martedì 31 dicembre 2024

Necessità di sostegno.


            Ci sono certe volte in cui Caterina si ritrova a riflettere, pur di sfuggita, su quanto la sua giornata appaia sempre troppo vuota, pur essendo lei affiancata da un marito brillante, notoriamente sempre molto indaffarato, che però ad esempio non ha mai manifestato l’interesse e il desiderio di avere dei figli, e che quindi in fondo non dimostra una grande opinione della sua famiglia, limitando le proprie preoccupazioni solo al lavoro e alla indubbia disponibilità verso i clienti del suo studio di commercialista. E quindi lei, in mancanza di qualsiasi vero interesse individuale che prima o dopo l’abbia fatta appassionare, ed in assenza anche di un motivo importante che oggi veda giustificati dei piccoli sacrifici da dedicare ad una qualunque attività di svago, nonostante frequenti spesso con suo marito i cinema e i teatri della città, anche per assistere a qualche concerto di musica, e che si veda nei pomeriggi con qualche vecchia amica che ancora le è rimasta, compresa Monica a cui si sente senz’altro più vicina che ad ogni altra conoscenza, alla fine prova un leggero ma indubbio stato di solitudine. Nello studio di suo marito, dove da diversi anni svolge il ruolo di segretaria tuttofare, raramente poi arriva purtroppo qualche personaggio davvero interessante da conoscere e studiare, e purtroppo nessuno di questi si trattiene mai a parlare un po’ con lei in quella stanza dove lavora e che funge anche da ingresso, da sala di attesa, e persino da ufficio per le proprie piccole attività di segreteria, sfoderando sempre delle pratiche e dei conteggi da sottoporre soltanto ed esclusivamente al ragioniere suo marito nello studio a cui da lì si accede.

            Non che si lamenti poi troppo della monotonia delle sue giornate, però Caterina qualche volta si ricorda che quando era soltanto una semplice ragazzina, per la sua maturità aveva più volte aspirato anche a qualcosa di migliore di questa semplice realtà, anche se non trova certo da lagnarsi di qualche specifica mancanza. <<Oggi pomeriggio non ho niente da fare>>, dice al telefono alla sua amica Monica, e quando decidono quindi di vedersi e di fare qualcosa assieme, naturalmente ne è subito contenta. Vanno a fare delle compere in un centro commerciale poco lontano, ad esempio, mentre si scambiano delle opinioni sulle semplici cose che sembrano accadere a delle persone che conoscono ambedue. <<Ho invitato a cena un uomo>>, dice Monica poi senza troppi preamboli. E naturalmente Caterina mostra tutta la curiosità possibile manifestando anche il proprio entusiasmo per questa novità così inattesa e stupenda, almeno secondo il suo parere. Poi parlano di Renato, ma mentre lei si mostra molto curiosa di questo collega dell’amica, Monica non si lascia andare a descrivere troppi dettagli di questo impiegato comunale che da qualche tempo ha preso a frequentare.   

            <<Ci sono molte cose tutte da ponderare>>, confida alla sua amica. <<E non so ancora decidere se sia proprio la timidezza che lui mostra spesso ad attirarmi, oppure se siano i suoi comportamenti capaci di farmi immaginare, dietro l’espressione seria un uomo dolce e comprensivo, incapace di alzare la voce o di polemizzare su qualcosa, un individuo assolutamente giusto per me. Mi pare sia una persona remissiva, tranquilla, priva di asprezze, anche se devo ancora conoscere meglio Renato per poter giudicare bene i suoi comportamenti>>. Caterina non insiste con domande curiose, si accontenta di questi pochi giudizi per formarsi già una propria idea, e in ogni caso si sente in condizioni di fare un salto fra qualche tempo negli uffici comunali dove lavora Monica, e farsi presentare così questo collega di cui si sente notevolmente incuriosita. Quindi parlano d’altro, e mentre l’amica insiste per capire meglio quali siano le mire di Monica nei confronti di quest’uomo che sta iniziando ad inserirsi nelle sue giornate, l’altra si tiene estremamente sul vago, specificando che non ha neppure riflettuto sul fatto di dare o meno un vero seguito a questa sua frequentazione.

