Sono
contenta di aver ottenuto un palchetto tutto per noi, anche se come posizione
rimane molto laterale. Comunque, da qui siamo molto vicini agli attori, ed io
posso seguire piuttosto bene lo svolgimento di tutta la commedia, nella buona
comprensione di ogni parola, delle varie espressioni, e soprattutto dei gesti
che verranno eseguiti sul palcoscenico. Alberto invece mi pare a disagio, ancora
prima dell’inizio, ma non posso aiutarlo, e soprattutto non mi va di perdere
qualcosa dello spettacolo soltanto per stare dietro ai suoi dubbi. Pirandello
non è facile, e soprattutto, per chi non ha dimestichezza con il teatro, può
restare assolutamente pesante e privo delle attrattive che già il suo nome e la
sua fama sembrerebbero indicare. Ma non
importa, è già molto che abbia accettato di accompagnarmi stasera, anzi, che si
sia offerto lui stesso di portarmi qui, in modo da rendersi conto di persona da
che cosa mi reputo incantata quando gli dico che recitare è tra le cose più
belle in assoluto. Non mi aspetto certo che lui inizi dopo questa commedia ad
interessarsi di teatro, e poi mi sembra che nelle sue giornate sia attratto da
cose molto lontane da tutto questo, anche se, ora che ci penso, a me ha fatto
molto piacere che sul lavoro all’Ufficio Postale abbia accettato l’offerta
della nostra Direttrice di sostituire il portalettere infortunato. Mi sembra
quasi che la nostra storia però abbia assunto in questi ultimi giorni un moto
di accelerazione un po’ troppo forte per lasciarci il tempo giusto di
riflettere bene su quello che stiamo facendo. In ogni caso il sipario è ancora
abbassato e Alberto ha già iniziato a guardarmi e a starmi vicino, come se
fossimo venuti a vedere una semplice pellicola cinematografica leggera e poco
impegnativa.
<<Devo
concentrarmi>>, gli dico prima che si spengano le luci in sala e nei
palchi; <<scusami, ma ho studiato le parti e devo comprendere bene ciò
che succede sul palcoscenico e in tutto il teatro, visto che ci saranno degli
attori anche in platea>>. Lui con la mano fa subito il gesto di chi per
nessuna ragione desidera interrompere o disturbare il mio interessamento allo
spettacolo, ma noto dalla sua debole espressione che non è del tutto contento,
anche se volentieri si rende disponibile ad assecondare i miei desideri. Non
posso fare a meno purtroppo di proiettare ogni sua parola ed ogni suo gesto
verso un tempo futuro, quando la nostra relazione magari avrà trovato delle
basi di familiarità e complicità che adesso ancora non abbiamo. Provo sempre
più forte la sensazione che lui, poco per volta, sia sempre meno disposto ad
assecondare i miei interessi ed il mio desiderio di sentirmi costantemente libera
di occuparmi delle cose che apprezzo di più, come se la sua tolleranza verso
alcune cose di me, si mostrino ai suoi occhi sempre di più come dei capricci
che forse dovrei imparare a mettere da parte, magari per occuparmi maggiormente
di lui e della nostra storia. È soltanto un’impressione, sia chiaro, però dovrò
stare molto ben attenta, nel prossimo periodo, ad interpretare ogni dettaglio
che la sua personalità riuscirà ad esternare in questo senso.
Quindi si
alza il pesante sipario, l'azione produce immediatamente un profondo silenzio
in tutto il teatro, ed io all'improvviso provo tutto quel fascino che
probabilmente ho sempre sentito dentro di me per questi spettacoli, ma che fino
a poco tempo fa non ho mai avuto il coraggio e la possibilità di rendere
manifesto, proiettandomi in un attimo in mezzo agli attori, sul palcoscenico,
lontano da Alberto, via da questo palchetto, ritirando anche la mano che lui,
fino ad un attimo fa, mi ha tenuto persino troppo stretta, in mezzo alle sue.
Sono da sola, penso adesso, e la commedia di fronte a me si svolge lasciando
che io con la mia fantasia possa essere parte attiva di ciò che vi avviene,
apprezzando al massimo possibile ogni minima cosa prevista dall’autore. Per me
è come un’immersione completa in un liquido amniotico, una vera rinascita che
vivo e che sento mentre vibrano le parole e i gesti che ogni attore esprime
mentre è impegnato sopra al tavolato di legno. Ho ripassato il testo già
diverse volte per essere sicura di non tralasciare niente dei dialoghi, ed
anche se ho notato tra il pubblico la mia insegnante di recitazione e qualcuno
tra coloro che seguono insieme a me il corso di teatro, non ho provato alcun
desiderio di incrociare lo sguardo con loro. Avremo sicuramente tempo di
parlare di tutta questa serata già nel corso delle prossime lezioni, ed io
adesso non voglio sentirmi distratta da nessuna cosa che non faccia parte
integrante dello spettacolo.
Infine, dopo i lunghi applausi a
commedia terminata, torno a volgere lo sguardo verso Alberto, rimasto immobile
e in silenzio fino adesso sulla sua poltroncina. Forse provo pena per lui, ma
non posso fare niente, tanto più che se desidera starmi vicino anche in futuro,
è bene che sappia fin da questo momento quale sia il mio reale modo di essere.
Bruno Magnolfi
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