Si dice che qualcosa
tra breve verrà sicuramente modificato, ma ancora nessuno riesce a descrivere
né quali siano nel concreto i cambiamenti che da qualche parte già si ipotizza,
e neppure se a tutt’oggi ne siano stati previsti in qualche modo i termini
specifici, visto che alla fine non si comprende affatto in quale misura questi
porteranno come sembra delle vere e proprie variazioni. Lei scuote la testa, le
viene persino da sorridere nel pensare a cose di quel genere; poi però accende
la radio, canticchia il motivetto di una canzone molto nota che in questo
momento stanno trasmettendo, e intanto, con tutta la calma necessaria, si
prepara per uscire. Fuori il tempo è uggioso, lei cammina senza fretta sul
marciapiede, perché le cose da fare in fondo sono le medesime di sempre, e
quando intravede per strada la faccia simpatica del solito portalettere con la
sua impeccabile divisa sulle spalle e la classica bicicletta tra le mani, nel
medesimo momento in cui lo nota cosi indaffarato nella consegna a domicilio
delle bollette e anche di qualche opuscolo di pubblicità, lo saluta subito con
grande calore, forse perché le sembra adesso quasi un'assurdità o un'ironia che
qualcuno come lui porti ancora avanti quel suo compito, mentre tutto appare con
chiarezza sull'orlo di grandi e radicali cambiamenti.
L'uomo la vede, si sfiora il cappello con gesto
consumato, poi abbassa subìto gli occhi sul pacco di carta e di buste che tiene
nella sua borsa capiente, ma infine si ferma, come raggiunto da una riflessione
superiore a tutto ciò di cui al momento si sta occupando. Come sta? Le chiede
guardandola con interesse ed assumendo un’espressione seria da navigato
conoscente di quasi tutte le persone di quel quartiere popoloso, anche se in
giornate come questa probabilmente gli dovrebbe bastare giusto lo scambio di un
semplice saluto con qualcuno che passa. La donna torna a guardarlo, e con un
sorriso leggero gli mostra anche senza usare delle parole la risposta che le è
propria. Sono preoccupata, a dire il vero, arrischia però subito dopo.
Serpeggia uno strano nervosismo, spiega, un disagio come dire diffuso, una
voglia di nuovo del tutto indefinibile. E' proprio così, dice l'uomo un po’
sottovoce, ormai è diventato difficile anche scambiare due parole come stiamo
facendo noi due proprio in questo momento. C'è un'aria di sospetto tra tutte le
persone, nessuno sembra avere più neppure la voglia di sbilanciarsi in gesti
definiti oppure in affermazioni nette. Persino il mio semplice suonare il
campanello di casa per una consegna è visto da qualcuno quasi come un atto
deprecabile. Tutti quanti appaiono ritirati dentro al proprio guscio, nascosti,
quasi senza possibilità di essere scalzati in qualche modo nei loro
atteggiamenti.
La donna lo guarda, anche lei prova per quanto
detto un malessere soffuso, quasi una febbre: qualcuno sicuramente non
condivide perfino il suo fermarsi a chiacchierare lungo la strada, e lei sa di
avvertire anche quel giudizio pesante sopra di sé, come se tutta la libertà
fosse definita soltanto da pensieri ordinari e anche poco meditati. Infine si
scrolla queste idee, ed anche se non lo crede dice in fretta all’uomo, tornando
anche a sorridere, che tutto prima o dopo si sistemerà, che è soltanto
questione di tempo e di un po’ di pazienza, così il portalettere le lancia un
saluto e riprende subito i suoi compiti, distogliendo lo sguardo ed
allontanandosi. Ma non è semplice come sembra, pensa lei immediatamente: ci
vorranno chissà quanti anni, chissà quanta fatica, per ritrovare la stessa
serenità di qualche tempo addietro; e forse, anche ritrovandola, senza dubbio
non sarà mai più la stessa cosa, non faremo ancora le stesse riflessioni, non
saremo più assolutamente gli stessi, e dovremo probabilmente adattarci a
qualcosa di estremamente nuovo che pur non piacendoci per niente, non ci
concederà neppure alcuna alternativa.
Bruno Magnolfi
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