Non
sto bene, o perlomeno non mi sento a posto, non come sempre, ecco. Mi muovo
nelle mie due ampie stanze e cerco di immaginare se per caso i piccoli rumori
che produco, spostandomi da una parte all’altra, si riescono ad avvertire anche
al piano inferiore. Magari no, probabilmente non si sente niente, forse è
soltanto una mia preoccupazione, in ogni caso adesso cerco di non provocare
alcun suono, o in ogni caso, il minimo che mi è possibile. In fondo, che cosa
mi importa di tutto quello che può succedere nei prossimi tempi. Devo andare
avanti con le mie idee, con le mie aspirazioni, non posso certo restare
confinato in ciò che gli altri si attendono da me. Sempre più mi trovo in
solitudine a riflettere sul mio futuro, ma questo non è affatto un problema,
perché intendo essere convinto delle mie scelte, senza che qualcuno possa anche
inconsapevolmente influenzarle. Certe volte mi viene da ridere pensando che i
crucci che mi pongo in questo periodo probabilmente vengono risolti già da dei
ragazzini che hanno la metà dei miei anni. Purtroppo, io devo fare i conti con
una famiglia che non mi ha mai permesso di volare per conto proprio, e mi ha
sempre avvolto in una sorta di protezione rigida che adesso mi appare ogni
giorno sempre più insopportabile. E poi c'è Laura, che con i suoi modi semplici
mi intriga, mi meraviglia, qualche volta mi affascina. Lei non si è mai posta i
miei problemi, ed è sempre riuscita ad inserirsi nel solco del procedere di
questo piccolo paese dove abita, conservando dentro di sé una personalità
propria, capace di emergere ogni tanto e senza alcun preavviso, nel mostrare
per un breve lasso di tempo la sua vera faccia.
Il mio sogno adesso è portarla qui, nelle
mie due stanze, nella soffitta ristrutturata della casa dei miei, e tentare di
spiegarle tutto, di farle capire che la mia solitudine non è un capriccio, ma è
data dall'impossibilità per me di mostrarmi come sono. Sono convinto della
capacità di comprensione da parte sua, se soltanto riesco a parlarle in piena
intimità, ed anche se non mi interessa affatto essere compatito da lei, così
come da nessun altro, ugualmente ci tengo a farle comprendere quanto sia
difficile certe volte per me tirare avanti. Perché mi perderei con facilità tra
le giornate vuote trascorse ancora con qualcuno dei miei vecchi amici di una
volta, ma la voglia sempre più impellente di andarmene, una buona volta, e
chiudere alle spalle tutto ciò che fino adesso si è dimostrato per me così
deteriore, adesso è anche più forte. Oggi sono passato da una libreria di Pisa,
comunque, ed ho acquistato un libro su Luigi Pirandello, e naturalmente ho
scelto qualcosa che parlasse anche di questa commedia a cui assisterò tra un
paio di giorni insieme a Laura: “Ciascuno a suo modo”, è il titolo, e
sto cercando di comprendere al meglio questo strano intrigo che si forma nello
spettacolo tra il palcoscenico ed il pubblico in platea.
Improvvisamente mi sento affascinato da
chi ha cercato di sondare in questo modo la propria sensibilità, fino a rendere
in una semplice commedia qualcosa che forse chiunque di noi potrebbe anche
pensare, senza però avere mai il coraggio di farne un'opera teatrale. Inizio
anche a comprendere, almeno in parte, la passione che cova da tempo dentro
Laura: è come se, in maniera istintiva e naturale, lei vivesse contemporaneamente
dentro di sé sia il dissidio che la saldatura che si forma spesso tra il
pubblico e l'attore, quasi che recitare o non recitare fossero praticamente la
medesima questione. Rifletto: siamo tutti in fondo delle maschere, si tratta di
comprendere le motivazioni che ci portano ad essere di un tipo oppure un altro.
Anche io stesso con mia madre spesso recito, ad esempio, e con mio padre oramai
non parlo neanche più, restituendogli quell'ostilità che lui è stato capace di
mostrare quando ha capito che non ero del tutto uguale a lui. Ma con Laura sono
sincero, anzi, mi sento del tutto in sintonia con lei, al punto che non riesco
neppure a preoccuparmi di qualche lunga pausa che lasciamo in aria, quando
siamo insieme.
Mi sento ossessionato da chi forse è
capace, nel piano dell'abitazione subito sotto le mie due stanze, di decifrare
dai rumori che produco addirittura ciò che sto facendo, e per semplice e
immediata deduzione, ciò che in questo momento forse mi preoccupa di più, o
magari ciò a cui addirittura sto pensando. Devo scrollarmi di dosso questa
preoccupazione che da qualche tempo mi perseguita, e devo riuscire a sentirmi
indifferente a certi crucci. Ma non è facile cambiare di colpo certi elementi
della propria indole. E la complicazione finale sta nel fatto che tutto avviene
contemporaneamente, imbrogliando ogni aspetto in una mescolanza di emozioni, e
rendendo ogni scelta più difficile, complessa, quasi imprescindibile l'una
dall'altra. Non so che cosa avrebbe detto Pirandello di un caso come il mio:
però so che in qualche modo lo sento vicino, ed è questo alla fine il motivo
principale per cui andrò con Laura più che volentieri, ad assistere allo
spettacolo teatrale.
Bruno Magnolfi
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