venerdì 15 gennaio 2016

Pigra formazione del rispetto.

            

            Il ragazzo resta immobile, con le mani sprofondate dentro le tasche, mentre gli altri intorno si limitano ad osservarlo. Sullo spiazzo subito di fronte alla birreria adesso non c’è proprio nessuno, se non quel gruppo di amici che spesso si ritrova davanti a quei tavoli, tanto per trascorrere certe serate un po’ vuote. E’ una domanda assurda, dice lui, non merita neppure una risposta. D’accordo, però in altri casi non ti sei fatto alcuno scrupolo, quando si è trattato di metterti in evidenza davanti a qualche tipa che ti piaceva, dice qualcuno. Lui sa che i ragazzi stanno sempre dalla sua parte, anche se cercano di stuzzicarlo certe volte, e di provare a mettere in mostra qualche suo punto debole. Lui prosegue a fare il superiore, è il suo atteggiamento normale, ma non ci pensa neanche a dare seguito a certe sciocchezze. Però su quella faccenda torna a rifletterci, perché da un paio di giorni qualcosa dentro se stesso non va affatto come dovrebbe.
            Va bene, dice a un certo punto, vi pago un altro giro di bevute se la finite una buona volta con questa storia. Gli altri ridono, però sono tutti d’accordo, si può anche passare sopra a certe cose, in fondo adesso non c’è nessuna di quelle ragazze che in genere capitano da queste parti. Cosa importa se stasera è uscita qualche nota stonata, se proprio lui, sempre attento a cose del genere, ha cercato di mettersi in mostra parlando a vanvera proprio di una di loro, una delle ragazze che tutti quanti vorrebbero avere vicino, così benvoluta dagli altri e soprattutto carina, piacevole, intelligente, sempre disponibile ad ascoltare chiunque.
            Non lo so, dice qualcuno davanti alla birra; secondo me dovremmo soltanto essere più solidali tra noi, evitare certi battibecchi privi di qualsiasi scopo, cercare di aiutarci l’un l’altro nelle faccende di tutti i giorni che ci riguardano, e poi basta. Sei soltanto un buonista, dice lui; le cose non sono mai così semplici, e in fondo si tratta di comprendere dei meccanismi maledettamente oscuri e complicati che certe volte ci trascinano sopra a dei campi minati. Le donne sono intriganti, spesso ti mettono in condizione di scoprirti anche se tu non vorresti. Segue una pausa di silenzio, nessuno riesce a trovare qualcosa di concreto da controbattere, ma in ogni caso resta nell’aria quella battuta pesante che lui si è permesso nei confronti della loro amica.
Lui forse adesso vorrebbe aggiustare al meglio le cose, ma gli torna difficile fare retromarcia su un argomento così importante per tutti loro. Alza le spalle, si volta, cerca di cambiare discorso, ma improvvisamente arriva lei, inaspettata, infreddolita, lo sguardo un po' perso, un mezzo sorriso sopra la faccia. Ciao, dice, sono venuta a vedere come ve la state cavando stasera senza neppure una delle ragazze, però mi sembra male, almeno a giudicare dalle vostre espressioni. Gli altri ridono, ma lui resta serio, quasi punto sul vivo. Poi beve un sorso, si siede, dice qualcosa a voce bassa, come tra sé, e infine, con tono maggiormente deciso, le fa: devo chiedere scusa, mi sono lasciato andare quando ho parlato un po’ male di te, riferendosi direttamente a lei e guardandola fisso. In fondo non penso davvero le cose che ho detto, ho soltanto cercato di farmi grande stupidamente, come un bambino. Va bene, fa lei, non credo comunque sia accaduto niente di irreparabile, perciò possiamo archiviare la cosa e cambiare argomento, ti pare? Si, fa lui, soltanto vorrei tu sapessi che sei la migliore fra noi, e forse è solo questo che a volte mi brucia. Nessuno è migliore di altri, dice lei. Ognuno di noi però ha la coscienza di sé. Dobbiamo soltanto rispettarci l’un l’altra, convincersi bene di questo, e poi alla fine di tutto non c’è neppure bisogno di altro.


Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento