Laura da qualche tempo si sente
nervosa. Non è per il suo lavoro nella sede di Calci, o per i colleghi delle
Poste, o per gli utenti che ogni giorno scorrono davanti ai suoi occhi; a lei
piace occuparsi di loro, e poi anche un eventuale cambio di sede, come viene
ventilato da qualcuno, a Laura non dispiacerebbe, ed anzi potrebbe persino
dimostrarsi quello scossone che forse le manca, contro la noiosa quotidianità
che a volte è pesante. Sono gli interessi personali, al di fuori dell’orario di
servizio, quelli che magari, con l'andare degli anni, mostrano la propria
assenza. Dipingere, leggere libri, iscriversi ad un corso di cucina, sono tante
le cose a cui potrebbe dedicarsi, ma fino ad oggi non ha mai destinato una
briciola di tempo a qualcosa del genere, ed ora le sembra difficile anche
soltanto pensare di farlo. In fondo, oltre ad aver frequentato, in certi
periodi, assieme alla sua amica Elena, una piccola palestra del suo paese,
tanto per non sentire la muscolatura troppo flaccida, lei nel corso dei suoi
quasi trent’anni non ha mai combinato nient'altro. Ma qualcuno, allo sportello
delle Poste, le ha fatto notare, parlando del più e del meno, che avere del
tempo libero è sempre una cosa meravigliosa. <<È come una pagina
bianca>>, le ha detto, <<su cui si può scrivere o disegnare ciò che
si vuole>>. E lei ha iniziato a riflettere a fondo su quelle parole, e la
sua giornata così le è parsa ancora più vuota, quasi inadatta a contenere
persino un piccolo sciocco passatempo. Lei non ha mai nutrito un’attrazione
particolare per qualche attività che non fosse il lavoro. O meglio: ciò verso
cui si sentirebbe maggiormente portata è proprio qualcosa che non ha potuto e
non potrà mai coltivare, cioè immedesimarsi negli altri; questa è la parola
magica e segreta di cui non ha mai parlato con nessuno, nemmeno con la sua
amica Elena.
Ogni giorno, mentre riceve ad
esempio i suoi compaesani che si recano allo sportello Postale per adempiere a
qualche compito, incarna esattamente quella figura che loro si attendono di
trovarsi davanti, addirittura variando leggermente i propri comportamenti e le
proprie espressioni in funzione di ogni individuo che viene ad avere di fronte.
Non fa questo per posa, o per un’altra ragione specifica: le viene naturale,
esattamente come può essere insito nei propri comportamenti modificare con
spontaneità il proprio linguaggio, la voce, persino tutti i gesti. Qualcuno le
ha anche detto, forse scherzando, che lei avrebbe dovuto fare l’attrice, invece
di lavorare nell’ufficio Postale; non tanto perché particolarmente bella o con
delle specifiche caratteristiche estetiche, quanto per i suoi modi di fare e di
essere, sempre così carichi di espressività. Laura, perciò, ha iniziato a
riflettere da qualche tempo su questo argomento, ed alla fine ha deciso di
andare da sola, un giorno dei prossimi, a Pisa, senza dire niente a nessuno, esattamente
nel momento in cui troverà l’entusiasmo giusto per farlo, e bussare alla porta
di qualcuno che forse può darle una risposta su quell’argomento. Certo che non
si sente adatta a seguire qualche corso di teatro, sia chiaro, tanto più che
soltanto sentire questa parola le crea soggezione. Però vorrebbe mettere a
frutto la sua inclinazione, darle uno sbocco, trovare la maniera per impiegare
al meglio possibile questo suo modo di essere.
Poi Laura torna a casa, proprio come
ogni giorno dopo il lavoro, e soltanto fermarsi un momento ad osservare sua
madre che le parla delle solite cose di sempre mentre si muove dentro le stanze
nella maniera come ha sempre fatto, sembra suggerire a Laura la sensazione di
essere, rispetto a prima, già un po’ diversa, come se aver preso la decisione
di dedicarsi prossimamente a sé stessa, e di dare corso alle proprie
inclinazioni, fosse già un modo per rendersi differente dal solito, e forse
addirittura migliore. <<Cos’hai, che sei così silenziosa?>>, le
chiede sua mamma tanto per fare un po’ di conversazione. E lei sorride, e
scuote la testa, mentre pensa proprio che non dirà niente a nessuno dei suoi
propositi, almeno fino a quando non si sentirà pronta per farlo. Ha osservato a
lungo qualche collega di lavoro nell’ufficio Postale, e si è convinta che le
piace rendersi conto di quanto può essere differente dire una cosa in un modo
oppure in un altro, fino a comprendere che immedesimarsi in un qualsiasi
personaggio può essere la maniera migliore per farsi ascoltare, per rendere più
interessante ciò che si dice, per dare maggiore risalto alle parole che ci
interessano. Seguirà questa strada, adesso lo sa praticamente per certo, e poco
per volta già si sente sempre più sicura di sé, al punto che non avrà neppure
troppa importanza se sarà difficile e impervio per lei il tracciato da
compiere, perché se qualcosa nasce così spontaneamente da dentro se stessi, non
si può fare altro che dare corso a quanto ci viene suggerito dalle proprie
attitudini. Sua madre poi le sorride: chissà, forse lei lo ha sempre saputo,
magari, che sua figlia da tempo stava soltanto cercando la via più adatta per arricchire
la propria esistenza.
Bruno Magnolfi
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