendere affatto sul serio una cosa del
genere, si trattiene a poca distanza da Laura, che nervosamente sta spiegando a
tutti i compaesani curiosi il poco che sa, ma dando un grande risalto ad ogni
parola che esprime. Viene setacciato ogni angolo nella ricerca minuziosa di
qualcosa di insolito, ma come c'era già da aspettarsi non viene trovato
assolutamente niente di anormale, escluso uno zaino contenente un paio di
scarpe sospette, che in seguito si rivelano semplicemente appartenenti a Gino,
il portalettere, per personali ragioni di comodità. Chiunque, non nutre alcun dubbio
sul fatto che in paese la possibile chiusura ventilata degli uffici postali
abbia potuto innescare in qualche facinoroso la volontà di esprimere la propria
opinione in maniera esagerata, ma ci sono anche altri paesani che
contemporaneamente hanno iniziato a sentenziare che quanto accaduto potrebbe essere
collegato ad una mossa politica atta a destabilizzare le autorità comunali. Ma
mentre più d'uno ha osservato i modi svogliati e distanti di Alberto, forse
cercando tra i suoi sguardi una motivazione assurda e introvabile, lui è
riuscito, in un attimo di generale distrazione, nel farsi avanti e domandare
sottovoce a Laura una concreta risposta alla sua richiesta di uscire con lui,
magari la sera stessa, anche per chiarirsi le diverse idee su quei fatti. Laura
gli ha fatto cenno con un lieve sorriso che andava bene, e lui ha precisato
soltanto: <<alla stessa ora della volta scorsa>>.
Quando
infine un sottufficiale dei carabinieri, di stanza nella piccola stazione di
Calci, è andato verso la Direttrice dell'Ufficio Postale, la piccola folla
radunata poco distante ha immediatamente abbassato la voce, come a cercare di comprendere
direttamente le parole e le frasi che i due avrebbero potuto scambiarsi, ma lo
scuotere inequivocabile della testa dell'uomo in divisa ha fatto tirare a tutti
un immancabile respiro di sollievo. Resta da appurare il fatto riguardante chi
possa essersi preso l'iniziativa di fare una telefonata minatoria come quella
raccolta da Renza, e per questo motivo l'impiegata è stata invitata per
l'indomani nella sede locale dei Carabinieri, per rilasciare una dichiarazione
dettagliata, e per rispondere a qualche domanda degli inquirenti. In tutto
questo trambusto è trascorso tutto il tempo della mattina, e gli impiegati sono
potuti rientrare soltanto per un momento dentro gli uffici Postali ormai
bonificati, unicamente per ritirare le loro cose. Per il resto la signora Vanni
ha dato appuntamento a tutti all'indomani, poi ha inserito l'allarme e se n'è
andata anche lei, senza trovare altro da fare se non avvertire per telefono di
non farsi viva alla ragazza che normalmente svolge nel primo pomeriggio il
servizio di pulizia.
Naturalmente
diversi perditempo sono rimasti ancora nelle circostanze a scambiare pareri
diversi su quanto accaduto, ed alcuni sono giunti persino a sostenere che il
terrorismo non è affatto sconfitto, e che ci sono ancora delle oscure branche
nell'ombra che continuano a muoversi. Qualcuno se la prende coi giovani, altri
sostengono che è la politica capace di scatenare i più tetri pensieri. Ma in
fondo, praticamente, non è successo quasi un bel nulla, soltanto la telefonata
di qualche squilibrato, uno scherzo per impaurire chi sta lavorando, una
sciocchezza senza alcun seguito; perciò, ognuno si è presto incamminato verso
la propria abitazione, e tutti i problemi, all'improvviso, sono sembrati in via
di risoluzione anche così. Alberto è apparso tranquillo, quindi è salito sulla
sua utilitaria e poi se n'è andato, senza aver quasi scambiato parola con anima
viva; in fondo sono cose che possono accadere, sembra che abbia riflettuto lui
come anche altri là attorno; anche se probabilmente in paese se ne parlerà
ancora per molto.
Bruno
Magnolfi
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