            <<Certe volte, mentre siamo nei rispettivi uffici, ci chiamiamo in interfono usando qualche scusa di lavoro>>, dice lei tanto per darle qualche dettaglio più neutrale. <<Lui non sembra abbia molti interessi, però è gentile con me, e questo per il momento mi sembra sia l’elemento più importante di ogni altro, considerando che al tempo in cui sono stata sposata per la prima volta, mio marito al contrario era riuscito ad apparire subito una persona rude, che con me non accettava quasi mai dei compromessi, e le cui maniere mi erano sembrate certe volte addirittura un po’ pericolose. Probabilmente anche per questo sono riuscita a far trascorrere così tanto tempo prima di accettare l’avvicinarsi a me di un altro uomo. Però adesso mi pare proprio sia giunto il momento, e forse Renato è la persona giusta capace di farmi dimenticare ulteriormente il mio primo marito>>. Caterina annuisce, in fondo è contenta che la sua amica riesca a sbloccare i propri sentimenti, tanto che quando alla fine del pomeriggio si salutano, a lei viene spontaneo di abbracciarla, anche per farle sentire tutto il sostegno di cui in questo momento sicuramente l’altra sente la necessità.

 

            Bruno Magnolfi

mercoledì 25 dicembre 2024

Migliore modifica.


            Lei sale le scale lentamente. È da molto tempo che non percorre quei larghi corridoi e quei gradini fino al piano superiore degli uffici, e perlomeno non lo ha certo fatto da quando ha maturato delle evidenti simpatie per Renato, che ha la propria scrivania in una delle molte stanze che compongono quel luogo di lavoro, proprio per evitare che tra gli impiegati comunali iniziassero a circolare dei pettegolezzi su di loro. Ma adesso che si sente molto più sicura di sé, molto più certa di quale percorso iniziare ad intraprendere, quel suo passo calca forse il vero principio di tutto quello che probabilmente secondo lei dovrà accadere. Lui è seduto, sta consultando delle carte, sembra del tutto immerso nel proprio lavoro, e non sembra neppure accorgersi di lei, mentre alcuni colleghi in piedi lì accanto, che stanno semplicemente parlando tra di loro, subito salutano Monica, anche se con un semplice cenno. Lei si accosta alla sua scrivania, e quando Renato alza gli occhi dal piano di lavoro e dal video che sta consultando, Monica gli dice subito con espressione aperta: <<Sei pronto per andare a prenderci un meraviglioso caffè alle macchinette del piano terra?>>. Renato stupito si alza in piedi, quasi confuso per quella sorpresa, ma immediatamente risponde che va bene, benissimo, che lui è già pronto, che possono andare senz’altro, e che tutto il resto senz’altro può aspettare.

            Prendono l’ascensore adesso, e mentre la cabina fa scorrere le porte della chiusura, lei dice con naturalezza: <<Pensavo di invitarti a cena a casa mia una di queste sere, visto che conosci già la strada e che in questo periodo mi è presa la voglia di cucinare. Sempre che a te vada bene>>. Renato resta senza parole, non si aspettava affatto un’accelerazione così rapida della loro amicizia, forse non si sente addirittura pronto per affrontare già una serata come lei sta prospettando, però è felice, raggiante, anche se cerca di non dare alla cosa troppa l’importanza. <<Ma certo>>, risponde dopo un attimo. <<Domani sera, ad esempio, per me potrebbe essere perfetto>>. Si riaprono le porte, loro scorrono fino alla fine del corridoio, lui inserisce la chiavetta prepagata dentro al meccanismo, e infine preme il pulsante che gli sta indicando Monica, come se ormai tra loro due tutte le cose fossero già più che assodate. Lui, soltanto fino ad appena cinque minuti prima di adesso, non avrebbe mai creduto di poter camminare tra gli uffici insieme a lei senza alcun problema come invece sta facendo, e di poter condividere con Monica questo senso di completezza che prova improvvisamente dentro di sé. Già immagina i risolini e le battute dei colleghi: <<Che succede, Renatino? Ti sei fatto la ragazza? Attento a non appassionarti troppo, che dopo con le donne sono soltanto dispiaceri>>. Non li ascolterà neppure, pensa in una frazione di secondo; Monica sorride accanto a sé, sembra quasi riesca a immaginare in questo attimo preciso ciò che gli passa per la testa.

            Parlano tra loro di sciocchezze mentre sorseggiano i caffè, poi si salutano dopo un po’ ed ognuno torna al proprio posto di lavoro, come se tutto fosse normale, come se non si fosse verificato ciò che un momento prima pareva quasi impensabile. Monica è contenta del suo comportamento, scorre lentamente davanti ai finestroni vetrati del lungo corridoio e le pare che fuori la giornata adesso appaia bellissima, nonostante che un cielo piuttosto grigio e nuvoloso non mostri di trovarsi molto in accordo su quel suo parere. Le cose vanno bene, tra non molto lei potrà parlare con tutti quanti di quella nascente relazione, e tra qualche altro tempo nessuno troverà niente da dire sulla conduzione della sua vita privata, e lei si sentirà del tutto libera di avvicinarsi passo dopo passo al suo sogno di sempre. Quando avverrà la rottura inevitabile tra loro due, ormai le cose saranno già compiute, e niente a quel punto potrà togliere a lei il frutto della loro breve relazione, anche se in fretta dovrà chiedere un trasferimento ai suoi responsabili del personale. <<Non ha importanza>>, pensa Monica mentre rientra nella sua stanza al primo piano. <<In seguito le cose si aggiusteranno, e la mia vita avrà ormai preso una piega su cui nessuno troverà niente da obiettare>>.

