Non
ho fatto nulla, sono assolutamente innocente, dice Antonio quasi tra sé, praticamente
sottovoce, anche se lo fa con un tono che verrà dichiarato sulla carta stampata
del giorno seguente deciso e convinto, quasi quello di un individuo che non fa
che mostrarsi verso gli altri come un soggetto umile e sottomesso, pur conservando
una sua personalità molto ferma, propria di un individuo che non è soltanto il
povero ragazzo praticamente preda di una forza insospettabile a lui superiore,
ma anche tutt’altro. Intorno in molti lo guardano con grande attenzione, ma
nessuno dei presenti, almeno all’apparenza, concede davvero troppa importanza a
quelle parole. Con ogni evidenza tutto ciò che l’inquisito esprime anche in
questa fase, è subito registrato e soprattutto analizzato in ogni sua parte, esattamente
come se quelle espressioni che adopera fossero costituite da sillabe, frasi e
parole estremamente più complesse di ciò che realmente sono, forse mostrandosi
addirittura frutto di una mente contorta, indubbiamente da interpretare, e alla
quale senz’altro è doveroso concedere lo stesso ordinario beneficio di un
qualsiasi assunto filosofico a cui, nelle pagine della cronaca dei quotidiani
locali, sembrano praticamente riferite.
La
vittima indagata, detto ciò, resta subito dopo in silenzio, con gli occhi
bassi, l’espressione di chi non si aspetta proprio niente di buono da tutta
quella faccenda. Qualcuno senza alcuna professionalità da difendere, mormora di
alcuni elementi evidenti che non avrebbero neppure alcuna necessità di essere
dimostrati. Poi, mentre si continua ad interrogarsi praticamente su tutto, si
dichiara ufficialmente una breve sospensione tecnica di quei lavori. Si levano
subito in coro commenti e polemiche varie contro qualsiasi cosa sia stata trattata
fino a questo momento, qualcuno alza addirittura la voce, però girandosi subito
di spalle al momento in cui si ritiene troppo osservato. Altri abbandonano il
luogo, sollevando le braccia quasi in segno di resa della civiltà.
Antonio alza lo sguardo, si osserva
attorno, perde per un attimo la sua espressione dimessa e forma nell' aria
densa un grido rovente di rabbia e disprezzo per la speculazione giornalistica
in atto sul proprio caso. Si instaura immediatamente appena un attimo di
silenzio profondo, in cui tutti si voltano verso di lui, anche se Antonio adesso
è tornato immediatamente a sedersi e ad abbassare lo sguardo. Gli avvocati lo
raggiungono subito, qualcuno vicino torna ad accendere il proprio registratore,
altri prendono nota delle parole e del tono usato per essere espresse. Infine
una donna, non troppo avanti con gli anni, si avvicina ad Antonio, e con la
punta delle dita gli accarezza una mano mentre lui resta immobile, quasi
ripiegato sopra di sé. Io ti credo, gli dice sporgendosi, e poi più nulla.
Intorno qualcuno osserva la scena, due o tre fanno cenno di si con la testa,
forse una piccola breccia si sta aprendo tra le file dei colpevolisti per
forza. Alcuni trovano immediatamente lo spunto per una storia che nasce proprio
in quel preciso momento, insospettabile, che addirittura getta chiara luce su
nuovi e imprevedibili scenari.
Infine si riprendono i
dibattimenti, ma Antonio a questo punto ha un lieve malore, si accascia, viene
portato subito fuori dal personale addetto alla sua salvaguardia. Tutto, nella
confusione generale, perde immediatamente di qualsiasi interesse, e in molti si
accalcano già per andarsene, il presidente quindi grida silenzio più volte, ma
oramai ogni cosa sembra sgonfiarsi, forse bisognerà attendere la prossima
udienza per riattivare la curiosità di chiunque. La sala ormai è quasi vuota, i
tassisti lungo il viale si precipitano a portar via i professionisti e gli
addetti ai lavori che già stanno dietro a qualche altra cosa, ma all’improvviso
si dice tra i corridoi che Antonio sia rientrato nell’aula che adesso evidenzia
soltanto pochi rumori soffusi, e che sia tornato al suo posto, piazzandosi in
piedi, a guardare i pochi rimasti negli occhi per poi infine arringarli: mi dispiace
farvi perdere tempo, dice asciutto; ma non sono certo io la persona che state
cercando.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento