Anche in
precedenza, non c’è mai stato un grande rapporto tra Alberto e suo padre; ma
negli ultimi tempi le cose si sono fatte ancora più difficili, al punto che i
due praticamente non si salutano neppure più, anche in quei rari casi in cui
capita loro di incontrarsi, magari per sbaglio, ed hanno persino iniziato ad
usare in modo opportuno degli orari differenti, per muoversi tra le pur tante
stanze della stessa casa dove abitano ambedue, proprio per evitarsi. Alberto in
effetti sta perennemente nei suoi due locali superiori, una specie di ampia
soffitta ristrutturata, che ha anche un ingresso separato rispetto alla grande
abitazione di famiglia, però scende ogni giorno ai piani inferiori per parlare
un po’ con sua madre, e spesso a mangiare qualcosa, ma soltanto quando sa con
certezza che lei è rimasta in casa da sola. Forse suo padre si sente tradito
dai comportamenti di Alberto, e sicuramente non ha gradito che lui si sia fatto
rilasciare la tessera di un’organizzazione sindacale di sinistra, mostrando
così delle idee politiche completamente differenti da quelle della propria
famiglia. <<È un tradimento>>, sembra abbia detto a sua moglie poco
tempo fa andando su tutte le furie, e mentre lei cercava di avvicinare le loro
posizioni supponendo che ci fossero nell’ambiente di lavoro di suo figlio certi
individui capaci di trascinare le personalità meno interessate a certi
argomenti, il marito minacciava con voce decisa di mandare via Alberto dalla propria
casa, una volta per tutte.
<<Non
mi interessa>>, dice lui adesso a sua madre. <<Anzi. Sono convinto
che potrò iniziare ad essere una persona completa soltanto quando deciderò di
andarmene da qui, di mia iniziativa, e fare le mie scelte senza più alcuna
costrizione>>. La mamma lo ascolta, non sa cosa ribattere. In effetti
sempre di più mostrano dei caratteri molto differenti, suo marito e suo figlio,
e non vede neppure lei la possibilità di tenerli assieme, almeno se non cambia
qualcosa di decisivo. Però, a questa riflessione a caldo, fa subito seguito la
poca fiducia che lei nutre nelle capacità di suo figlio di dare un indirizzo
preciso alla sua vita. Così continua a sminuire le prese di posizione di suo
marito, e a cercare di smussare gli angoli che ogni poco si riformano, anche se
alla fine dei conti non sa neanche lei cos’altro potrebbe fare.
<<Alberto>>, gli dice; <<adesso almeno hai un lavoro che
nessuno ti potrà togliere. Non metterti troppo in mostra, abbassa la testa,
svolgi i tuoi compiti e basta, non hai nessuna necessità di dimostrare
qualcosa>>. Lui ascolta restando in silenzio, come fa spesso, ma dentro
di sé prova il bisogno di mostrare indifferenza a quelle parole, e di prendere
posizione rispetto alle idee della sua famiglia, anche per mostrare a sé stesso
di non essere succube di una situazione verso cui lui non è mai stato del tutto
favorevole. Aveva pensato di non accettare neppure quel lavoro per cui si era
esposto suo zio, l’uomo di potere nella famiglia, ma ora gli sembra che l’unica
strada per lui sia quella di prendere le distanze maggiori possibili sia da suo
padre che dal fratello di suo padre.
Poi Alberto torna a salire nelle
sue stanze; potrebbe pagare un affitto di locazione a suo padre, per quel
piccolo appartamento, e così dimostrargli di essere capace di affrontare le proprie
incombenze, e sentirsi così come una persona qualsiasi nei confronti della
famiglia. Ci penserà, questo è sicuro, ma in quel caso dovrà dirlo direttamente
a suo padre, magari guardandolo dritto negli occhi, senza averne paura, con
tutta la determinazione che serve. Potrebbe però essere proprio questa la parte
più difficile di tutto il progetto, quella capace di sancire un rapido cambio
di comportamento, in grado in questo modo di spiazzare alcune idee di suo
padre, magari persino ammorbidendolo, perché in fondo non è una cattiva persona,
ma soltanto uno che cerca di essere autoritario non conoscendo una diversa
maniera di porsi nei confronti degli altri. Oppure potrebbe renderlo ancora più
scostante e agguerrito, anche questo è del tutto possibile, e in questo caso
mostrarsi del tutto contrario a qualsiasi soluzione che sia diversa dal mettere
fuori casa suo figlio. In ogni caso la strada ormai sembra ben delineata, e
Alberto si sente nelle condizioni di percorrerla tutta, a qualsiasi costo.
In fondo basterebbe che suo padre
non si impicciasse troppo nelle sue scelte, anche perché gli sembra sicuro che
qualsiasi decisione Alberto possa prendere per il suo prossimo futuro, sarà
sempre e comunque quella sbagliata, se almeno non si avvicinerà, e di parecchio,
all’idea di fondo che lui ha sempre coltivato dentro di sé: un figlio che segue
le orme del padre, che gli assomiglia, che lo apprezza in ogni campo, che è
soltanto capace di eleggerlo a proprio maestro di vita; e per Alberto non aver
avuto nessun fratello, oppure una sorella, quando era il momento, è stato forse
il peggior scherzo che poteva essergli riservato.
Bruno Magnolfi
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