            Renato torna nel suo ufficio con uno sguardo che sembra brillare per ogni cosa su cui si posa, anche se i suoi colleghi di lavoro non sembrano fare molto caso a quello che probabilmente gli sta passando per la testa. <<Stasera parlerò con Sergio di quanto mi sta accadendo in questi giorni>>, riflette ancora incredulo; <<E poi gli chiederò consiglio, e scambierò con lui i miei pensieri e i miei propositi per il futuro. Devo fargli comprendere la mia felicità, ancora prima di trovare il coraggio adatto per dire tutto di Monica anche ai miei genitori. Sono passi importanti quelli che sto compiendo, e credo che tutti coloro che mi conoscono debbano sapere che la mia vita sta quasi per cambiare, e che tutto ha già iniziato col modificarsi con rapidità, ed assolutamente in meglio>>.

 

            Bruno Magnolfi

sabato 21 dicembre 2024

Momenti del genere.


            <<Pronto Monica?>>, dice la zia di Monica ogni volta che le telefona. Da quando non c’è più sua sorella, cioè la madre di Monica, lei si è legata molto a sua nipote, fino al punto di telefonarle anche due o tre volte a settimana, tanto per sentire la sua voce, per sapere come le vanno le cose, ma anche solamente per scambiare con lei qualche chiacchiera o chiederle di qualche eventuale novità pur senza grande importanza. Monica di controparte passa dalla casa degli zii abbastanza spesso a fare una visita, e qualche volta si ferma a pranzo da loro, da quando il loro unico figlio, ormai da diversi anni, se n’è andato definitivamente ad abitare in Australia, a Sidney, città in cui ha trovato un buon lavoro e dove si è ormai formato una famiglia propria. Parlano appunto del cugino di Monica, certe volte, ma sempre meno spesso giungono delle notizie fresche da quella parte di mondo, così con più frequenza le due donne rivangano i bei momenti passati in cui erano ancora in vita i genitori della nipote, e tutti erano più giovani e più spensierati, tanto che capitava alle due famiglie di trascorrere assieme sia i fine settimana che i periodi di vacanza. Va da sé che per tutti questi motivi la zia di Monica si sente affettivamente un po’ anche sua madre, e in effetti, anche se durante il pur breve periodo in cui lei è stata sposata si erano immancabilmente un po’ allontanate, dopo la sua separazione e poi con la morte dei suoi genitori loro due hanno preso a frequentarsi regolarmente e a tentare di colmare quei vuoti che con evidenza si sono sfortunatamente venuti a formare nella loro famiglia.

            <<Oggi ho preparato delle polpette buonissime>>, le dice qualche volta ad esempio; <<Se ti trovi a passare da noi te le farei assaggiare volentieri>>. A Monica non sembra vero ogni tanto trascorrere qualche serata con gli zii, piuttosto che in solitudine nel proprio appartamento, anche se continua sempre a confermare positivamente ai propri parenti il grande equilibrio che ha trovato nella libertà della sua apparente solitudine. <<È una brava ragazza>>, dice di lei sua zia a suo marito e a chiunque l’abbia conosciuta nel quartiere anche soltanto per averla vista una volta o due. <<Mi pare quasi impossibile che abbia potuto accettare così facilmente di abitare in perfetta solitudine e di non cercare più alcuna relazione con qualche bell’uomo che possa riempire la sua vita. Il fatto è che lei con tutti è sempre stata socievole, aperta, solare, e adesso si fa fatica ad immaginarla da sola nel grande appartamento che mia sorella le ha lasciato in eredità. Con tutte le proprietà poi che le hanno fatto avere mia sorella e suo marito dopo la loro morte, probabilmente non avrebbe neppure la necessità di lavorare, anche se è evidente come lei vada volentieri in ufficio anche soltanto per riempire la propria giornata con una attività normale >>. Monica parla con lei al telefono dei suoi colleghi, del mestiere che svolge, delle sciocchezze che certe volte avvengono in ufficio, e con i suoi modi riesce ad essere sempre piacevole, estroversa, esauriente nei suoi argomenti, e mai scostante. 

