Il ragazzo resta
immobile, con le mani sprofondate dentro le tasche, mentre gli altri intorno si
limitano ad osservarlo. Sullo spiazzo subito di fronte alla birreria adesso non
c’è proprio nessuno, se non quel gruppo di amici che spesso si ritrova davanti
a quei tavoli, tanto per trascorrere certe serate un po’ vuote. E’ una domanda
assurda, dice lui, non merita neppure una risposta. D’accordo, però in altri
casi non ti sei fatto alcuno scrupolo, quando si è trattato di metterti in
evidenza davanti a qualche tipa che ti piaceva, dice qualcuno. Lui sa che i
ragazzi stanno sempre dalla sua parte, anche se cercano di stuzzicarlo certe
volte, e di provare a mettere in mostra qualche suo punto debole. Lui prosegue
a fare il superiore, è il suo atteggiamento normale, ma non ci pensa neanche a
dare seguito a certe sciocchezze. Però su quella faccenda torna a rifletterci, perché
da un paio di giorni qualcosa dentro se stesso non va affatto come dovrebbe.
Va bene, dice a un
certo punto, vi pago un altro giro di bevute se la finite una buona volta con
questa storia. Gli altri ridono, però sono tutti d’accordo, si può anche passare
sopra a certe cose, in fondo adesso non c’è nessuna di quelle ragazze che in
genere capitano da queste parti. Cosa importa se stasera è uscita qualche nota
stonata, se proprio lui, sempre attento a cose del genere, ha cercato di
mettersi in mostra parlando a vanvera proprio di una di loro, una delle ragazze
che tutti quanti vorrebbero avere vicino, così benvoluta dagli altri e soprattutto
carina, piacevole, intelligente, sempre disponibile ad ascoltare chiunque.
Non lo so, dice
qualcuno davanti alla birra; secondo me dovremmo soltanto essere più solidali
tra noi, evitare certi battibecchi privi di qualsiasi scopo, cercare di
aiutarci l’un l’altro nelle faccende di tutti i giorni che ci riguardano, e poi
basta. Sei soltanto un buonista, dice lui; le cose non sono mai così semplici,
e in fondo si tratta di comprendere dei meccanismi maledettamente oscuri e
complicati che certe volte ci trascinano sopra a dei campi minati. Le donne
sono intriganti, spesso ti mettono in condizione di scoprirti anche se tu non
vorresti. Segue una pausa di silenzio, nessuno riesce a trovare qualcosa di
concreto da controbattere, ma in ogni caso resta nell’aria quella battuta
pesante che lui si è permesso nei confronti della loro amica.
Lui forse adesso vorrebbe aggiustare al meglio le
cose, ma gli torna difficile fare retromarcia su un argomento così importante
per tutti loro. Alza le spalle, si volta, cerca di cambiare discorso, ma
improvvisamente arriva lei, inaspettata, infreddolita, lo sguardo un po' perso,
un mezzo sorriso sopra la faccia. Ciao, dice, sono venuta a vedere come ve la
state cavando stasera senza neppure una delle ragazze, però mi sembra male, almeno
a giudicare dalle vostre espressioni. Gli altri ridono, ma lui resta serio,
quasi punto sul vivo. Poi beve un sorso, si siede, dice qualcosa a voce bassa,
come tra sé, e infine, con tono maggiormente deciso, le fa: devo chiedere
scusa, mi sono lasciato andare quando ho parlato un po’ male di te, riferendosi
direttamente a lei e guardandola fisso. In fondo non penso davvero le cose che
ho detto, ho soltanto cercato di farmi grande stupidamente, come un bambino. Va
bene, fa lei, non credo comunque sia accaduto niente di irreparabile, perciò
possiamo archiviare la cosa e cambiare argomento, ti pare? Si, fa lui, soltanto
vorrei tu sapessi che sei la migliore fra noi, e forse è solo questo che a
volte mi brucia. Nessuno è migliore di altri, dice lei. Ognuno di noi però ha
la coscienza di sé. Dobbiamo soltanto rispettarci l’un l’altra, convincersi bene
di questo, e poi alla fine di tutto non c’è neppure bisogno di altro.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento