Sto
nel mio angolo, non voglio certo confondermi con questa massa di confusionari
sempre pronti a parlar male di tutti gli altri, e spesso senza neanche avere un
motivo valido per farlo. Mi piacerebbe ci fosse più calma, ecco, che si
potessero valutare meglio i pensieri ed anche ogni parola, per comprendere più
adeguatamente i significati delle cose. Rimango in silenzio certe volte anche
per delle intere giornate, proprio perché credo che mettere a punto un pensiero
completo nella propria testa sia comunque un’attività impegnativa ed
importante, e non si possa prendere la riflessione attenta sulle cose in un
modo improntato soltanto alla leggerezza.
Qualche volta mi si accosta un
tizio, lo conosco appena di vista devo dire, lui si avvicina lentamente e poi,
senza neppure guardarmi in faccia, mi dice che è inutile farsi delle idee
sbagliate, e che qua dentro praticamente sono tutti uguali, senza poi
specificare altro. Così questa mattina, dopo essermi sorbito questa solfa
svariate volte nei giorni scorsi, tanto per vedere se magari questo bel tipo,
diversamente da sempre, oggi voglia mettere assieme qualcosa di più oltre il
suo stringato ragionamento, gli rispondo subito convintamente che è proprio
vero quello che dice, che sono assolutamente d'accordo con lui, e quindi
riconosco come sia del tutto inutile perdere tempo con della gente di questo
genere. Mi guarda sorpreso, si ferma perplesso, infine si allontana svogliato
senza aggiungere altro.
Però dopo una mezz’ora torna
indietro, mani in tasca si atteggia come se fosse ormai in confidenza con me,
ed infine mi fa: siamo tutti bravi e svelti a giudicare, però bisogna vedere se
si è partiti da un concetto iniziale di parte oppure no. Lo guardo, gli dico
che chiunque giudichi è sempre di parte, e che non esiste una persona obiettiva
ed equidistante in assoluto dalle cose. Forse, fa lui, però si dovrebbe almeno
tentare di avere un’opinione senza pregiudizi, riuscire ad essere maggiormente
logici e precisi di coloro che sparano sentenze sopra le cose delle quali
magari non sanno quasi niente.
Indico qualcosa fuori dalla
vetrata, vorrei cambiare argomento, questi discorsi mi sembrano assolutamente
senza soluzione, e forse, ormai scambiate le opinioni, mi piacerebbe che lui
adesso se ne andasse, e che i miei pensieri riprendessero tranquillamente il
proprio corso. Invece quello sembra insistere, poi si guarda attorno
sospettoso, e infine fa: ho deciso di fuggire, insieme a chi vorrà seguirmi,
non si può rimanere qui per troppo tempo. Lo guardo con interesse,
all'improvviso, mi pare sensata la conclusione a cui è giunto, potrei anche
essere d'accordo e coraggiosamente aggiungermi a questo suo progetto, anche se
non riesco a capire come pensi di fare e soprattutto dove rifugiarsi una volta
fuori da qui. Lui pare come leggermi la mente, dice che ha un piano
dettagliato, e che niente verrà lasciato al caso, si tratta soltanto di
decidersi.
Va bene, gli fo senza aggiungere null’altro,
ed uscendo dal mio angolo come per mostrare che adesso ho comunque altro da
fare, me ne vado camminando lungo il corridoio principale. Lui forse vorrebbe
seguirmi, dirmi ancora qualcosa su tutte queste idee che ha, ma io percepisco
il suo tentennamento, così giro l’angolo velocemente e dopo mi dileguo. Lo
rivedo con la coda dell’occhio all’ora della refezione, quando tutti hanno
ancora più voglia di parlare a vanvera e di fare i divertenti, e così mi
aspetto che mi chieda di stare con me durante l’ora del pasto, ma io mi giro
subito verso la vetrata ed evito in questo modo qualsiasi incoraggiamento anche
di tipo involontario.
Lui dopo si avvicina, io vorrei
forse dirgli che va bene, che mi ha proprio convinto, e che non voglio neppure
sapere altro, mi basta la sua determinazione per essere certo delle cose che dobbiamo
fare, ma improvvisamente provo paura, mi vedo quasi in una nebulosa senza
alcuna definizione, perso chissà in quali brutte situazioni, senza il mio
angolo sicuro e silenzioso in cui naufragare da solo quando ne ho voglia.
Sorrido, gli dico che è tutto a posto, posso aiutarlo se vuole, ma non sarò mai
con lui in questa sua fuga: mi sono abituato a questa gente, gli spiego, e
forse anche a questo luogo, a tutti questi orari ed ai comportamenti che
teniamo. Scoprire soltanto in seguito che non ne posso fare a meno sarebbe per
me un vero fallimento.
Bruno Magnolfi
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