            Naturalmente, con sua zia, Monica non parlerà mai dell’amicizia che sta coltivando negli ultimi tempi con Renato, e neppure dei suoi concreti propositi per il futuro, anche se avrebbe già deciso, con grande determinazione e a giochi fatti, di mettere al corrente tutti quanti, ma solo nel momento più opportuno, e senza alcuna titubanza. Anzi, non vede l’ora di poter spiegare a tutti, magari sfoderando il suo miglior sorriso, che finalmente è in attesa di un figlio, e che la sua decisione ferrea è quella di tirarlo su da sola, senza alcun ingombro maschile, avvalendosi soltanto di un inevitabile aiuto da parte di qualche balia e anche di una capace bambinaia. Se sua zia vorrà essere dalla sua parte ed aiutarla a fare crescere suo figlio, come spera in cuor suo, lei ovviamente ne sarà felice, ma non si aspetta certo l’appoggio incondizionato dei parenti e degli amici. Non ha importanza, la sua vita non può essere destinata a svolgersi senza un vero futuro, qualcosa di importante a cui valga la pena dedicare tutta sé stessa e tutte le sue energie, senza limitarsi.

Certe volte immagina già, Monica, si poter alzare il telefono e dire a sua zia con semplicità: <<Aspetto un figlio, e oramai non manca neanche molto alla sua nascita. Ho avuto una relazione senza grande importanza con un uomo, ed adesso lui è sparito dalle mie giornate. Ma non ha alcuna importanza: questo figlio è mio, e non intendo dividerlo assolutamente con nessuno, tantomeno con un ragazzone senza cervello che probabilmente non potrebbe mai essere un vero padre>>. Silenzio, all’apparecchio. Poi sua zia potrebbe riprendersi, e dire soltanto: <<È una notizia bellissima>>, e commuoversi magari, come si conviene in dei momenti di quel genere.

 

Bruno Magnolfi

 

domenica 15 dicembre 2024

Sempre di più verso di sé.


            Lui adesso sente già il sapore della novità che gli è appena stata ventilata: poter avere un piccolo finanziamento per la sua associazione di cui soltanto da poco è riuscito con fatica a stendere e depositare lo Statuto. Certo, è nata da poco, loro stessi che l’hanno fondata non hanno ancora le informazioni sufficienti per muoversi con disinvoltura nell’ambito del volontariato, ma forse proprio per questo tra tutti quelli che tra non molto decideranno di destinare i fondi a qualche raggruppamento come il loro, magari ci potrà essere qualcuno che ritenga di dover aiutare anche gli ultimi giunti nel calderone dell’associazionismo no-profit, specialmente se è il caso di un piccolo manipolo di amici con l’auspicio e l’interesse di portare avanti la Cultura come bene utile alla socializzazione e al bene di tutti, come recitano le carte. Gli altri fondatori, a differenza di Mauro, oltre agli ottimi propositi ed alle buone parole usate in sede di stesura dell’Atto Costitutivo, non sembra proprio abbiano molta voglia di impegnarsi troppo per far crescere e rendere attiva quest’Associazione che pur hanno contribuito a creare, forse anche perché non c’è ancora una vera e propria direzione verso cui protendere tutti i loro sforzi, ma ricevere all’improvviso una piccola spinta da parte delle Autorità Comunali sotto forma di un concreto finanziamento economico giusto per intavolare dei progetti concreti, secondo Mauro significherebbe dare un impulso reale a tutte quelle idee che fino adesso sono rimaste soltanto delle chiacchiere tra amici, quasi senza un vero costrutto.

            Però quell’impiegata comunale è stata estremamente chiara e cortese: il bando per devolvere dei finanziamenti da parte della città alle organizzazioni senza scopo di lucro è in fondo uno strumento fatto apposta per sostenere le idee migliori, i positivi propositi di quegli enti che più di altri riescono a dimostrare l’intenzione di dare un apporto vitale al volontariato e a tutto ciò che ne consegue, premiando i progetti più convincenti. Monica, ha detto di chiamarsi, ed il suo numero telefonico d’ufficio è per Mauro adesso la speranza più forte e concreta tra tutte quelle che ritiene possibili per il futuro della sua Associazione. Se le cose andassero davvero a buon fine potrebbe addirittura farle un regalo, pensa subito con spontaneità; magari portarla fuori a cena, oppure invitarla ad una delle loro riunioni, e in ogni caso usare una qualche maniera per ringraziarla di quelle preziose informazioni di cui lui non era a conoscenza. Gli è anche proprio sembrata una gran bella donna, e soprattutto una persona aperta e generosa, tale da apparirgli addirittura familiare con i suoi modi di fare e con le sue espressioni sorridenti, tanto da sperare di poter restare con lei in contatto nel futuro, anche oltre i suoi interessi per il mondo del volontariato. Anche per quanto riguarda le documentazioni che serviranno per presentare la domanda di finanziamento alla sua organizzazione, Mauro ha già pensato di rivolgersi al Carletti, il ragioniere titolare dello studio di commercialista che fortunatamente ha deciso di seguire le sue pratiche, e per questo motivo lui si sente già perfettamente a posto, assolutamente assistito in tutto e per tutto in tutti i passi che dovrà affrontare.

