Qualcuno
da fuori chiama a voce alta il nome di Caterina, e la donna, nel sole e nel
caldo del pomeriggio estivo, esce svogliatamente sulla soglia del suo piccolo
appartamento al piano terra, scansando la tenda a nastri di plastica quanto
basta per vedere chi sia che la sta cercando. Non si aspetta niente di buono dagli
altri da quando suo marito è andato ad abitare in un paese vicino, però adesso
che è rimasta in casa da sola, finiti tutti i litigi e i mal di stomaco
quotidiani, lei vorrebbe ritrovare poco per volta quella tranquillità che da
molto tempo ha perduto, e così è con sospetto e malavoglia che osserva una
persona sulla strada che non conosce, una donna, ferma sulle gambe, come per un
duello.
Qualcuno,
mesi addietro, le aveva riferito che suo marito si era accompagnato con
un’altra, così adesso, pensa Caterina, quella donna è forse proprio quella che
adesso le sta lì di fronte, una povera disgraziata che non sa neppure in quale
guaio si sia andata a cacciare, e che magari viene a dirle qualcosa come se a
lei importasse ancora degli affari di quel suo marito. Forse le piacerebbe
subito dirle qualcosa, affrontarla con parole aggressive ancora prima di
ascoltare la ragioni che l’hanno spinta fin lì, ma per una sorta di rispetto resta
in silenzio, forse in attesa di qualcosa che non riesce a comporre pienamente nella
sua testa.
Caterina
continua a guardare dritto verso la donna, e quella donna prosegue a guardare
dritto verso Caterina, come se già lo studio attento e reciproco delle loro
figure dovesse dare risultati certi, finalità importanti. Le loro espressioni
un po’ ruvide sembrano sottintendere chissà quali realtà differenti, i motivi
di scontro potrebbero essere a portata di mano, pensa Caterina, ma qualcosa
sembra si sollevi lì accanto, come un pallone leggero, gonfio della medesima
aria che pare dividerle. Infine una delle due ha un piccolo gesto come di noia
per quel prolungato studiarsi.
Caterina
si volta per togliere qualche foglia secca al geranio lì accanto, quasi a
mostrare a quella donna che se aveva voglia di dirle qualcosa era quello il
momento, e probabilmente non ce ne sarebbe stato uno ulteriore. L’altra fa un
passo a sua volta, si gira quasi di fianco, poi torna a dare uno sguardo
nell’espressione di Caterina, allarga leggermente la bocca in un timido sorriso
che non vuole essere ironico, e lei, con naturalezza, ricambia la medesima
espressione dell’altra.
Nessuna
delle due dice niente, forse perché non c’è proprio niente da dire, ma quella
donna all’improvviso si lascia andare in una risata di gusto, proprio mentre si
gira per allontanarsi e riprendere la strada da dove è venuta, e Caterina l’accompagna
con un largo sorriso, come se fosse stata trovata un’intesa che lascia ambedue
soddisfatte, o almeno coscienti di qualcosa che senz’altro non avrebbero
nemmeno saputo spiegare, ma che era lì, adesso, senza alcun dubbio.
Bruno
Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento