Si siedono a tavola in tre, senza
Federico, ed Achille dopo qualche minuto chiede a Marco, con i suoi modi
compassati e la voce soffusa, quasi senza guardarlo, che cosa mai fosse
successo ultimamente tra lui e suo fratello. Marco riflette, si prende del tempo,
ed infine dice appena: <<Federico ha sempre manifestato dell’astio nei
miei confronti, forse perché è di carattere nervoso, che mal sopporta avere
qualcuno che magari su certe cose ne sa più di lui, figuriamoci poi un fratello
maggiore>>. Il padre non annuisce, continua ad impugnare le posate
assaporando dei piccoli bocconi di carne e di verdura, ma poi, dopo qualche
secondo, interviene la mamma: <<quindi non c’è stato un vero battibecco
tra di voi, oppure una litigata su un motivo preciso>>. Marco osserva il
suo piatto, si prende di nuovo qualche tempo, ed appare quasi riottoso a quel
dover fare chiarezza. <<Non saprei>>, spiega alla fine,
<<certamente non posso dire che le nostre idee di base siano mai state
esattamente le stesse, però non è successo niente di particolare>>.
Quindi tutt’e tre proseguono a mangiare in silenzio, ognuno immerso nei propri
pensieri, ma dopo un po' Celeste dice che Federico le ha telefonato, durante il
pomeriggio, ma giusto per dirle che si trova bene, spiegando di preciso a quale
indirizzo trovarlo in questo momento, e che domani forse passerà a salutarla e
a prendere dei libri che gli servono per scuola. <<Naturalmente gli ho
chiesto di tornare>>, dice ancora la mamma con un sorriso triste, come
soffrendo di ciò che deve dire, <<ma lui ha solo spiegato che trascorrerà
almeno qualche settimana così, e che in seguito vedrà come gli tornerà meglio
di comportarsi>>.
La cena va avanti in silenzio,
nessuno trova niente da aggiungere, forse ognuno di loro trattiene in sé una
spiegazione diversa tra i propri pensieri. Infine, appena terminato, Marco dice
che adesso andrebbe in camera sua, <<se nessuno ha niente in
contrario>>, per sbrigare qualcosa di urgente, ed i suoi genitori
approvano giusto con un cenno del capo, restando seduti ma senza neanche
guardarsi tra loro. <<Certe volte mi chiedo chi di noi due sia più
disposto a modificare il proprio modo di essere nei confronti della
situazione>>, dice sottovoce Achille alla moglie, ma lei si sente subito
quasi stupefatta da quelle parole, forse pensando ad una cosa del genere
probabilmente per la prima volta nella sua vita, tanto che non trova dentro di
sé neppure una parola adatta per rispondere al marito in maniera adeguata.
Però, pensa fortemente, che lei si è sempre sacrificata in tutto per fare
andare avanti le cose, ed un discorso del genere, se da un lato quasi la
ferisce, dall’altro dimostra con chiarezza il proprio personale fallimento.
<<Non lo so>>, dice semplicemente dopo qualche minuto; <<ma a
me basterebbe soltanto che Federico ritornasse al più presto da noi, nella
nostra casa, e che tutti assieme si trovasse di nuovo la stessa armonia che qua
dentro si respirava in un tempo passato>>. Poi si alza, inizia a
sparecchiare la tavola, e d’improvviso si sente da sola, incompresa da tutti.
Achille non dice niente, forse comprende la sensibilità di sua moglie, ma
probabilmente non sa come aiutarla.
A Celeste verrebbe da piangere,
senza averne neanche un vero e proprio motivo per farlo, ma quando ha finito di
sistemare la cucina dell’appartamento, ecco che va ad aprire nella camera da
letto il suo armadio degli abiti, e a trangugiare qualche sorsata del suo
superalcolico nascosto. <<Non so più come fare a resistere>>, pensa
guardandosi per un momento dentro lo specchio. <<Uno di questi giorni mi
ubriacherò per davvero>>, pensa adesso con convinzione, <<e forse
lascerò che la mia famiglia comprenda fino a che punto mi sono lasciata
prendere da questo tormento>>. Achille adesso si è messo davanti alla
televisione, si vede da lontano che è una persona annoiata, priva di stimoli, e
neanche tornando a lavorare probabilmente gli passerà questa fiacchezza di
spirito che sempre manifesta. Quando infine sua moglie torna nella stanza dove
hanno cenato, lui le dice improvvisamente che gli dispiace. Lei si ferma,
attende un momento, poi lascia che lui le spieghi: <<probabilmente è un
po’ colpa mia se in questa casa abbiamo perso negli ultimi tempi l’equilibrio
di sempre, però adesso non saprei proprio come rimettere in piedi la nostra
situazione>>. Lei alza le spalle, non le piace sentir parlare così, ed i
suoi modi sono sempre stati quelli atti a scrollarsi di dosso con rapidità
certe malinconie, anche se ultimamente non ne è più capace. <<Non ci
vuole molto>>, dice alla fine; <<è sufficiente che ognuno di noi
torni a fare la propria parte, senza avvitarsi sui propri crucci>>. Ma
poi, quando si volta, pensa subito che è proprio quello che sta facendo lei
stessa, perciò d’improvviso non sa più neppure in quale maniera sia giusto riflettere,
se non che qualcosa sta indubbiamente fallendo, e lei non riesce più ad evitare
quello che accade, sia attorno che dentro di sé.
Bruno Magnolfi
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