Anche Monica, d’altra parte, ha ricevuto una buona impressione da parte di questo signore che le ha subito fornito un suo biglietto da visita, dove si legge a chiare lettere che svolge il ruolo di Presidente di una Associazione Culturale, anche se per il momento lei non è stata in grado di domandargli in che ramo specifico la sua organizzazione, anche se nata da poco tempo come le ha spiegato, intenda svolgere la propria attività di volontariato. Ma l’impressione di rivederlo presto, questo Mauro Anselmi, Monica la prova già, come un istinto, un’impressione precisa dalla quale non crede di sbagliarsi, e che probabilmente si potrà mostrare possibile tra non molto, considerato che lui le ha promesso di telefonarle per avere informazioni d’ufficio già la settimana successiva. <<Mi piacerebbe saperne di più su questo mondo del Volontariato, soprattutto conoscere in modo più diretto quali siano i motivi reali che spingono una persona ad impegnarsi in questo percorso, pur sapendo di non poter aspirare a dei veri profitti. Forse potrebbe nascerne un impegno anche per me, che in questo momento ho molto tempo libero, e provo il profondo desiderio di essere utile a qualcuno>>. Poi Monica torna alla sua scrivania, per ricominciare come sempre a timbrare e a far firmare le carte che gli altri impiegati le passano continuamente sopra al suo piano di lavoro: forse non è esattamente quello il tipo di mestiere che aveva sognato quando era più giovane, si ritrova certe volte a pensare ancora una volta, però si è ormai abituata a quell’andamento di cose, ed anche se in ufficio il suo ruolo è quello di una semplice passacarte, sa perfettamente che esiste un mondo pieno di altre cose che da qualche tempo sembra attirarla sempre di più verso di sé.

 

Bruno Magnolfi

martedì 10 dicembre 2024

Quasi un altro.


            <<Sono stanco>>, dice Sergio una volta rientrato a casa. Spiega che è stato fuori città per certe necessarie ragioni di lavoro, ma secondo il suo parere quanto si è dovuto sorbire in quei tre giorni sarebbe stato quasi del tutto banale e anche piuttosto inutile, se non fosse stato che molte delle spese vive per la sua partecipazione a quei seminari di riqualificazione e di aggiornamento vengono sempre pagate da una delle grosse ditte per cui presta servizio. <<D’altra parte questa materia di cui mi occupo è soggetta frequentemente a degli adeguamenti conoscitivi da cui non è proprio possibile esimersi, per cui anche questo era un impegno a cui non potevo sottrarmi in alcun modo>>, spiega sbuffando a Renato mentre sistema le sue cose. Il loro rapporto di coinquilini, d’altra parte, è anche basato sul fatto che mentre Sergio, per delle ragioni di lavoro come in questo caso, ma anche un po’ per propria indole, trascorre molto tempo fuori dal loro appartamento, per Renato invece è normale proprio il contrario, ed ogni volta che può, naturalmente oltre l’orario d’ufficio, si rannida volentieri nella sua stanza a leggere o a seguire qualche programma televisivo, senza provare quasi mai il desiderio di uscire e di incontrare altre persone.  E in fondo è anche questo il motivo per cui Renato si preoccupa molto più dell’altro di tenere la casa in ordine, di svolgere alcune pulizie ordinarie, di fare sempre gli acquisti necessari per organizzare la dispensa e il frigorifero. Va da sé che Sergio partecipa a tutte le spese necessarie, ma il suo impegno domestico non va mai molto oltre al portafoglio, sia per il poco tempo disponibile, sia per l’indole e la scarsa volontà di starsene a casa.

