Oggi si sono
fatti grandi i miei figli, e oramai non ho più alcun bisogno di cercare di
istradarli, semmai ho tentato di farlo, perché sono convinto che adesso sappiano
già decidere perfettamente e in autonomia del proprio presente e anche del
futuro che forse desiderano. Non ho neppure mai immaginato la loro esistenza
fuori da questa casa, ma credo che in un modo o nell’altro, da ora in avanti,
come alla loro età più o meno si è sempre fatto tutti, cercheranno giorno per
giorno di scegliere per sé stessi le cose migliori e più a portata di mano, forse
scendendo ogni volta purtroppo a compiere quegli inevitabili compromessi dai
quali sembra che nessuno di noi possa sfuggire. Forse più avanti riusciranno ad
essere più felici di quanto siano stati in questi anni di adolescenza, in
famiglia con noi, trascorsi tra le preoccupazioni immancabili dei loro genitori
e le incomprensioni quotidiane delle quali ci siamo costantemente trovati ad
occupare. Non so bene in tutto questo quale fosse e quale sia stato il mio vero
compito, ma ad essere sincero non mi sono mai troppo crucciato intorno ad un
pensiero del genere, cercando piuttosto una calma e neutra indifferenza che
fosse capace così di dare spazio e respiro anche alle loro idee. Mia moglie
potrebbe persino sostenere adesso che mi sono disinteressato di loro per dei
lunghi periodi, ma forse questo non sarebbe poi del tutto vero. Li ho
osservati, certe volte, ed il loro comportamento quasi sempre mi è parso
equilibrato, attento ai particolari, indubbiamente in grado di tenere testa ad
ogni più piccolo problema quotidiano.
Così spesso mi sono sentito tranquillo, ed ho
lasciato che tutto prendesse un proprio corso, senza cercare di influenzare troppo
le cose. Sono i miei figli, ho pensato certe volte, e proprio per questo non
c’è alcuna necessità di provare a cambiare il loro carattere, perché sono
convinto che dentro sé stessi abbiano sempre saputo già fin dall’inizio le
scelte migliori da fare. Celeste purtroppo certe cose non le comprende; secondo
lei tutto è sempre da modificare, da suggerire, da insinuare, così che tutto
quanto a suo parere necessita continuamente di sottili interventi esterni, come
una strada da percorrere individuata grossolanamente sopra una cartina con
scarsi dettagli, e che deve essere via via aggiornata nella realtà. Secondo me
la verità è che ci si deve fidare degli altri, e lasciare che tutto assuma un
percorso proprio, anche se questo non è troppo affine alle nostre aspettative.
L’educazione dei figli per lei è come una regola da tenere, e per me al
contrario è qualcosa che i figli imparano dal comportamento dei loro genitori,
senza alcuno sforzo particolare, da nessuna parte. Poi ci sono gli sbagli, nei
quali indubbiamente tutti possiamo incappare, ed è nella loro correzione, attuata
in completa autonomia che, secondo me, sta la vera crescita di qualunque
ragazzo.
Spesso
avrei voglia di sbuffare o anche di lamentarmi quando sento certe discussioni o
anche delle polemiche che si accendono con niente nella nostra casa. Ci vuole
tolleranza, rifletto in silenzio, piuttosto che andare avanti a testa bassa come
un qualsiasi animale inferocito. Non che mia moglie sia una persona capace di
tenere il pugno duro, tutt’altro. Secondo lei è l’amore ed il senso di unione
tra i componenti di una famiglia che porta ai migliori risultati, e la
trasparenza su ogni cosa che viene decisa da ciascun individuo ne è la migliore
caratteristica. <<Come stanno Marco e Federico in questo periodo?>>,
le chiedo a volte per comprendere qualcosa di più sulle nostre dinamiche familiari.
E Celeste ecco che comincia a spiegare che il maggiore potrebbe fare una certa
cosa, ed il minore quell’altra, che sarebbe meglio se noi ci facessimo vedere
in un certo modo, piuttosto che in un altro, e così via. Mi annoio
immediatamente di questa maniera di riflettere le cose, e credo che
ragionamenti siffatti non portino mai a dei risultati tangibili, anche se non
oppongo alcun disaccordo, lasciando che lei prosegua a credere che in questa
maniera si possa davvero migliorare la situazione.
In certi
casi mi sono messo ad ascoltare gli argomenti che tutti davanti al tavolo sono
stati capaci di tirare fuori, in alcune sere durante la nostra cena familiare,
e devo dire che alla fine ho sempre trovato naturale e accettabile il
comportamento ed il discorrere di ognuno, anche se potrei essere stato in
disaccordo su una cosa oppure sull’altra. Ma rimango della stessa opinione di
sempre: lasciar fare ai figli ciò che credono meglio per loro stessi, senza né
spingerli e nemmeno ostacolarli. Piuttosto che pensare troppo a loro, o
preoccuparsi del loro avvenire, credo che in questo momento, all’interno di
questa casa, io e mia moglie si debba il più possibile pensare a noi stessi, alla
nostra salute, al nostro spirito, che può compromettere anche troppo facilmente
tutta la serenità. Siamo giunti all’età in cui dobbiamo trovare tra noi un
confronto migliore, mi pare, e poi stare tranquilli, senza problemi, cancellando
il più possibile ogni eventuale preoccupazione.
Bruno
Magnolfi
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