martedì 1 marzo 2016

Fuga in avanti.

           

            Sto nel mio angolo, non voglio certo confondermi con questa massa di confusionari sempre pronti a parlar male di tutti gli altri, e spesso senza neanche avere un motivo valido per farlo. Mi piacerebbe ci fosse più calma, ecco, che si potessero valutare meglio i pensieri ed anche ogni parola, per comprendere più adeguatamente i significati delle cose. Rimango in silenzio certe volte anche per delle intere giornate, proprio perché credo che mettere a punto un pensiero completo nella propria testa sia comunque un’attività impegnativa ed importante, e non si possa prendere la riflessione attenta sulle cose in un modo improntato soltanto alla leggerezza. 
Qualche volta mi si accosta un tizio, lo conosco appena di vista devo dire, lui si avvicina lentamente e poi, senza neppure guardarmi in faccia, mi dice che è inutile farsi delle idee sbagliate, e che qua dentro praticamente sono tutti uguali, senza poi specificare altro. Così questa mattina, dopo essermi sorbito questa solfa svariate volte nei giorni scorsi, tanto per vedere se magari questo bel tipo, diversamente da sempre, oggi voglia mettere assieme qualcosa di più oltre il suo stringato ragionamento, gli rispondo subito convintamente che è proprio vero quello che dice, che sono assolutamente d'accordo con lui, e quindi riconosco come sia del tutto inutile perdere tempo con della gente di questo genere. Mi guarda sorpreso, si ferma perplesso, infine si allontana svogliato senza aggiungere altro.
Però dopo una mezz’ora torna indietro, mani in tasca si atteggia come se fosse ormai in confidenza con me, ed infine mi fa: siamo tutti bravi e svelti a giudicare, però bisogna vedere se si è partiti da un concetto iniziale di parte oppure no. Lo guardo, gli dico che chiunque giudichi è sempre di parte, e che non esiste una persona obiettiva ed equidistante in assoluto dalle cose. Forse, fa lui, però si dovrebbe almeno tentare di avere un’opinione senza pregiudizi, riuscire ad essere maggiormente logici e precisi di coloro che sparano sentenze sopra le cose delle quali magari non sanno quasi niente.
Indico qualcosa fuori dalla vetrata, vorrei cambiare argomento, questi discorsi mi sembrano assolutamente senza soluzione, e forse, ormai scambiate le opinioni, mi piacerebbe che lui adesso se ne andasse, e che i miei pensieri riprendessero tranquillamente il proprio corso. Invece quello sembra insistere, poi si guarda attorno sospettoso, e infine fa: ho deciso di fuggire, insieme a chi vorrà seguirmi, non si può rimanere qui per troppo tempo. Lo guardo con interesse, all'improvviso, mi pare sensata la conclusione a cui è giunto, potrei anche essere d'accordo e coraggiosamente aggiungermi a questo suo progetto, anche se non riesco a capire come pensi di fare e soprattutto dove rifugiarsi una volta fuori da qui. Lui pare come leggermi la mente, dice che ha un piano dettagliato, e che niente verrà lasciato al caso, si tratta soltanto di decidersi.
Va bene, gli fo senza aggiungere null’altro, ed uscendo dal mio angolo come per mostrare che adesso ho comunque altro da fare, me ne vado camminando lungo il corridoio principale. Lui forse vorrebbe seguirmi, dirmi ancora qualcosa su tutte queste idee che ha, ma io percepisco il suo tentennamento, così giro l’angolo velocemente e dopo mi dileguo. Lo rivedo con la coda dell’occhio all’ora della refezione, quando tutti hanno ancora più voglia di parlare a vanvera e di fare i divertenti, e così mi aspetto che mi chieda di stare con me durante l’ora del pasto, ma io mi giro subito verso la vetrata ed evito in questo modo qualsiasi incoraggiamento anche di tipo involontario.
Lui dopo si avvicina, io vorrei forse dirgli che va bene, che mi ha proprio convinto, e che non voglio neppure sapere altro, mi basta la sua determinazione per essere certo delle cose che dobbiamo fare, ma improvvisamente provo paura, mi vedo quasi in una nebulosa senza alcuna definizione, perso chissà in quali brutte situazioni, senza il mio angolo sicuro e silenzioso in cui naufragare da solo quando ne ho voglia. Sorrido, gli dico che è tutto a posto, posso aiutarlo se vuole, ma non sarò mai con lui in questa sua fuga: mi sono abituato a questa gente, gli spiego, e forse anche a questo luogo, a tutti questi orari ed ai comportamenti che teniamo. Scoprire soltanto in seguito che non ne posso fare a meno sarebbe per me un vero fallimento.


Bruno Magnolfi

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