            A Renato non pesa per nulla occuparsi del loro appartamento, ed il fatto di essere spesso solo in casa non gli dispiace affatto, anche se certe volte prova il desiderio di scambiare qualche opinione insieme a Sergio, e di confidargli almeno una parte dei suoi pensieri che gli girano per la testa, e magari di ascoltare i pareri dell’altro sulle tante cose su cui, come gli capita, matura dei dubbi o delle indecisioni. Hanno quasi la stessa età, loro due, ma per Renato l’altro è come un fratello maggiore, un ragazzo che ritiene estremamente sveglio ed attento, molto più esperto di lui in molte cose, e soprattutto capace di formarsi facilmente un’opinione semplice ma corretta su qualsiasi questione ci sia da affrontare, proprio in virtù delle molte esperienze e conoscenze maturate in generale sulla natura delle tante persone con cui per mestiere viene a contatto. Lo ascolta sempre volentieri, quando Sergio gli parla delle proprie giornate di lavoro, e soprattutto di quegli strani individui con cui si trova certe volte a relazionare, e gli pare sempre di non conoscere quasi nulla degli altri in confronto a lui, anche se poi ritiene che il suo carattere sia talmente diverso dal suo che molte delle tante riflessioni che gli sente esprimere non potrebbero mai neanche per sbaglio assomigliare a quelle sue.

            Perciò si trova sempre intimidito nel raccontargli qualcosa di sé, fino a tacergli persino le cose che più contano, ed anche se vorrebbe tanto in questo periodo parlargli di Monica e di come stia nascendo poco per volta tra lui e lei un’amicizia tenera e importante, alla fine si trova a sorridergli senza rivelargli praticamente niente di quello che gli capita, quasi come fosse oppresso dal dubbio di sciupare qualcosa solo nel descrivergli i propri sentimenti per questa donna. Sergio è sempre sbrigativo, lo guarda per un attimo, forse soppesa la sua solita espressione, ed infine si limita a chiedergli soltanto se ci siano in ballo delle novità, ma poi si chiude nel bagno per farsi una doccia calda rigenerativa. <<Non importa>>, pensa Renato mentre inizia a preparare qualcosa per la cena di ambedue; <<Gli farò sapere tutto ciò che mi sta succedendo solo quando sarà giunto il momento più adeguato, e quando mi sentirò nelle condizioni di non aver bisogno di alcun parere da parte sua, ma soltanto di una sentita congratulazione per aver finalmente messo il naso fuori da queste quattro stanze, come mi dice spesso>>. Lui non riesce a mettere bene a fuoco il suo futuro, anche se tenta di formarsi un’opinione: gli piace pensare di poter avere una relazione stabile con una donna, ma non vorrebbe neanche perdere l’amicizia con Sergio, gli equilibri messi a punto con lui, come anche quelli con i propri genitori, che restano comunque un’altra sponda importante nel suo continuo tentativo di sentirsi retto, equilibrato, del tutto a proprio agio per le scelte da coniugare nella sua giornata.

            Poi suona il telefono, e Renato risponde alla svelta mentre si sente ancora immerso nei propri pensieri così intensi. <<Sono Monica>>, dice all’apparecchio una voce decisa e a dir poco meravigliosa, e lui si sente sciogliere, è la prima volta che lei lo chiama da quando le ha dettato il numero. <<Ci vediamo domani?>>, gli chiede sbrigativa. Lui quasi non trova le parole per rispondere, ma infine fa: <<Certo, certamente, ti aspetto a fine orario, devo dirti un sacco di cose, e poi ho tanta voglia di vederti>>, e quando chiude la comunicazione si sente quasi un altro.

 

            Bruno Magnolfi

sabato 7 dicembre 2024

In fondo alla decisione.


<<Sei una sciocca>>, le dice bonariamente Caterina, mentre ambedue proseguono a ridere ognuna davanti ad una tazza di tè caldo, sedute al tavolino di quel piccolo locale dove vanno spesso a trascorrere un’ora e a chiacchierare, in una saletta sul retro molto accogliente dalla cui vetrata si vedono transitare tutti i pedoni che si trovano a passare lungo il marciapiede a fianco. <<Sai benissimo che ti puoi fidare di me, e che non starò certo a parlare in giro dei sacrosanti fatti tuoi>>. Monica la guarda con un’improvvisa espressione di serietà, poi le confessa: <<C’è uno degli impiegati nel palazzo del Comune dove sono a lavorare, che ultimamente si è rivelato piuttosto simpatico, anche se è evidente la sua timidezza, e da qualche giorno ho immaginato che potrei con lui instaurare una certa amicizia, anche se sono preoccupata che i colleghi d’ufficio nel caso ci scoprissero potrebbero subito iniziare a fare delle congetture fuori luogo e a parlare di noi in tutte le maniere possibili>>. Caterina resta immobile per un attimo, osserva la sua tazza, infine dice: <<Credi che questo possa davvero essere un ostacolo al fatto che due persone adulte come voi possono iniziare ad avere una frequentazione?>>. Monica riflette un attimo, forse immagina di aver già parlato troppo, anche se ormai è tardi per tentare di tornare indietro. <<Non lo so, comunque non è affatto stabilito che si possa cominciare davvero a frequentarci: piuttosto, l’introversione di questo tizio riesce a renderlo piuttosto accettabile ai miei occhi, e la mia assodata ritrosia ad avvicinare qualsiasi uomo da quando mi sono separata, nei suoi confronti mi pare riesca a passare addirittura in un secondo piano, anche se non so fino a che punto riuscirò a farmi coinvolgere da lui>>.  L’amica annuisce, vorrebbe cercare dentro di sé un parere maggiormente neutrale e rispettoso, anche se al momento non trova neppure le parole adatte per esprimerlo, e in fondo non le interessa neanche troppo.   

