Alex
era sicuro di aver agito d’istinto quando aveva colpito con quel forte pugno il
volto del suo amico, dentro al locale dove andavano spesso a parlare e a bere
una birra in pace dopo il lavoro. Non c’era stato neppure un vero motivo per
quella insolita reazione che lui aveva avuto a certe parole, soltanto il
bisogno di rendere chiaro quanto per lui fosse importante manifestare tutto il suo
forte dissenso rispetto alle idee dichiarate dall’altro. Se ci pensava non ci
trovava davvero alcuna razionalità in quello che era accaduto, eppure lui si
sentiva ancora convinto che il motivo importante che l’aveva portato ad agire in
quel modo, era qualcosa che sul momento si era dimostrato impossibile da
accantonare.
Alex
non era un risoluto, neppure un violento, non lo era mai stato, normalmente
sentiva il bisogno di chiarire le cose con le parole, ma spesso gli succedeva
di chiudere ogni pensiero in se stesso, come ignorando tutti coloro che gli
stavano attorno, quasi come se le sue riflessioni fossero inesplicabili.
Ripensandoci, non ricordava neanche il vero motivo che aveva fatto scattare quella
sua reazione dentro a quel bar, eppure non si era dispiaciuto di quanto era
accaduto, come se dentro di sé giudicasse impossibile un diverso comportamento.
E in fondo tutto questo adesso non aveva alcuna importanza: lui era una
persona, e in base a questo i sentimenti che provava erano tutti commisurati
alla sua vita, le sue esigenze, le sensazioni.
Le
giornate trascorrevano quasi tutte nella stessa maniera, il lavoro riempiva la
maggior parte del tempo, i pensieri, gli scambi di idee, erano tutti elementi lasciati
in disparte, relegati ad uno spazio mentale costituito da qualche risata, e
dall’aspetto consolatorio e scontato di essere tutti all’interno dello stesso
sistema. Anche bere una birra dopo il lavoro era quasi soltanto una maniera per
digerire qualcosa che non si sapeva neppure fosse indigesta.
C’era
stato un brevissimo battibecco subito dopo il suo pugno, e il suo amico se
n’era subito andato tenendosi la mascella con una mano; anche il barista aveva
detto qualcosa, ma Alex era rimasto impassibile, seduto esattamente dove si
trovava, riprendendo a bere la sua birra in silenzio. Infine aveva pagato ed
era uscito da quel locale, camminando lentamente lungo la strada per tornarsene
a casa, ripensando vagamente a quanto era accaduto: avrebbe telefonato al suo
amico nella serata, gli avrebbe detto qualcosa, forse non ci sarebbe stato
neanche bisogno di trovare delle scuse per far passare via quello che ormai aveva
combinato; avrebbe forse detto, modulando la voce su un registro più grave e
sottotono, che oggi si vive tutti in un mondo difficile, dove ognuno si sente
schiacciato da un’omologazione continua che non guarda in faccia nessuno. Si, adesso
era convinto, gli avrebbe parlato di cose del genere, restando su argomenti
generici, senza entrare in alcun dettaglio, evitando di confessare di sentirsi
dispiaciuto, perché questa non era neppure la verità. Il suo amico lo avrebbe
capito, Alex ne era proprio sicuro.
Bruno
Magnolfi
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