<<Sei
una sciocca>>, le dice bonariamente Caterina, mentre ambedue proseguono a
ridere ognuna davanti ad una tazza di tè caldo, sedute al tavolino di quel
piccolo locale dove vanno spesso a trascorrere un’ora e a chiacchierare, in una
saletta sul retro molto accogliente dalla cui vetrata si vedono transitare
tutti i pedoni che si trovano a passare lungo il marciapiede a fianco.
<<Sai benissimo che ti puoi fidare di me, e che non starò certo a parlare
in giro dei sacrosanti fatti tuoi>>. Monica la guarda con un’improvvisa
espressione di serietà, poi le confessa: <<C’è uno degli impiegati nel
palazzo del Comune dove sono a lavorare, che ultimamente si è rivelato
piuttosto simpatico, anche se è evidente la sua timidezza, e da qualche giorno
ho immaginato che potrei con lui instaurare una certa amicizia, anche se sono
preoccupata che i colleghi d’ufficio nel caso ci scoprissero potrebbero subito
iniziare a fare delle congetture fuori luogo e a parlare di noi in tutte le
maniere possibili>>. Caterina resta immobile per un attimo, osserva la
sua tazza, infine dice: <<Credi che questo possa davvero essere un
ostacolo al fatto che due persone adulte come voi possono iniziare ad avere una
frequentazione?>>. Monica riflette un attimo, forse immagina di aver già
parlato troppo, anche se ormai è tardi per tentare di tornare indietro.
<<Non lo so, comunque non è affatto stabilito che si possa cominciare
davvero a frequentarci: piuttosto, l’introversione di questo tizio riesce a
renderlo piuttosto accettabile ai miei occhi, e la mia assodata ritrosia ad
avvicinare qualsiasi uomo da quando mi sono separata, nei suoi confronti mi
pare riesca a passare addirittura in un secondo piano, anche se non so fino a
che punto riuscirò a farmi coinvolgere da lui>>. L’amica annuisce, vorrebbe cercare dentro di
sé un parere maggiormente neutrale e rispettoso, anche se al momento non trova
neppure le parole adatte per esprimerlo, e in fondo non le interessa neanche
troppo.
Quindi
parlano d’altro, e in seguito si alzano dalle loro sedie ed escono per strada,
dove scambiandosi un piccolo abbraccio come fanno sempre, si salutano in fretta
dividendosi per andare in direzioni opposte. Monica si sente meglio per aver
rivelato a Caterina del suo rapporto nascente con Renato, e in ogni caso è
molto contenta di aver fatto comprendere alla sua amica che non desidera
affatto restarsene da sola per il resto dei suoi anni. Ma l’idea che le gira
dentro la testa da un po’ di tempo non è del tutto quella che in questo momento
ci si potrebbe attendere, anche se è lei stessa la prima di tutti a non credere
troppo nella propria capacità e determinazione nel mettere in atto un piano
così ben architettato da non poter essere rivelato ad anima viva prima della
sua esecuzione, neppure ai suoi genitori. Ma ogni volta che Monica torna a
riflettere su di lui, Renato le sembra sempre di più la persona perfetta per
tentare di rendere complice involontario del suo disegno, e lei è già
assolutamente sicura fin da adesso che lui stesso, in seguito, non indagherà affatto
sui propositi reali di Monica, accontentandosi di prendere una posizione
distaccata, uguale a quella di chi si sente frustrato, e per questo motivo non
desidera più saperne di una donna da cui improvvisamente è stato rifiutato
persino senza alcuna plausibile spiegazione.
In seguito,
lei avrà bisogno senz’altro dell’appoggio dei propri genitori, questo lo
ritiene praticamente dato per scontato, ma loro sono ancora piuttosto
giovanili, e farebbero senz’altro di tutto per la propria figlia, e
conoscendoli bene come li conosce, è sicura fin da adesso di trovare in loro al
momento più opportuno tutto l’aiuto di cui si mostrerà addirittura evidentissima
la necessità, sia sul piano economico che su quello pratico. No, lei non deve
assolutamente farsi uscire una sola parola di bocca con nessuno sulla sua
volontà di generare un bambino con un uomo di cui è pronta a disinteressarsi
appena sicura di essere in stato interessante: è una sua decisione, una propria
scelta, una voglia che le sorge dal profondo, un’idea che in questa fase la fa
già sentire bene, completa, realizzata, come le appare l’immagine di una madre
da sola che vive in funzione e si preoccupa soltanto del proprio figlio o della
figlia che sia. Probabilmente saranno in molti in seguito a criticarla, a dire
di lei che è soltanto il frutto del proprio egoismo l’aver anche solo messo a
punto un’idea di questo genere, ma Monica si sente già pronta per affrontare
qualsiasi possibile maldicenza nei propri confronti, perché il suo scopo in
quel momento sarà oramai raggiunto, e non ci sarà collega di lavoro o vicino di
casa o anche amicizia e conoscenza di
ogni genere in grado di farla pentire anche solo minimamente della sua scelta
di diventare finalmente madre. È un sentimento sempre più forte quello che
prova, quasi un istinto inalienabile, tale da non poter essere neutralizzato in
altro modo che dandogli un adeguato compimento, ed è per questo che deve
assolutamente andare fino in fondo alla sua decisione, ad ogni costo.
Bruno
Magnolfi
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