Quindi parlano d’altro, e in seguito si alzano dalle loro sedie ed escono per strada, dove scambiandosi un piccolo abbraccio come fanno sempre, si salutano in fretta dividendosi per andare in direzioni opposte. Monica si sente meglio per aver rivelato a Caterina del suo rapporto nascente con Renato, e in ogni caso è molto contenta di aver fatto comprendere alla sua amica che non desidera affatto restarsene da sola per il resto dei suoi anni. Ma l’idea che le gira dentro la testa da un po’ di tempo non è del tutto quella che in questo momento ci si potrebbe attendere, anche se è lei stessa la prima di tutti a non credere troppo nella propria capacità e determinazione nel mettere in atto un piano così ben architettato da non poter essere rivelato ad anima viva prima della sua esecuzione, neppure ai suoi genitori. Ma ogni volta che Monica torna a riflettere su di lui, Renato le sembra sempre di più la persona perfetta per tentare di rendere complice involontario del suo disegno, e lei è già assolutamente sicura fin da adesso che lui stesso, in seguito, non indagherà affatto sui propositi reali di Monica, accontentandosi di prendere una posizione distaccata, uguale a quella di chi si sente frustrato, e per questo motivo non desidera più saperne di una donna da cui improvvisamente è stato rifiutato persino senza alcuna plausibile spiegazione.

In seguito, lei avrà bisogno senz’altro dell’appoggio dei propri genitori, questo lo ritiene praticamente dato per scontato, ma loro sono ancora piuttosto giovanili, e farebbero senz’altro di tutto per la propria figlia, e conoscendoli bene come li conosce, è sicura fin da adesso di trovare in loro al momento più opportuno tutto l’aiuto di cui si mostrerà addirittura evidentissima la necessità, sia sul piano economico che su quello pratico. No, lei non deve assolutamente farsi uscire una sola parola di bocca con nessuno sulla sua volontà di generare un bambino con un uomo di cui è pronta a disinteressarsi appena sicura di essere in stato interessante: è una sua decisione, una propria scelta, una voglia che le sorge dal profondo, un’idea che in questa fase la fa già sentire bene, completa, realizzata, come le appare l’immagine di una madre da sola che vive in funzione e si preoccupa soltanto del proprio figlio o della figlia che sia. Probabilmente saranno in molti in seguito a criticarla, a dire di lei che è soltanto il frutto del proprio egoismo l’aver anche solo messo a punto un’idea di questo genere, ma Monica si sente già pronta per affrontare qualsiasi possibile maldicenza nei propri confronti, perché il suo scopo in quel momento sarà oramai raggiunto, e non ci sarà collega di lavoro o vicino di casa o anche amicizia e conoscenza  di ogni genere in grado di farla pentire anche solo minimamente della sua scelta di diventare finalmente madre. È un sentimento sempre più forte quello che prova, quasi un istinto inalienabile, tale da non poter essere neutralizzato in altro modo che dandogli un adeguato compimento, ed è per questo che deve assolutamente andare fino in fondo alla sua decisione, ad ogni costo.

 

Bruno Magnolfi

mercoledì 4 dicembre 2024

Fuori dalla finestra.


