Chissà
se tra qualche tempo ci sembrerà persino assurdo che adesso siamo giunti a
dirci queste cose, diceva lei. Basta poco, un’inezia, e questi nostri
atteggiamenti risulteranno superati una volta per tutte, e sembreranno retaggio
di tempi arcaici, quando ancora si stava dietro a cose come i sentimenti e
altre sensazioni elementari, mostrando più che superato tutto ciò che adesso
passa per fondamentale. Lui stava seduto, senza parlare, evitando di guardarla,
come se le sue riflessioni lo portassero verso pensieri forse ancora più
distanti, dove tutto mostrava un ineffabile e confuso intreccio di passioni,
pieno di congetture così passatiste, come diceva lei.
Qualcosa si
muoveva nella stanza, ma forse era soltanto un po’ di vento che si insinuava
dalla finestra aperta sopra le tende, lui aveva osservato qualcosa sopra al
tavolo, lei era rimasta a guardare la parete bianca, dove campeggiava un
vecchio disegno a carboncino di qualcuno degli amici artisti. Non c’era molto
altro da dire, visto che la dichiarazione che lui aveva fatto lasciava poco
spazio alla loro relazione retta fino a quel momento da vero amore, anche se
clandestino, privo di qualsiasi interesse differente, visto che loro due erano
sposati ed avevano sempre dichiarato di volere continuare ad esserlo.
Poi lui disse:
non devi pensare che tutto questo tempo sia trascorso invano, o che nei miei
comportamenti abbia regnato fino adesso la finzione; è solo che sento cambiato
qualcosa dentro di me nei tuoi confronti, e non vorrei iniziare adesso a dirti
cose che non sono vere, o che non lo sono più. D’accordo, disse lei, è
chiarissimo il tuo punto di vista; d’altronde è tutto normale, voltiamo pagina,
come si fa da persone adulte in questi casi, e via, ognuno per la propria
strada.
Il vento dalla
finestra soffiava adesso ancora più forte sulle tende, come a voler
drammatizzare quel loro dialogo, lui avvertiva la presenza di qualcosa e
voltandosi verso di lei vide che lei a sua volta aveva posato lo sguardo su di
lui; si guardarono in silenzio per un lungo istante e forse parve ad ambedue
del tutto assurdo quello che stavano cercando di chiarire. Forse lei aveva
ragione quando diceva che non erano più gli anni per parlare di passioni e
sentimenti, pensava adesso lui; forse era stupido cercare di chiudere delle
porte spingendosi verso qualche soluzione differente. Si mosse risoluto verso
la finestra mentre lei continuava ad osservarlo come per non scordare più la
sua espressione.
Qualcuno
mormorò qualcosa in quel momento, un verso animalesco, forse, una parola
disarticolata, ed ambedue tornarono a guardarsi, come a cercare dalla loro
vicinanza un conforto rispetto al mondo ostile che pareva circondarli. Non
dissero niente, ma all’improvviso quel futuro senza sentimenti parve
sopraggiungere spostando di nuovo la tenda davanti alla finestra aperta. Un
brivido percorse lo spazio della stanza, ambedue si sentirono preda di
qualcosa, forse di tempi che non riuscivano neppure a comprendere
adeguatamente.
Lui le andò
vicino sfiorandole una mano, lei tornò ad osservarlo ma con la faccia dura, di
chi ha già digerito quanto stabilito. Restarono fermi, vicinissimi, immobili
dentro a un equilibrio instabile di cui nessuno dei due sarebbe mai riuscito a
dare spiegazione; infine qualcosa cadde a terra, si ruppe in mille pezzi mosso
da quel vento. Loro tornarono a guardarsi, e forse si videro davvero, per la
prima volta.
Bruno Magnolfi
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