Non
mi interessa avere un motivo per restare fuori da tutto, mi è già sufficiente
poter starmene qui, sdraiato su questa poltrona all’aperto, aspirare l’aria
della sera che lentamente, tra qualche minuto, sfumerà nel buio della notte,
soltanto per sapere che ogni cosa va bene, che non ho bisogno di altro, se non
di questa sensazione di vita che oltre ad ogni apparenza continua a scorrere in
modo deciso fuori e dentro di me. Osservo senza interesse qualcosa di cui non
comprendo appieno neppure la natura, poi volgo lo sguardo verso un altro
interesse, un elemento che mi sembra più vicino alle mie idee, ai miei liberi
pensieri.
La
vita è fatta così, penso, poi riprendo a sorridere agli altri che stanno qui
insieme a me, ad ammirare questo tramonto di sole che in apparenza ci accomuna in
maniera insperata, e che in realtà ci rende isolati e distanti l’uno
dall’altro. Mi è stato detto che è la morte che fa amare la vita, e la paura
cosciente che non sorga più il sole, e che tutto si concluda qui, esattamente
stasera, ci fa desiderare la sua rinascita in maniera spasmodica, anche se
ognuno mette del proprio dentro a questi pensieri, e i paragoni tra noi, pur
stando insieme, sembrano oltremodo difficili.
Ma
una scintilla d’improvviso scatena la
pianura e le colline, una vibrazione percorre la nostra parte sensibile,
qualcosa come la paura di perdere ciò che apparentemente abbiamo acquisito: mi
alzo dal posto dove mi trovo seduto, guardo gli altri quasi negli occhi, chiedo
loro quanto davvero potremmo resistere ad immaginare la luce sopra di noi, le
ombre che pian piano si allargano, quell’ultimo spicchio di sole che lentamente
ci lascia orfani di qualcosa che non sappiamo neppure cosa sia veramente. Loro
mi guardano soltanto un momento: c’è probabilmente qualcosa che non va nei miei
pensieri, decidono senza parlare, però si alzano come ho fatto io, tolgono i
loro occhiali, si rendono conto che questo confronto renderà tutti più poveri,
privi anche di quell’entusiasmo assolutamente necessario, degno di cose
importanti, ma poi lentamente tornano a risistemarsi seduti, stanchi di parole
e di gratuito raziocinio, come se quel tramonto fosse più importante di ogni
altro aspetto, necessario alla stessa esistenza.
Anch’io
torno a sedermi; forse è proprio questo il punto, immagino: non c’è una vera
logica in molto di ciò che facciamo, si può essere d’accordo su tutto, oppure
no, decidere una volta per sempre che la mancanza di senso non è cosa umana, o
che dentro di noi sappiamo da tempo remoto ciò che va bene e quello che invece
non va. Oppure si, possiamo decidere proprio al contrario che siamo alla
ricerca di qualcosa che non riusciamo a trovare, e che alla fine è proprio
questo l’elemento più umano di tutti. Proseguiamo a guardare; forse sarà una
serata speciale.
Bruno
Magnolfi – A margine di “People in the Sun” di E. Hopper.
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