            L’edificio, già per sua propria pianta costruttiva, appare dalla strada come una vecchia scuola elementare edificata nell’epoca dei primi decenni del ‘900, ma in seguito, attraversando il pesante portone di legno dell’ingresso ed entrando all’interno nei vasti corridoi dai soffitti altissimi e dai grandi finestroni vetrati, si dimostra essere ancora proprio ciò che era sembrato, anche se non si fosse intravisto sopra la facciata la vecchia scritta murale ancora conservata quasi a cimelio ad indicare lo scopo originale dell’edificio, nonostante adesso una larga targa d’ottone evidentissima riporti l’attuale destino della costruzione, adibita a semplici uffici pubblici comunali. Mauro sembra perplesso, poi si accosta alla portineria dove una donna svogliata dietro un vetro gli getta uno sguardo neutrale per comprendere le intenzioni di questo giovanotto dal passo brillante. <<Buongiorno, desidera?>>, gli chiede, e poi gli indica di salire la larga scalinata di pietra serena e giungere ai piani superiori, dove, in fondo ad un altro identico corridoio, potrà facilmente trovare l’ufficio dove lavora un certo signor Nesti, il quale dovrebbe essere in grado di dare tutte le spiegazioni desiderate. Così, ringraziando, lui inizia a salire le scale, osserva ancora per un’ultima certezza le carte che tiene tra le mani, ed alla fine si ritrova al primo piano di quell’edificio, anche se scorrendo le porte delle tante stanze con su scritti i nomi dei vari impiegati al lavoro, si rende conto che nessun nome assomiglia a quello che gli hanno appena indicato. <<Scusi>>, dice ad una donna che in quel momento gli sta camminando di fronte; <<Cercavo qualcuno che mi aiutasse a comprendere meglio gli aiuti che l’autorità comunale è in grado di fornire alle associazioni di volontariato>>. Monica si ferma, lo guarda, gli sorride, poi dice: <<In questo momento al piano superiore stanno giusto stilando i criteri per ammettere ad un nuovo finanziamento a fondo perduto quegli enti che avendone i requisiti ne faranno richiesta. Però è presto, perché il bando sarà reso pubblico non prima della prossima settimana>>. 

Mauro resta un momento senza trovare da ribattere niente, ma infine, prima di ringraziare e congedare questa donna, le chiede ancora a chi potrà rivolgersi una volta trascorso questo tempo, oppure se c’è uno specifico ufficio dedicato a questa attività. <<Ma certo>>, riprende subito lei, <<anche se la consultazione può farla comodamente da casa sul nostro sito elettronico. In ogni caso, telefoni pure a me, se ha bisogno di ulteriori informazioni>>. Con ciò scrive il nome e il numero di apparecchio interno su un foglietto che casualmente ha tra le mani, e poi rapidamente lo saluta con naturalezza. Mauro, senza cercare ulteriori spiegazioni, torna a scendere la gradinata, e in ogni caso si rende conto che probabilmente, facendosi preparare le carte dal ragionier Carletti con cui ha parlato la mattina precedente, e che ha accettato di seguire la pratica della Associazione di Volontariato di cui lui è presidente e anche fondatore insieme ad altri, può essere ammesso tra quegli enti che avranno diritto ad un sostegno economico da parte del Comune, e questa ovviamente gli pare già una splendida notizia. Monica, sta scritto sul foglietto che gli ha consegnato questa gentile impiegata, e per lui quel nome diventa subito sinonimo di una buona novità.

Intanto Monica sale al piano superiore, dove effettivamente si trova l’ufficio di Renato Nesti, con il quale, a seguito della sua insistenza, ha deciso di incontrarsi nello stesso pomeriggio, dopo il termine dell’orario di lavoro, nel solito caffè poco lontano dai loro uffici, ed adesso confermargli così questo appuntamento. La porta della stanza è aperta, i tre impiegati all’interno sono chini sulle loro scrivanie, e lei si ferma per un momento sulla soglia, come ad attendere che Renato si accorga della sua presenza. Difatti lui sorride, si alza dalla poltroncina e la raggiunge subito nel corridoio, come a dover trattare di qualche pratica senza disturbare gli altri. <<Ho già un cliente per il vostro bando>>, dice Monica; <<Però vorrebbe sapere con precisione quando verranno pubblicate le istruzioni per partecipare>>. Lui annuncia subito la data esatta, anche se riconosce in cuor suo che è soltanto uno stratagemma per sviare i sospetti di chi eventualmente possa ascoltare la loro conversazione. Poi però abbassa la voce: <<Allora ti vado ad aspettare nel solito locale>>, le dice aspettandosi un accenno di conferma, e lei gli sorride, in parte divertita di questa situazione da società segreta, anche se poi torna seria, giusto per dirgli con fermezza che non si attendeva certo di vederlo sotto al suo appartamento, qualche sera avanti. Renato balbetta qualcosa, cerca di spiegare come sia stato solo un caso, ma poi rinuncia a dire altre sciocchezze, considerando che Monica non sembra particolarmente irritata da quel suo comportamento. <<Va bene>>, gli fa lei; <<Ne parleremo dopo, in ogni caso; però se devi venire a cercarmi sotto casa mia, almeno puoi usarmi la gentilezza di farmelo sapere con anticipo, almeno ti posso ricevere come si conviene, senza dovermi accorgere della tua presenza davanti al portone condominiale mentre distrattamente guardo fuori dalla mia finestra>>.    

 

Bruno Magnolfi