sabato 23 luglio 2011

(Profilo n. 11). Per abitudine.

            
            Certe volte mi dispiace proprio. Guardo nel buio la mia donna che finalmente si è addormentata e vorrei quasi dirle che non volevo trattarla così, non era mia intenzione offenderla, alzare le mani su di lei. Però ci sono dei giorni in cui sto male, lei deve capirlo, ci sono momenti in cui non riesco proprio a controllarmi, è come se tutto ciò che sto facendo in quei casi fosse governato da qualcun altro, e io dovessi solo obbedire, passivamente. Le mie cose non vanno bene, lo so, per questo a volte butto giù qualche birra di troppo, ne ho bisogno, c’è poco da fare. E poi ecco che lei viene lì con quella voce che si fa subito insopportabile, così tremolante, carezzevole, misericordiosa, come se già avesse paura di qualcosa, ed io le dico di togliersi dai piedi, che non cerchi di farmi la morale o roba del genere, e invece niente, sembra proprio non ci sia niente da fare.
            Si prosegue così, ed io che alzo la voce, e lei che insiste con le sue stupidaggini proprio come se non volesse capire, ha la testa più dura di chiunque conosca, e mi si para davanti, lì nel mezzo di quella stanza, e continua a ripetere costantemente le sue solite cose, come se proprio non riuscisse ad intendere. Io la scanso con il braccio, le dico di lasciar perdere, che piuttosto tiri fuori quel paio di birre che tiene nascoste, ma lei nulla, dice che non ce l’ha, che devo solo calmarmi e altre cose del genere. Mi fa uscire fuori dai gangheri quando mi chiede di essere ragionevole, con quella voce già piena di paura, e non si scansa di mezzo, sta lì a guardarmi e a chiamarmi per nome, come se io non ricordassi neppure chi sono.
            Ha fatto venire suo fratello già un paio di volte, giù dal paese, a dirmi qualcosa di ragionevole, ma io non ho detto niente, ho solo spiegato che lei è la mia donna e lui non si deve mettere in mezzo. Mi ha fatto promettere qualcosa che ho dimenticato appena è uscito di casa, ed io non gli ho detto la cosa più importante di tutte: le cose non vanno bene, lo so, tutto si è fatto difficile, ma ci sono delle volte che qualcun altro arriva dentro di me a dirmi come comportarmi, senza che io possa oppormi. Spesso avrei solo voglia di buttarmi sul letto e farmi una bella dormita per neutralizzare tutti quanti i miei guai, ma ecco che lei si fa avanti, con quel suo tono impaurito ma da predicatrice, e tutto inizia ad andare per un verso che non so controllare.
            Dice che un giorno o l’altro andrà dai servizi dell’ordine e mi farà incarcerare per tutte le botte che prende, ma io non le credo, penso che dica così tanto per dire; lei è la mia donna, se proprio ci rifletto non ho proprio nient’altro , non credo dovrei fare qualcosa per la paura che lei mi tradisca, così lascio correre e tutto va avanti. Certe volte penso che le cose vadano così perché tutto spesso si fa soltanto per abitudine, e vorrei tanto che si inserisse qualcosa a cambiare i miei modi, ma alla fine neppure lei cambia mai di una virgola, penso, e tutto rimane invariato. Poi però la guardo dormire e so che mi dispiace che le cose vadano così, ma se anche mi impegno, se ci penso fino a farmi scoppiare la testa, non riesco proprio a trovare la maniera per cambiare davvero questa faccenda.

            Bruno Magnolfi
           



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