<<Sono
stanco>>, dice Sergio una volta rientrato a casa. Spiega che è stato
fuori città per certe necessarie ragioni di lavoro, ma secondo il suo parere quanto
si è dovuto sorbire in quei tre giorni sarebbe stato quasi del tutto banale e
anche piuttosto inutile, se non fosse stato che molte delle spese vive per la
sua partecipazione a quei seminari di riqualificazione e di aggiornamento vengono
sempre pagate da una delle grosse ditte per cui presta servizio.
<<D’altra parte questa materia di cui mi occupo è soggetta frequentemente
a degli adeguamenti conoscitivi da cui non è proprio possibile esimersi, per
cui anche questo era un impegno a cui non potevo sottrarmi in alcun modo>>,
spiega sbuffando a Renato mentre sistema le sue cose. Il loro rapporto di
coinquilini, d’altra parte, è anche basato sul fatto che mentre Sergio, per
delle ragioni di lavoro come in questo caso, ma anche un po’ per propria indole,
trascorre molto tempo fuori dal loro appartamento, per Renato invece è normale
proprio il contrario, ed ogni volta che può, naturalmente oltre l’orario
d’ufficio, si rannida volentieri nella sua stanza a leggere o a seguire qualche
programma televisivo, senza provare quasi mai il desiderio di uscire e di
incontrare altre persone. E in fondo è
anche questo il motivo per cui Renato si preoccupa molto più dell’altro di
tenere la casa in ordine, di svolgere alcune pulizie ordinarie, di fare sempre gli
acquisti necessari per organizzare la dispensa e il frigorifero. Va da sé che
Sergio partecipa a tutte le spese necessarie, ma il suo impegno domestico non
va mai molto oltre al portafoglio, sia per il poco tempo disponibile, sia per l’indole
e la scarsa volontà di starsene a casa.
A Renato
non pesa per nulla occuparsi del loro appartamento, ed il fatto di essere spesso
solo in casa non gli dispiace affatto, anche se certe volte prova il desiderio
di scambiare qualche opinione insieme a Sergio, e di confidargli almeno una
parte dei suoi pensieri che gli girano per la testa, e magari di ascoltare i
pareri dell’altro sulle tante cose su cui, come gli capita, matura dei dubbi o
delle indecisioni. Hanno quasi la stessa età, loro due, ma per Renato l’altro è
come un fratello maggiore, un ragazzo che ritiene estremamente sveglio ed attento,
molto più esperto di lui in molte cose, e soprattutto capace di formarsi
facilmente un’opinione semplice ma corretta su qualsiasi questione ci sia da
affrontare, proprio in virtù delle molte esperienze e conoscenze maturate in
generale sulla natura delle tante persone con cui per mestiere viene a contatto.
Lo ascolta sempre volentieri, quando Sergio gli parla delle proprie giornate di
lavoro, e soprattutto di quegli strani individui con cui si trova certe volte a
relazionare, e gli pare sempre di non conoscere quasi nulla degli altri in
confronto a lui, anche se poi ritiene che il suo carattere sia talmente diverso
dal suo che molte delle tante riflessioni che gli sente esprimere non
potrebbero mai neanche per sbaglio assomigliare a quelle sue.
Perciò si
trova sempre intimidito nel raccontargli qualcosa di sé, fino a tacergli persino
le cose che più contano, ed anche se vorrebbe tanto in questo periodo parlargli
di Monica e di come stia nascendo poco per volta tra lui e lei un’amicizia
tenera e importante, alla fine si trova a sorridergli senza rivelargli
praticamente niente di quello che gli capita, quasi come fosse oppresso dal
dubbio di sciupare qualcosa solo nel descrivergli i propri sentimenti per
questa donna. Sergio è sempre sbrigativo, lo guarda per un attimo, forse soppesa
la sua solita espressione, ed infine si limita a chiedergli soltanto se ci
siano in ballo delle novità, ma poi si chiude nel bagno per farsi una doccia calda
rigenerativa. <<Non importa>>, pensa Renato mentre inizia a
preparare qualcosa per la cena di ambedue; <<Gli farò sapere tutto ciò
che mi sta succedendo solo quando sarà giunto il momento più adeguato, e quando
mi sentirò nelle condizioni di non aver bisogno di alcun parere da parte sua,
ma soltanto di una sentita congratulazione per aver finalmente messo il naso
fuori da queste quattro stanze, come mi dice spesso>>. Lui non riesce a
mettere bene a fuoco il suo futuro, anche se tenta di formarsi un’opinione: gli
piace pensare di poter avere una relazione stabile con una donna, ma non
vorrebbe neanche perdere l’amicizia con Sergio, gli equilibri messi a punto con
lui, come anche quelli con i propri genitori, che restano comunque un’altra sponda
importante nel suo continuo tentativo di sentirsi retto, equilibrato, del tutto
a proprio agio per le scelte da coniugare nella sua giornata.
Poi suona
il telefono, e Renato risponde alla svelta mentre si sente ancora immerso nei
propri pensieri così intensi. <<Sono Monica>>, dice all’apparecchio
una voce decisa e a dir poco meravigliosa, e lui si sente sciogliere, è la
prima volta che lei lo chiama da quando le ha dettato il numero. <<Ci
vediamo domani?>>, gli chiede sbrigativa. Lui quasi non trova le parole
per rispondere, ma infine fa: <<Certo, certamente, ti aspetto a fine
orario, devo dirti un sacco di cose, e poi ho tanta voglia di vederti>>,
e quando chiude la comunicazione si sente quasi un altro.
Bruno
Magnolfi
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