Davanti
alla Casa del Popolo di Calci si è già detto tutto quello che umanamente era
possibile dire. Qualcuno, magari più ottimista di altri, ha persino provato a
spiegare che la situazione creatasi in paese, per il prossimo impellente
futuro, non sarà obbligatoriamente del tutto negativa, e che forse le decisioni
da prendere, da parte delle autorità investite da quel genere di problemi, potranno
portare persino qualche beneficio alla cittadinanza, e che quindi ci saranno
sicuramente degli sviluppi positivi che comunque al momento non si può neppure
supporre. All’ufficio postale le cose vanno avanti praticamente come sempre, e
sopra le tre o quattro sedie della minuta sala d’attesa riservata al pubblico,
le poche persone che frequentano l’agenzia ed attendono il proprio turno, si
scambiano qualche parere usando costantemente dei toni pacati, senza mai
parlare con voce troppo alta. Laura, dietro allo sportello, chiacchiera con
chiunque si trovi davanti, rispondendo con gentilezza alle cose anche personali
che le vengono chieste, ma restando in silenzio su tutti gli argomenti che
riguardano le indagini peraltro ancora in corso, come pure gli altri risultati
emersi in merito alla telefonata di stampo terroristico ed intimidatorio
ricevuta nei giorni scorsi. <<Domani saremo chiusi>>, ripete a
tutti con semplicità, come se non bastasse il grande avviso affisso sulla
parete e sulla porta vetrata dell’ufficio che i sindacati hanno voluto ben
evidenziare, quasi a dare una maggiore importanza a quanto tutti forse vorrebbero
rapidamente lasciarsi alle spalle. Per lei, comunque, ciò che conta più del
resto, è quel primo appuntamento alla scuola di recitazione di Pisa fissato per
la serata, e quel manuale di teoria della dizione che in pochi giorni sta quasi
divorando, pagina dopo pagina.
Lorenza le
ha fatto un piccolo accenno, dimostrando di avere vagamente compreso l’intesa
che si è formata tra lei e Alberto, ma Laura, assorbita nei pensieri dalla sua
nuova carriera che forse le si sta aprendo, si è limitata a sollevare una
spalla, come per dimostrare che per lei certe cose non hanno alcuna importanza.
Si sente maggiormente sicura di sé, sta uscendo in modo rapido da quel bozzolo
inutile in cui era rimasta relegata per un sacco di anni, ed anche con la sua
amica Elena ultimamente non trova più quei grandi riscontri di personalità che
fino ad oggi aveva sempre avuto. Alberto, invece, prosegue in ufficio a
stazionare nel suo angolo dedicato a lui, smistando come sempre la posta in
arrivo e in partenza, gettando qualche occhiata verso i colleghi e rispettando
un decoroso silenzio, mentre ogni tanto continua ad osservare là davanti quella
ragazza che da qualche giorno gli sembra più sfuggente del solito. Ma adesso
tutto questo non ha molta importanza: ha deciso di proporsi come rappresentante
sindacale della sede postale di Calci, e come tale in questa fase assumere,
sempre che ciò sia possibile, tutte le responsabilità che sono inerenti ad un
ruolo del genere. Il marito della Lorenza gli ha sottoposto, dentro alla sede
del suo sindacato, tutta una serie di cose che in seguito dovrà mostrare di
conoscere, e lui si è sentito così già investito del nuovo incarico.
La vita del
paese comunque sta attraversando un brivido che sembra coinvolgere più o meno tutti
gli abitanti, ed anche se il desiderio generale è il ritorno rapido alla
normalità, ugualmente quello che capita in un piccolo comune come quello di
Calci sembra improvvisamente potersi paragonare agli avvenimenti di una grande
città. A Gino poi è tornato in mente all’improvviso quell’ammanco di soldi che
si era verificato parecchio tempo prima, quando, con rapide indagini dei
carabinieri, si era scoperto come l’impiegato che stava al pubblico in quel
periodo avesse il vizio di arrotondare qualche piccola cifra da mettersi in
tasca. Così lui adesso ha pensato che ci potesse essere una relazione tra
quello e gli ultimi avvenimenti, e perciò ne ha parlato, con i suoi modi dimessi
e apparentemente distratti, con Alberto, il quale invece si è messo subito in
allarme, tanto da telefonare al marito di Lorenza, il sindacalista, giusto per
ricordargli quella faccenda. Sono state prontamente informate le forze
dell’ordine, ma si è subito capito che le due cose non avevano alcuna relazione.
In ogni caso Alberto si è sentito importante, ed in considerazione di tutti
questi fatti, il Sindacato Provinciale ha mostrato un certo apprezzamento per
avere almeno un tesserato all’interno di un Ufficio Postale da qualche tempo al
centro di tante vicissitudini.
Nella
nottata qualcuno ha scritto sul muro delle Poste, usando della vernice
indelebile: “tutti innocenti”, ed anche questo ha gettato nuovo discredito su
quegli uffici e sugli impiegati che ci lavorano. La Direttrice ha prontamente stigmatizzato
il gesto, ha fatto stendere una mano di vernice sopra la scritta, ed ha alzato
le spalle quando qualcuno le ha chiesto spiegazioni. <<Non ho niente da
dire>>, ha spiegato ad un giovane giornalista di un sito locale, e forse è
proprio questa la pura verità, considerato che lei sempre meno riesce a
spiegarsi tutti questi accadimenti.
Bruno
Magnolfi
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